Cervicobrachialgia
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la cervicobrachialgia.

La cervicobrachialgia rappresenta un motivo di consultazione molto frequente in uno studio osteopatico.

L'Osteopatia è utilissima per curare la cervicobrachialgia e correggere le disfunzioni meccaniche che quasi sempre ne costituiscono la causa.

Come si sviluppa una cervicobrachialgia

Un'ampia percentuale di popolazione soffre di dolori cervicali con associata un'irradiazione verso un arto superiore; è un'eventualità decisamente frequente.

Cervicobrachialgia, Osteopatia Genova
Il plesso brachiale
Castano & Co, Anatomia Umana
Edi-Ermes, pag.346

Il motivo per cui si verifica questo tipo di problema dipende dalla costituzione anatomica del plesso brachiale, cioè dell'insieme di nervi che va dal tratto cervicale al braccio e alla mano.

Tale plesso presenta alcuni punti critici durante il suo percorso, vale a dire strettoie in cui deve passare talvolta insieme alle relative vene e arterie.

La prima strettoia è costituita dai forami di coniugazione della colonna vertebrale, i fori attraverso cui i nervi fuoriescono dalla colonna vertebrale. A questo livello una compressione tra le vertebre o una protrusione dei dischi, soprattutto fra C5 e C7, può essere causa di irritazione delle radici nervose e causa di una cervicobrachialgia.

Ma esistono altre criticità. Appena emerso dalla colonna cervicale il plesso brachiale passa attraverso il gruppo dei muscoli scaleni; passa cioè nella compagine stessa dei muscoli, come se li bucasse e ci passasse attraverso.

Quindi una contrattura degli scaleni può essere causa di irritazione del plesso brachiale ed essere responsabile di una cervicobrachialgia come anche di un formicolio (problemi di sensibilità) al braccio e alla mano. Tale situazione è talvolta definita sindrome degli scaleni.

Il passaggio del plesso sotto la clavicola è ancora a rischio, soprattutto a causa delle disfunzioni meccaniche della clavicola che possono letteralmente schiacciare il fascio vascolo nervoso che passa in profondità: queste forme vengono spesso diagnosticate come sindrome dello stretto toracico.

In questo caso vi è anche una compromissione vascolare per cui al dolore e alle parestesie può essere associato un problema di ritorno venoso e linfatico che si esprime con gonfiore del braccio e della mano soprattutto al mattino.

Ancora a livello del cavo ascellare possono essere presenti restrizioni fasciali che disturbano il plesso brachiale e causare problemi a valle.

Osteopatia e cervicobrachialgia

Tutti questi disturbi sono assolutamente trattabili dall'Osteopatia in quanto hanno tutti una base funzionale e quindi possono essere risolti per via manipolativa.

L'Osteopata controlla in via prioritaria il tratto cervicale e interviene trattando le disfunzioni vertebrali con tecniche soft, indolori e a rischio zero.

Il trattamento delle parti muscolari e fasciali avviene con trazioni manuali dolci e con tecniche cranio sacrali non invasive e assolutamente efficaci.

Nel caso di una protrusione o di un'ernia cervicale importante non si esclude l'utilità di interventi mirati alla cura dei dischi ma è necessario capire che il ripristino manuale della funzione meccanica è comunque indispensabile a far sì che il problema non si riproponga a distanza di tempo; inoltre molto spesso l'intervento osteopatico è sufficiente a risolvere la situazione.

In ogni caso se prima non si rimuovono le cause è inutile intervenire sui loro effetti.

Casi reali

Riporto il caso interessante di una Paziente di 32 anni con dolore al collo e dolore al braccio destro con associata una limitazione funzionale in estensione del gomito che rimaneva semi-flesso.

Il tutto in seguito ad una caduta avvenuta qualche mese prima.

All'esame osteopatico presentava restrizioni a destra a livello dell'osso semilunare del carpo, adattato in posteriorità, e a livello dell'ulna che si presentava in abduzione/intrarotazione. Inoltre era presente un adattamento craniale in torsione sinistra.

Corrette le disfunzioni primarie a livello del carpo e dell'ulna e riequilibrato il cranio, la Paziente ha avuto sollievo immediato sia nei sintomi dolorosi che nella mobilità.

In questo caso il problema non era localizzato a livello cervicale e poi irradiato all'arto superiore ma si presentava esattamente al contrario: cioè era localizzato a livello del braccio e poi irradiato al collo.

Probabilmente il trauma aveva provocato le restrizioni strutturali sul carpo (cioè sul polso) e sul gomito e da lì una catena lesionale ascendente aveva trasferito il disagio meccanico verso l'asse.

Questo semplice caso dimostra che non è possibile affidarsi a schemi terapeutici standard ma è necessario ricercare di volta in volta le cause del problema esaminando individualmente i Pazienti.

Questa Paziente aveva già subito trazioni cervicali e indossato collari; addirittura era stata sottoposta a un ciclo di manipolazioni cervicali.

L'insuccesso di tali terapie è derivato dal fatto che l'origine del problema non era localizzata a livello cervicale.

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