Sindrome di De Quervain
Osteopatia Genova
Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la sindrome di De Quervain.
La sindrome di De Quervain è risolvibile con l'Osteopatia poiché si sviluppa sempre su base funzionale.
La percentuale di successo è statisticamente alta.
- Trattamento osteopatico
- Casi reali
- Definizione ed epidemiologia
- Cause
- Segni e sintomi
- Test di Finkelstein
- Rimedi tradizionali
Definizione ed epidemiologia della sindrome di De Quervain
Si definisce sindrome di De Quervain, o tenosinovite di De Quervain o malattia di De Quervain, una patologia tendinea infiammatoria che coinvolge il tendine del muscolo abduttore lungo del pollice e il tendine del muscolo estensore breve del pollice.
In figura sono evidenziati in rosso il muscolo estensore breve del pollice, in giallo il muscolo abduttore lungo del pollice, in verde la guaina tendinea.
Questi tendini transitano in una guaina sierosa localizzata nella zona laterale del polso e servono ad estendere il pollice e a spostarlo in fuori.
L'infiammazione di questi tendini rende i movimenti del pollice difficoltosi e dolorosi: la sindrome che ne deriva è appunto la sindrome di De Quervain.
Se non corretta, questa situazione può degenerare in una rizoartrosi.
Da un punto di vista epidemiologico la sindrome di De Quervain presenta una maggiore incidenza nel sesso femminile, in particolare:
- Dopo il parto: anticamente era definita malattia delle balie.
- Donne in terza età.
In generale comunque può colpire chi usa il polso in maniera intensiva sia per motivi professionali (utilizzo del mouse, musicisti, sarti, ecc.), sportivi o altro ancora.
Cause della sindrome di De Quervain
Le cause della sindrome di De Quervain sono da ricercarsi essenzialmente in ambito biomeccanico e funzionale.
L'infiammazione dei tendini infatti è sempre secondaria ad una disfunzione dinamica dell'arto superiore che si riflette, in particolare, a livello del compartimento estensore del pollice.
Quando, a causa di una disfunzione dinamica, il tendine viene trazionato secondo assi non fisiologici, nel corso del tempo tenderà a sfregare con maggior forza contro le sue strutture di contenimento, come lacerti o pulegge.
Proprio in queste zone quindi si andranno a creare zone di iperpressione e proprio qui si svilupperanno infiammazioni.
La guanina tendinea infiammata tenderà prima a sviluppare versamenti per poi a perdere elasticità fino ad assumere una consistenza meno morbida e a trasformarsi, a sua volta, in un elemento di limitazione nei confronti dello scorrimento del tendine.
In questo modo si innesca un circolo vizioso per cui la tenosinovite crea attrito e l'attrito alimenta la tenosinovite.
La sindrome di De Quervain si sviluppa, generalmente, seguendo questo tipo di modalità.
Un esempio
Una disfunzione dinamica a livello del gomito può dare origine ad una tensione anomala a livello dei muscoli e delle fasce della loggia posteriore dell'avambraccio.
In questo modo i muscoli del pollice incominciano a lavorare su assi non fisiologici, tendendo a dislocare lateralmente la colonna del pollice.
Questo, nel corso del tempo, provoca un'infiammazione sulla stiloide radiale e sul margine laterale del radio dando origine ad un De Quervain.
Quindi, in questo esempio, la sindrome di De Quervain non nasce a livello del polso ma deriva da un problema del gomito.
Questo esempio per far capire la modalità di insorgenza della sindrome di De Quervain.
Le singole situazioni devono essere valutate di volta in volta.
Segni e sintomi della sindrome di De Quervain
Il sintomo principale è il dolore riferito alla base del pollice e sulla parte laterale del polso.
Nelle situzioni più acute il dolore può estendersi anche all'avambraccio e alla mano (vedi anche dolore alla mano) e trasformarsi in un formicolio o perdita di sensibilità sul dorso del pollice (vedi anche formicolio alle mani).
Il dolore del De Quervain si accentua con il movimento del pollice soprattutto durante gli sforzi e in determinate situazioni come per esempio:
- Afferrare un oggetto
- Aprire un barattolo
- Girare una chiave
- Strizzare un panno
- Usare il cacciavite
- Scrivere
- Usare il mouse
Un altro segno abbastanza frequente è la presenza di un rigonfiamento sulla parte laterale del polso.
Questa tumefazione si manifesta in corrispondenza dela canale fibroso dei tendini abduttore lungo ed estensore breve, dove si sviluppano tipicamente infiammazioni e borsiti.
Test di Finkelstein
La diagnosi della sindrome di De Quervain viene formulata prevalentemente su base clinica, cioè in base ai sintomi.
Il test di Flinkenstein è un test clinico specifico finalizzato a identificare le tenosinoviti dei muscoli estensore breve e adduttore lungo del pollice.
Pertanto il test di Flinkenstein è utile per capire se si è in presenza di una sindrome di De Quervain.
Per eseguire correttamente il test è necessario, nell'ordine:
- Chiudere la mano a pugno tenendo il pollice sotto le altre dita
- Flettere il polso verso il mignolo
Se questa manovra provoca un dolore acuto al polso allora è possibile che il Paziente sia affetto da sindrome di De Quervain.
In questi casi è opportuno indagare lo stato dei tessuti molli locali attraverso un'ecografia per verificare soprattutto l'integrità delle guaine.
Ricordiamo comunque che la formulazione della diagnosi spetta solo allo Specialista.
Rimedi tradizionali per la sindrome di De Quervain
I rimedi proposti per curare la sindrome di De Quervain dipendono dalla gravità dei sintomi.
Se il dolore ha un'intensità bassa e la mano è funzionale allora il trattamento è generalmente xonservativo.
I rimedi proposti sono:
- Crioterapia: la somministrazione di ghiaccio o applicazioni finalizzate ad abbassare la temperatura. Queste forme di intervento sono utili nelle fasi acute per ridurre il dolore e l'infiammazione.
- Farmaci antinfiammatori: sono utilizzati sia FANS che antinfiammatori cortisonici, a seconda dei casi.
- Terapia infiltrativa: infiltrazioni a livello delle guaine possono essere utili per risolvere situazioni acute e facilitare la remissione dell'infiammazione. Inoltre per via infiltrativa possono essere assunti farmaci finalizzati a migliorare lo scorrimento dei tendini.
- Fisioterapia: applicazioni di laserterapia, tecarterapia, flowave, TENS e altro. Inoltre manipolazioni locali, massoterapia distrettuale o altre forme di intervento manuale.
Per i casi più gravi, resistenti alle terapie appena descritte, resta la possibilità di effettuare un intervento chirurgico.
L'intervento è finalizzato ad aprire la guaina chirurgicamente per restituire libertà di scorrimento ai tendini.
Non si tratta di un intervento particolarmente invasivo e solitamente è privo di effetti collaterali importanti.
Trattamento osteopatico della sindrome di De Quervain
Il trattamento osteopatico della sindrome di De Quervain è altamente risolutivo poiché agisce a livello delle cause primarie del problema.
Infatti, finché le disfunzioni dinamiche alla base resteranno attive, non potremo considerare il problema realmente risolto: anche se momentaneamente riusciamo a calmare il dolore, prima o poi il problema tornerà a ripresentarsi.
Se invece ripristiniamo in maniera stabile la funzione dinamica delle strutture della mano, allora il sintomo tenderà a scomparire per non ripresentarsi.
L'Osteopatia lavora proprio in questa direzione.
Allo scopo di ottenere questo risultato è necessario lavorare in maniera estesa, ripristinando la funzione di tutto l'arto superiore, non solo del pollice.
Il pollice infatti costituisce il terminale di catene anatomo fisiologiche in partenza dal gomito ed estese, per motivi di continuità, almeno fino al tratto cervicale.
Quindi il lavoro osteopatico non può essere limitato solo al pollice e al polso ma coinvolge tutto il braccio fino al collo come minimo.
Seguendo questo paradigma è possibile ottenere risultati migliori e in tempi molto più brevi rispetto alle metodiche allopatiche orientate unicamente al sintomo.
Adattamenti osteopatici dell'avambraccio e della mano
A livello del complesso avambraccio - mano i primi elementi soggetti a indagine sono il muscolo abduttore lungo del pollice e il muscolo estensore breve del pollice.
Infatti è proprio l'infiammazione dei tendini di questi muscoli l'elemento scatenante la sindrome di De Quervain.
Da un punto di vista osteopatico molto spesso le fasce e gli elementi fibrosi circostanti la porzione distale e laterale del l'avambraccio si trovano soggetti a restrizioni di tipo funzionale.
Questo significa che questa porzione dell'avambraccio, da un punto di vista dinamico, si trova spesso sotto costante tensione meccanica.
Le strutture tendinee, in queste condizioni, lavorano secondo assi non fisiologici poiché le tensioni muscolo fasciali a monte fanno sì che il tendine non eserciti la propria trazione come dovrebbe.
Sui lunghi tempi questa situazione non solo provoca infiammazione locale ma tende a rovinare l'articolazione trapezio metacarpale, alla base del pollice.
Il risultato è la sindrome di De Quervain i cui sintomi sono già stati esposti in precedenza.
Inoltre, su tempi più lunghi, esiste il rischio che possa svilupparsi una rizoartrosi, cioè un'artrosi dell'articolazione trapezio metacarpale.
I muscoli abduttore lungo e flessore breve del pollice spesso non sono gli unici elementi in disfunzione.
In generale, in questi casi, il compartimento estensore della mano deve essere analizzato in toto.
La loggia posteriore e la loggia laterale dell'avambraccio si trovano spesso sotto stress dinamico a vari livelli per cui l'indagine deve essere estesa anche a questi settori.
Inoltre non bisogna trascurare le disfunzioni osteopatiche dei giunti articolari, in particolare a livello del gomito.
Le articolazioni omero ulnare e radio ulnare prossimale possono presentare adattamenti osteopatici in grado di disallineare l'avambraccio.
Ancora le tensioni della membrana interossea possono generare tensioni sui muscoli che vi si inseriscono e sui setti fibrosi intermuscolari.
Per quanto riguarda la mano spesso tutta l'eminenza tenar (pollice) deve essere accuratamente analizzata e riequilibrata almeno fino al II o III metacarpo.
A questo livello infatti trovano inserzione i muscoli abduttore lungo ed estensore breve per cui questa zona spesso si trova in disfunzione da un punto di vista dinamico.
Inoltre a questo livello si trovano i muscoli brevi del pollice le cui disfunzioni possono talvolta generare catene disfunzionali ascendenti potenzialmente responsabili di un De Quervain.
Il De Quervain infatti generalmente è un problema discendente (nasce dall'alto e va giù verso il pollice) ma in alcuni casi sono state osservate situazioni opposte.
Cioè talvolta, anche se in maniera meno frequente, sono state riscontrate situazioni in cui il De Quervain originava in prevalenza da disfunzioni intrinseche della mano.
Riassumendo il trattamento dell'avambraccio e della mano non può essere limitato solo alla zona dolorosa ma deve essere esteso anche alle strutture adiacenti.
L'Osteopatia interviene sulle disfunzioni miofasciali e articolari con tecniche soft e totalmente indolori.
Adattamenti osteopatici del braccio
Catene disfunzionali in partenza dal braccio sono quasi sempre presenti nella sindrome di De Quervain.
Il compartimento estensore, forse con una leggera prevalenza rispetto al compartimento flessore, si trova spesso in disfunzione.
Contratture del muscolo tricipite brachiale, a vari livelli, influenzano spesso la corretta dinamica dell'avambraccio, soprattutto del gomito, con conseguenze a valle.
Spesso si riscontrano anche tensioni nella porzione laterale distale dell'omero, a livello dell'inserzione dei muscoli della loggia laterale dell'avambraccio, in particolare il muscolo brachioradiale che si inserisce proprio in prossimità della stiloide radiale.
Questo muscolo deve essere accuratamente testato perché contratture a questo livello, talvolta profonde e poco evidenti, influenzano la tensione del sistema fasciale a livello del polso.
Il compartimento dei muscoli flessori può essere ugualmente soggetto a disfunzioni.
Il muscolo bicipite brachiale, in considerazione della sua inserzione radiale, è spesso interessato nelle dinamiche del De Quervain.
Le disfunzioni osteopastiche del muscolo bicipite brachiale, sia a livello del capo breve che del capo lungo, si riflettono infatti sul radio, l'osso laterale dell'avambraccio.
Ricordiamo che il radio, nella sua porzione distale, ospita la loggia fibrosa dei tendini del flessore breve ed estensore lungo del pollice.
Quindi le alterazioni dinamiche del radio si riflessono inevitabilmente sul polso e possono contribuire allo sviluppo della sindrome di De Quervain.
Adattamenti osteopatici del cingolo superiore
Anche la scapola e la clavicola, da cui originano le strutture muscolo fasciali in discesa verso il braccio, partecipano spesso alla genesi di catene disfunzionali discendenti verso la mano.
La clavicola in particolare costituice uno snodo importante che devia verso l'arto superiore forze in arrivo sia dal torace che del tratto cervicale.
Spesso infatti la clavicola appare rigida, sotto tensione e anche dolorante.
Anche la scapola presenta spesso disfunzioni dinamiche ma, avendo più possibilità di adattamento rispetto alla clavicola, presenta, in proporzione, meno tensioni.
La sindrome di De Quervain può dipendere da disfunzioni in partenza dal cingolo superiore per cui scapola e clavicola devono essere accuratamente ispezionate e trattate poiché da questi elementi partono spesso tensioni in direzione della mano.
Le tecniche osteopatiche orientate al cingolo superiore sono soft e completamente indolori.
Adattamenti osteopatici del tratto cervicale
Il tratto cervicale deve essere sempre ispezionato e trattato.
Le vertebre cervicali, la muscolatura ad esse circostanti e soprattutto le fasce cervicali presentano spesso rigidità e tensioni capaci di riflettersi verso il basso con una certa frequenza.
Nell'immaginario collettivo la sindrome di De Quervain potrebbe apparire un fenomeno locale relativo al polso e quindi, sulla base di considerazioni superficiali, il tratto cervicale sembrerebbe scollegato dal polso.
L'esperienza dimostra che non è così.
A partire dal collo spesso originano catene discendenti che si riflettono con facilità verso l'arto superiore.
I muscoli scaleni, per citare un esempio, come la fascia cervicale media, il compartimento sotto ioideo e i muscoli sternocleidomastoidei sono elementi spesso soggetti a disfunzioni osteopatiche.
Anche i muscoli posteriori del collo, in particolare i muscoli sotto occipitali, sono spesso responsabili di problemi funzionali.
A partire da questo livello si organizzano catene discendenti che in maniera diretta vanno a riflettersi su alcune sezioni particolari dell'arto superiore e in maniera indiretta creano comunque uno squilibrio dinamico globale.
In altri termini le disfunzioni alte, quando non raggiungono il polso in maniera diretta, creano comunque un background disfunzionale su cui un adattamento locale trova terreno fertile per svilupparsi.
In alcuni casi si osservano collegamenti anche piuttosto diretti, soprattutto su base miofasciale, fra il tratto cervicale e il pollice.
Per citare un esempio il percorso trapezio alto - scapola - capo lungo del bicipite - radio non è affatto raro: in questo caso se non si tratta il trapezio non è possibile riequilibrare il radio.
Il trattamento osteopatico del tratto cervicale, pertanto, è indispensabile; per maggiori informazioni puoi andare alla pagina sulla cervicale.
L'Osteopatia tratta la zona cervicale con tecniche soft e non invasive a impatto zero.
Adattamenti osteopatici cranio sacrali
Il cranio, in ambito osteopatico, viene sempre trattato in quanto disfunzioni a questo livello sono presenti praticamente sempre.
Il fatto che il cranio costituisca l'ultimo paragrafo di questa sessione non significa che il cranio sia il tratto meno importante.
Ricordiamo anzi che, se si prescinde dal lavoro sul cranio, risulta letteralmente impossibile riportare un organismo in equilibrio.
Il lavoro sul cranio riveste un ruolo della massima importanza.
Nello specifico, per quanto riguarda la sindrome di De Quervain e più in generale i problemi della mano, si osserva che spesso sono presenti disfunzioni sui quadranti anteriori della base del cranio (sfenoide, frontale) mentre i quadranti posteriori sembrerebbero meno coinvolti. Questo in effetti sulla base dell'esperienza di questo Studio.
Le disfunzioni della base del cranio producono adattamenti funzionali in discesa attraverso almeno due vie:
- Via miofasciale: a partire dalle fasce cervicali le tensioni si sviluppano verso l'arto superiore da un punto di vista dinamico.
- Via neurovegetativa: attraverso il coinvolgimento del sistema cranio sacrale si hanno risposte neurovegetative che possono andare a perturbare la regolazione del calibro dei vasi, il microcircolo locale e altri parametri capaci di influenzare la qualità del tessuto connettivo.
Per questo motivo il cranio va assolutamente trattato, addirittura in via preliminare prima ancora di arrivare al polso in maniera diretta.
Il lavoro sul cranio, come anche il lavoro sul tratto cervicale alto, preparano, per così dire, il terreno al successivo lavoro locale a livello dell'avambraccio e della mano, eliminando quelle tensioni parassitarie che mettono in difficoltà l'assetto dinamico dell'arto superiore e il tessuto connettivo.
Per maggiori approfondimenti puoi consultare la pagina sul sistema cranio sacrale.
Casi reali
Riferisco il caso di una donna di 65 anni con sindrome di De Quervain da circa dieci anni.
L'insorgenza è stata graduale ma il peggioramento costante; nella prime fasi il problema è stato affrontato con terapia conservativa ma dopo qualche anno la Paziente è stata sottoposta a intervento chirurgico.
L'intervento ha dato buoni risultati ma il problema ha incominciato a riemergere dopo circa due anni.
Al momento della consultazione la Paziente presentava nuovamente dolore vivo alla base del pollice e impossibilità a utilizzare la mano per i lavori quotidiani.
In quattro sedute spalmate in sei settimane i sintomi sono regrediti quasi totalmente e il beneficio si è mantenuto nei mesi successivi.
In seguito al trattamento è rimasta una leggera limitazione funzionale a livello del pollice e una dolorabilità sui gradi estremi della flessione del pollice ma la mano è tornata completamente funzionale e la qualità della vita nettamente migliorata.
Questa Paziente presentava, sostanzialmente, importanti contratture a livello delle logge posteriore e laterale dell'avambraccio, oltre che qualche adattamento di minore entità a livello della muscolatura intrinseca del pollice.
Quindi, tutto sommato, un quadro disfunzionale piuttosto semplice.
Tuttavia, nonostante i numerosi interventi terapeutici svolti in passato, questo genere di problema era di fatto ancora presente.
Accade spesso che le disfunzioni osteopatiche, non essendo intercettate dai normali iter diagnostici, passino inosservate e vengano, per questo motivo, mantenute nel corso del tempo.
Nel momento in cui dette disfunzioni vengono eliminate con il trattamento osteopatico, il quadro generale cambia sensibilmente, talvolta anche in tempi relativamente brevi.
Se una disfunzione viene mantenuta per tanto tempo, inevitabilmente i tempi di risoluzione si allungano ma, in ogni caso, l'Osteopatia costituisce comunque il metodo di risoluzione più rapido poiché punta direttamente all'origine del problema.
Il problema di questa Paziente è stato, di fatto, notevolmente ridimensionato ma, se fosse stato trattato qualche anno prima, con tutta probabilità sarebbe stato risolto completamente.