Sindorme del tunnel radiale
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la sindrome del tunnel radiale.

La sindrome del tunnel radiale rappresenta un problema di natura funzionale e rientra nelle competenze dell'Osteopatia per cui l'intervento osteopatico presenta un alto margine di successo.

Cosa è la sindrome del tunnel radiale

Per sindrome del tunnel radiale, o compressione del nervo radiale al gomito, si intende un complesso di sintomi relativi al gomito e all'avambraccio tutti ascrivibili alla compressione del nervo radiale a livello del tunnel radiale.

Cenni anatomici

Il nervo radiale è uno dei tre maggiori nervi (radiale, mediano e ulnare) destinati all'arto superiore.

Origina da C5 a T1, cioè dal tratto cervicale basso, entra a far parte del plesso brachiale e si dirige al braccio raggiungendo la mano.

Da un punto di vista sensitivo innerva prevalentemente la parte posteriore dell'arto superiore e anche da un punto di vista motorio innerva i muscoli posteriori dell'arto superiore, i muscoli estensori.

Durante il suo tragitto transita attraverso il cavo ascellare e si avvolge a spirale attorno all'omero fra i capi mediale e laterale del muscolo tricipite brachiale giungendo al tunnel radiale.

Con il termine tunnel radiale si fa riferimento a una regione anatomica lunga circa 5 cm che va dall'articolazione omero radiale fino al margine inferiore del muscolo supinatore.

In figura il tunnel radiale è la zona compresa all'incirca fra i due divasricatori metallici.

Il tunnel radiale

Come si può notare dall'immagine, il nervo radiale giunge in questa regione da dietro, transita fra i muscoli dell'avambraccio (rossi) e del braccio (blu), dopodiché si divide in due rami:

Come è possibile notare, il tunnel radiale è suddiviso in due parti:

Questa specificazione è importante ai fini di comprendere la fisiopatologia della sindrome del tunnel radiale.

Cause

La sindrome del tunnel radiale ha quasi sempre una causa osteopatica.

Tale affezione è il risultato di una compressione del nervo radiale nell'omonimo tunnel e tale compressione, nella maggior parte dei casi, è dovuta a disguidi meccanici dell'arto superiore, in particolare a livello dell'articolazione del gomito, e relative tensioni muscolo fasciali.

Tali situazioni hanno sempre una base funzionale e generalmente sono risolvibili con le tecniche osteopatiche.

Altre potenziali cause possono essere l'esecuzione ripetuta di sforzi o la fibrotizzazione di specifiche parti anatomiche ma, anche in questi casi, sono sempre presenti adattamenti funzionali di un certo rilievo.

Segni e sintomi

Come sopra esposto, nel tunnel radiale il nervo radiale si suddivide in un ramo sensitivo e in un ramo motorio.

A seconda quindi del tratto di tunnel in cui il nervo subisce la compressione, si possono avere due possibilità.

Sindrome del tunnel radiale (STR) propriamente detta

In questi casi la compressione del nervo radiale è localizzata nella porzione superiore del tunnel radiale, in prossimità dell'articolazione del gomito.

Nella STR propriamente detta si ha soprattutto una sintomatologia sensitiva e solo in qualche caso anche motoria.

I sintomi maggiormente riferiti sono:

La STR presenta una sintomatologia molto simile all'epicondilite e, in molti casi, può presentarsi associata.

Da un punto di vista della diagnosi differenziale, l'epicondilite dà sintomi prevalentemente a livello del gomito, la STR dà sintomi anche irradiati ad avambraccio e mano.

Sindrome del nervo interosseo posteriore

Nella sindrome del nervo interosseo posteriore è coinvolto solo il ramo profondo del nervo radiale, che passa fra i due capi del muscolo supinatore infilandosi sotto l'arcata di Frohse.

In questo caso la sintomatologie è solo motoria per cui si ha deficit di forza dei muscoli estensori dell'avambraccio e della mano.

Nella maggior parte dei casi si solo una debolezza muscolare mentre, nei casi più gravi, si può arrivare alla paralisi muscolare.

Diagnosi

La diagnosi viene effettuate soprattutto attraverso un esame obiettivo e attraverso la valutazione dei segni clinici.

Innanzitutto esistono molti test di mobilità dell'avambraccio e della mano, soprattutto in estensione e in supinazione, in grado di mettere in evidenza una sofferenza del tunnel radiale.

Inoltre il Medico può servirsi di esami strumentali fra cui per esempio l'elettromiografia e la risonanza magnetica nucleare (RMN) per evidenziare eventuali lesioni del nervo radiale.

È soprattutto importante eseguire una diagnosi differenziale per evitare di confondere la sindrome del tunnel radiale con:

Terapia

Tradizionalmente la terapia della sindrome del tunnel radiale prevede:

Le varie modalità di intervento dipendono dalle caratteristiche specifiche del problema presentato, quindi per esempio il livello di intensità, di cronicità e di risposta alla terapia.

Comunque il trattamento è prevalentemente di tipo conservativo e non chirurgico.

Trattamento osteopatico della sindrome del tunnel radiale

La sindrome del tunnel radiale è un problema di natura quasi sempre funzionale per cui l'Osteopatia presenta un ampio margine di successo per questo tipo di problematica.

L'intervento osteopatico è orientato principalmente al gomito ma dal momento che, nella maggior parte dei casi, gli adattamenti funzionali del gomito rientrano in più ampie catene che coinvolgono tutto l'arto superiore e la zona cervicale, l'indagine e il trattamento spesso si estendono anche a questi distretti.

Questo perché tali tensioni si riflettono non solo sul gomito ma, in maniera anche più diretta, anche sullo stesso nervo radiale.

Vediamo a seguire i principali settori di interesse osteopatico in caso di sindrome del tunnel radiale.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

Gli adattamenti osteopatici del sistema cranio-sacrale rappresentano una componente restrittiva di grande rilevanza per cui devono essere sempre trattati, possibilmente in prima istanza.

A partire dal cranio, infatti, si sviluppano catene adattative discendenti che, attraverso il sistema delle fasce cervicali, si propagano all'arto superiore in maniera molto diretta.

A partire soprattutto dai settori laterali del cranio, come l'osso temporale, l'osso parietale o la grande ala dello sfenoide si generano spesso tensioni che, attraverso i muscoli del collo e le fasce cervicali superficiale e media, si trasmettono al cingolo scapolo omerale e, da lì, all'arto superiore.

La fascia cervicale media, per esempio, ha un ruolo piuttosto importante nelle genesi di catene discendenti all'arto superiore, soprattutto per il coinvolgimento del muscolo omoioideo che si inserisce sulla scapola.

Allo stesso modo, hanno un ruolo importante anche il fascio claveare del muscolo sternocleidomastoideo, che si inserisce sulla clavicola, e i fasci superiori del muscolo trapezio che interessano, al tempo stesso, la clavicola e la scapola.

Queste tensioni possono portare disfunzioni meccaniche all'arto superiore e al gomito per cui, qualora presenti, devono essere corrette.

Adattamenti osteopatici del tratto cervicale

Il plesso brachiale, cioè il fascio di nervi da cui emerge il nervo radiale, fuoriesce dal rachide cervicale basso, in particolare dalle radici nervose cha vanno da C5 a T1, per cui una revisione del rachide cervicale è indispensabile.

Innanzitutto è necessario liberare le vertebre da eventuali restrizioni ed eliminare le compressioni sui dischi vertebrali.

Ma soprattutto è necessario assicurarsi che non siano presenti contratture a livello dei muscoli scaleni: tali muscoli, tre in tutto per ciascun lato, originano lateralmente alle vertebre cervicali e si inseriscono sulle prime coste.

L'interesse di questi muscoli è legato al fatto che i fasci del plesso brachiale passano fra i muscoli scaleni medio e anteriore per cui una contrattura di questi muscoli si ripercote direttamente sui tronchi nervosi in uscita.

Inoltre le tensioni del tratto cervicale, attraverso le fasce muscolari, si trasmettono all'arto superiore fino al gomito e oltre.

Adattamenti osteopatici del cingolo scapolare e del braccio

Il cingolo scapolare, costituito da scapola e clavicola, può innanzitutto ricevere componenti tensive dalle strutture a monte, come appena esposto.

Oltre a questo scapola e clavicola possono presentare adattamenti intrinseci o possono essere presenti contratture a livello dei muscoli prevalentemente della scapola.

Per esempio le tensioni dei muscoli grande rotondo e tricipite brachiale (capo lungo) possono creare perturbazioni sul nervo radiale, che transita proprio in quella zona.

Inoltre le tensioni del muscolo tricipite brachiale creano sempre perturbazioni e deficit di conduzione sul nervo radiale, dal momento che il nervo radiale transita fra i capi lungo e laterale di tale muscolo.

Adattamenti osteopatici del gomito e dell'avambraccio

A livello del gomito e dell'avambraccio si concentra la maggior parte del lavoro poiché normalmente gomito e avambraccio rappresentano la sede originaria del problema.

A questo livello è necessario controllare tutte le strutture del gomito, vale a dire articolazioni, legamenti, muscoli, tendini e fasce muscolari.

Da un punto di vista articolare i giunti interessati sono quattro: l'articolazione omero-ulnare, l'articolazione radio-omerale e le articolazioni radio-ulnari prossimale e distale.

Le articolazioni maggiormente coinvolte sono l'articolazione radio omerale e l'articolazione radio-ulnare prossimale che molto spesso presentano adattamenti dinamici associati.

A livello muscolo-faciale è necessario essenzialmente controllare il muscolo supinatore, in mezzo a cui transita il nervo radiale. Il muscolo supinatore presenta tensioni soprattutto a livello del suo vasto fronte di inserzione omero-ulnare.

Inoltre anche i muscoli estensori del carpo, breve e lungo, sono coinvolti poiché rappresentano le pareti laterale e superiore del tunnel radiale, mentre il muscolo brachiale costituisce la parete mediale.

Oltre a questo è necessario comunque controllare anche le strutture coinvolte in maniera meno diretta come il muscolo brachioradiale, il tendine di inserzione del bicipite brachiale, il legamento anulare del capitello del radio e le parti adiacenti.

Adattamenti osteopatici del carpo e della mano

Le ossa del carpo, otto in tutto, possono presentare adattamenti funzionali, soprattutto per quanto riguarda scafoide, semilunare e capitato.

Le restrizioni del carpo non sono innocue poiché alterano completamente la fisiologia dell'articolazione radio ulnare distale che ha un'influenza diretta sul gomito.

Il metacarpo rappresenta inoltre la zona di inserzione dei muscoli estensori del carpo, per cui le restrizioni funzionali delle ossa del metacarpo tendono a trasmettersi in direzione del gomito.

In questo senso la muscolatura intrinseca della mano acquisisce un interesse funzionale, soprattutto per quanto riguarda i muscoli interossei che spesso creano restrizioni a livello metacarpale.

Inoltre sulle dita si inseriscono i tendini dei muscoli estensori del carpo per cui anche le articolazioni interfalangee e le fasce muscolari delle dita devono essere revisionate.

Casi reali

Riferisco il caso di una casalinga di 60 anni che lamentava un dolore nella parte esterna del gomito e dell'avambraccio da circa sei mesi.

Nel corso dell'ultimo mese, alla sintomatologia dolorosa si era aggiunto un senso di affaticamento dell'avambraccio e una perdita di forza del braccio, nel senso che la Paziente aveva difficoltà a svitare la caffettiera e a sollevare i sacchi della spesa.

Per questo motivo la diagnosi iniziale di epicondilite era stata corretta in diagnosi di sindrome del tunnel radiale.

La Paziente era stata visitata da un Fisiatra il quale le aveva prescritto un ciclo di sedute di fisioterapia, un tutore per il gomito e un piano terapeutico a base di antinfiammatori.

Il dolore e l'impotenza funzionale, tuttavia, non solo non erano migliorati ma erano addirittura aumentati a causa del fatto che, nel frattempo, la Paziente era stata coinvolta in un trasloco.

Per questo motivo la Paziente si è rivolta a soluzioni complementari da affiancare al piano terapeutico fisiatrico, giungendo in questo modo all'Osteopatia su consiglio di conoscenti.

All'esame osteopatico presentava importanti restrizioni su tutto l'arto superiore, in particolare a livello del gomito e della mano.

La loggia laterale dei muscoli dell'avambraccio era compromessa in maniera particolarmente importante poiché i tre muscoli (brachioradiale ed estensori radiali del carpo) presentavano contratture diffuse soprattutto in zona prossimale.

Il muscolo supinatore e l'articolazione omero-ulnare erano altresì coinvolti in maniera combinata, nel senso che la disfunzione articolare provocava la contrattura del supinatore.

Inoltre la muscolatura intrinseca della mano era interessata da contratture diffuse.

L'intero iter osteopatico è durato quattro sedute distribuite in due mesi.

Al termine del ciclo il dolore al gomito è molto diminuito, in termini sia di intensità che di frequenza: soprattutto la Paziente ha potuto riprendere a condurre una vita normale.

È necessario notare che il dolore non è scomparso subito ma dopo circa quattro mesi dall'inizio del trattamento: per quanto riguarda la sindrome del tunnel radiale, purtroppo, i tempi di risoluzione non sono brevi.

Tuttavia il riequilibrio funzionale è indispensabile in questi casi e, in ogni caso, comunque l'Osteopatia rappresenta una delle soluzioni più rapide.

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