Fibromialgia
Osteopatia Genova
La fibromialgia viene trattata presso lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi, in Genova centro.
La fibromialgia è una sindrome dolorosa che si esprime con un dolore muscolo scheletrico generalizato oltre che con mal di testa, astenia, depressione ed altre sintomatologie invalidanti.
In moltissimi casi la fibromialgia presenta una componente osteopatica e quindi la fibromialgia è trattabile con l'Osteopatia.
Con l'Osteopatia è possibile raggiungere almeno tre obiettivi:
- Diminuzione del dolore e della rigidità
- Diminuzione della stanchezza
- Miglioramento della qualità del sonno
Nei casi più gravi è possibile ridurre almeno a livello sopportabile le varie componenti sintomatiche della fibromialgia, mentre nei casi meno gravi si riescono a ottenere notevoli miglioramenti della qualità di vita del Paziente.
- Approccio osteopatico
- Trattamento osteopatico
- Considerazioni sul trattamento osteopatico
- Casi reali
- Generalità
- Segni e sintomi
- Cause
- Rimedi tradizionali
Generalità sulla fibromialgia
La fibromialgia è una complessa sindrome di non facile descrizione, prevalentemente incentrata sul dolore muscolo fasciale ma che coinvolge e compromette anche altre funzioni trasfromandosi spesso in una patologia effettivamente invalidante.
Il tentativo da parte dell'American College of Reumatology (1990, 2010 e 2011) di stabilire criteri standard per definire la fibromialgia non ha prodotto risultati significativi.
Addirittura è stato evidenziato come, ad oggi, sia ancora impossibile determinare uno standard univoco di definizione per descrivere la fibromialgia (Wolfe, 2016).
Da un punto di vista epidemiologico la fibromialgia si manifesta prevalentemente nel sesso femminile con un tasso di 9:1 rispetto al sesso maschile.
In Italia la fibromialgia colpisce circa 1,5 - 2 milioni di persone, per la maggior parte di età compresa fra i 25 e i 55 anni.
La fibromialgia può manifestarsi da sola o in concomitanza di altre patologie fra cui lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, artrosi, polimialgia reumatica, malattie infettive (Epstein - Barr, HBV, HCV), tumori.
La fibromialgia non provoca danni tissutali né agli organi; inoltre, nonostante possa coesistere con altre patologie, non sembra costituire causa scatenante di altre patologie.
La fibromialgia ha spesso un decorso cronico e, per questo motivo, è spesso di difficile guarigione.
Segni e sintomi della fibromialgia
Il sintomo principale è sempre il dolore cronico e diffuso.
Oltre a dolore, rigidità muscolare e tensione muscolare, la fibromialgia presenta anche altri sintomi la cui frequenza e intensità sono variabili da caso a caso.
Vediamo nel dettaglio.
Dolore
La manifestazione immediata e sicuramente più invalidante è appunto il dolore.
Il dolore viene riferito dai Pazienti prevalentemente ai muscoli, ai tendini, ai legamenti, vale a dire alle parti molli dell'apparato locomotore.
Il dolore percepito non viene quasi mai descritto come dolore osseo in senso specifico ma piuttosto come un dolore diffuso in tutto il corpo o in alcune aree del corpo.
Perché il dolore lamentato dal Paziente possa essere classificato di origine fibromialgica, esso deve soddisfare almeno due criteri:
- Essere presente da almeno 3 mesi
- Essere positivo alla palpazione di più di 11 tender points su 18: i tender points sono particolari punti (vedi figura) utilizzati a scopo diagnostico nei confronti della fibromialgia.
È ancora necessario ricordare che il dolore della fibromialgia non è di origine infiammatoria.
Gli esami di laboratorio o la diagnostica strumentale non restituiscono mai valori alterati in caso di fibromialgia per cui non è possibile associare il dolore della fibromialgia a fattori biologici, fisici o chimici.
Per questo motivo sino agli anni '80 i Pazienti che soffrivano di fibromialgia venivano spesso classificati come psicosomatici o ansiosi.
Del resto la fibromialgia molto spesso può essere confusa con:
- Cervicale
- Mal di schiena
- Dolore alla spalla
- Dolore al gomito: epicondilite ed epitrocleite
- Dolore alla mano
- Dolore all'anca
- Sindrome del piriforme
- Dolore al ginocchio
- Dolore al piede
- Gambe gonfie
Astenia
Un importante sintomo spesso associato è l'astenia, cioè la stanchezza, la fiacchezza.
Nel caso della fibromialgia l'astenia raggiunge livelli assolutamente debilitanti poiché si manifesta in maniera cronica e viene descritta come un esaurimento totale delle forze.
Oltre un certo livello, questo tipo di sintomo non è più compatibile con il normale svolgimento delle attività quotidiane e lavorative, fino a trasformarsi in un elemento di invalidità permanente.
Disturbi del sonno
I Pazienti fibromialgici spesso riferiscono difficoltà ad addormentarsi a causa di dolori o senso di ansia.
Inoltre il sonno è spesso interrotto dal dolore per cui questi Pazienti soffrono di insonnia e riferiscono di svegliarsi più volte nel corso della notte.
Al mattino il Paziente si sente comunque spossato, anche nei casi in cui riesca a dormire per tempi più prolungati.
La fase del sonno maggiormente disturbata sembrerebbe essere la fase 4, la fase di sonno profondo, per cui il sonno, nel Paziente fibromialgico, non costituisce mai un vero periodo di ristoro.
Formicolio e parestesia
Con una certa frequenza il Paziente fibromialgico riferisce formicolii e parestesie, soprattutto alle dita delle mani e dei piedi.
Questi sintomi sono riferibili ad alterazioni della sensibilità che originano a livello del sistema nervoso centrale.
Per ulteriori informazioni puoi consultare le pagine su formicolio e formicolio alle mani.
Mal di testa
Spesso mal di testa, emicrania e cefalea costituiscono sintomi complementari alla fibromialgia.
Il dolore percepito ai muscoli e ai tessuti connettivi spesso si estende all'estremità cefalica andando ad aggravare il quadro complessivo.
Per maggiori informazioni puoi consultare la pagina sul mal di testa.
Depressione e ansia
Quadri depressivi e ansiogeni sono spesso secondari allo stato di malessere generale protratto nel tempo.
Il Paziente, dopo mesi se non anni di sofferenze, inevitabilmente sviluppa sintomi depressivi, paure o sensazioni di ansia generale.
L'evoluzione di queste situazioni dipende molto dal vissuto specifico del singolo Paziente e dal livello del dolore ma solitamente si cerca sempre di non sottovalutare i risvolti emotivi della fibromialgia in considerazione dello stress psicologico che una sintomatologia al tempo stesso cronica e intensa inevitabilmente comporta.
Deficit di memoria e concentrazione
Le capacità cognitive non di rado sono alterate a causa essenzialmente della perdita di sonno e dei risvolti depressivi e ansiogeni legati alla fibromialgia.
Il Paziente sottoposto ad un dolore e ad una mancanza di riposo cronici spesso perde la capacità di concentrazione e di attenzione.
Anche la memoria, soprattutto a breve termine, risente di questo disagio.
Tutto ciò si riflette sia nella vita di tutti i giorni che a livello lavorativo, soprattutto per quanto riguarda gli impieghi a carattere intellettuale.
Disturbi gastroenterici
Più della metà dei Pazienti che soffrono di fibromialgia presentano sintomatologie riferite all'apparato digerente e sindrome del colon irritabile.
Sintomi tipici sono: nausea, diarrea, stitichezza, dolore addominale, in qualche caso reflusso gastro esofageo e dispepsia.
Altri sintomi
Oltre ai sintomi descritti in precedenza possono essere presenti altri sintomi, anche se con minore frequenza:
- Fascicolazioni muscolari
- Tachicardia
- Dismenorrea
- Incontinenza urinaria, pollachiuria e minzione dolorosa
- Visione sfocata, fotofobia
- Secchezza degli occhi
- Ipersensibilità della pelle
- Acufeni
- Malocclusione dentale e disordini mandibolari
Cause della fibromialgia
Le cause della fibromialgia non sono ancora definite con chiarezza.
Esistono diverse ipotesi a sostegno dell'insorgenza della fibromialgia, ciascuna della quali non è esclusiva nei confronti delle altre, pertanto è possibile che la fibromialgia possa avere un'eziologia multifattoriale.
Vediamo meglio.
Alterazioni a livello dei neurotrasmettitori
L'alterazione dei tassi di serotonia, dopamina e noradrenalina possono causare deficit di conduzione a livello del sistema nervoso centrale e un'alterazione nella percezione del dolore.
Stress psicofisico
Forti stress psicologici o importanti traumi fisici possono trasformarsi in fattori di scatenamento della sindrome fibromialgica. Alcuni Pazienti riferiscono, per esempio, di avere cominciato a sviluppare la fibromialgia dopo un divorzio, un lutto o un incidente automobilistico.
Squilibrio ormonale
L'alterazione dei tassi ormonali può essere è stata riscontrata in Pazienti fibromialgici, in particolare per quanto riguarda l'asse ipotalamo ipofisario surrenalico con minore produzione di cortisolo.
Disturbi del sonno
I disturbi del sonno possono essere sia un effetto indotto che, talvolta, una causa scatenante della sindrome fibromialgica. A volte il dolore impedisce di dormire ma a volte la mancanza di un sonno regolare può indurre affaticamento nervoso e abbassamento della soglia del dolore.
Predisposizione genetica
Sembra esistere una predisposizione genetica per quanto riguarda la fibromialgia. Inoltre i Pazienti fibromialgici, come anche altre classi di Pazienti, presentano alterazioni cromosomiche che potrebbero preparare il terreno allo sviluppo della fibromialgia.
Origine infettiva
Alcune malattie infettive, come per esempio la mononucleosi infettiva o il morbo di Lyme, sembrerebbero essere fattori scatenanti la fibromialgia o comunque fattori di aggravamento sintomatico.
Rimedi tradizionali per la fibromialgia
Da un punto di vista terapeutico si interviene sui vari sintomi della fibromialgia.
I rimedi proposti sono essenzialmente farmacologici; ad essi si affiancano altre forme di intervento che rivestono un ruolo complementare.
Terapia farmacologica
Sicuramente il rimedio principale perla fibromialgia sono i farmaci.
Si distinguono diverse classi di farmaci:
- Analgesici: la fibromialgia non risponde con facilità ai farmaci antidolorifici per cui è necessario rivolgersi ad uno Specialista del settore in modo da avere prescrizioni mirate.
- Miorilassanti: i farmaci miorilassanti sono generalmente molto utili in quanto permettono un rilascio delle contratture muscolari e un'attenuazione del dolore in maniera a volte significativa.
- Antidepressivi: i farmaci antidepressivi sono consigliati qualora dovessero insorgere alterazioni umorali o squilibri della sfera emotiva. Spesso il Paziente con fibromialgia va incontro a periodi depressivi o a cali di umore.
- Antiepilettici: questi farmaci sono prescritti nei casi più ostinati, quado il Paziente non risponde in maniera soddisfacente alla terapia antidolorifica di base.
Terapia fisica
Le varie forme di terapia fisica sono largamente impiegate nel trattamento della fibromialgia.
Elettromedicali, ultrasuonoterapia, laserterapia, tecarterapia e altre forme di intervento sono impiegate soprattutto a scopo antidolorifico.
Psicoterapia e terapia cognitivo comportamentale
Interventi psicoterapici sono impiegati sul Paziente affetto da fibromialgia in quanto la componente psico affettiva è sempre importante.
Come già evidenziato in precedenza la sintomatologia dolorosa protratta nel tempo può innescare fenomeni depressivi e turbe della sfera cognitiva e affettiva per cui un sostegno in questo senso è spesso molto utile.
Consigli comportamentali
- Alimentazione sana: per quanto non esistano indicazioni specifiche, si cerca sempre di consigliare al Paziente di una dieta equilibrata. Si consiglia di bere molta acqua e di mangiare frutta e verdura.
- Attività motoria aerobica: si consiglia un'attività motoria non eccessivamente stancante, a regimi aerobici, come per esempio passeggiate, nuoto o bicicletta evitando gli sforzi eccessivi. L'attività faticosa (palestra) non è invece ben tollerata dai Pazienti con fibromialgia.
- Miglioramento della qualità del sonno: si consiglia, per quanto possibile, di favorire al massimo il riposo cercando di migliorare le condizioni del ristoro (materassi comodi, cuscini ortopedici) e introducendo sonnellini pomeridiani o brevi stacchi.
- Ridurre lo stress: in linea generale il Paziente dovrebbe tenersi lontano da attività eccessivamente impegnative o da fonti di stress di qualsiasi tipo cercando di adottare strategie per limitare al massimo le situazioni psicologicamente difficoltose.
Terapie complementari
Terapie complmentari o attività di supporto possono essere consigliate in caso di fibromialgia a scopo palliativo.
In molti casi possono dare un notevole conributo al benessere psicofisico della persona in quanto, anche quando non riescono a intervenire sui sintomi inmaniera diretta, contribuiscono al rilassamento e al benessere generale del Paziente.
- Agopuntura: può essere praticata su tutti i Pazienti senza effetti collaterali e, in qualche caso, contribuisce ad alleviare il dolore in maniera anche significativa.
- Massoterapia: generalmente sono preferibili manovre lievi in quanto pressioni eccessive vanno, solitamente, ad esacerbare i sintomi. Un massaggio blando può essere invece di aiuto al Paziente fibromialgico poiché favorisce il rilassamento muscolare e dà un senso di sollievo dal dolore.
- Yoga e meditazione: queste pratiche, pur non essendo considerate vere terapie, aiutano il rilassamento generale del Paziente e possono essere di aiuto.
- Fitoterapia: le piante medicinali contribuiscono a migliorare il livello di vitalità della persona e la qualità del sonno.
- Integratori alimentari e vitamine: possono costituire un supporto alla terapia farmacologica.
Approccio osteopatico alla fibromialgia
In molti casi la fibromialgia ha un'origine osteopatica.
Tuttavia, dal momento che l'Osteopatia manca di un'integrazione adeguata a livello medico e sanitario, la presenza di una disfunzione osteopatica normalmente sfugge al normale controllo routinario della diagnostica tradizionale.
Una banale disfunzione vertebrale, per citare un esempio, non viene idenificata da nessun esame diagnostico né da alcuna valutazione clinica specialistica, allo stato attuale.
Pertanto un dolore di natura osteopatica viene interpretato sempre in altro modo.
La fibromialgia non fa eccezione in questo senso.
Molto spesso dolori muscolo fasciali, tendinei o articolari sono semplicemente l'espressione di un disordine dinamico o meccanico.
Questo spiega l'estrema efficacia dell'intervento osteopatico: se il dolore dipende da una vertebra bloccata, ritornando all'esempio precedente, per lenire quel dolore sarà sufficiente sbloccare quella vertebra.
A scanso di cadere in eccessive semplificazioni, in effetti molto spesso questo è quello che accade.
Detto questo, comunque, è altrettanto vero che non tutte le forme di fibromialgia hanno una base funzionale, osteopatica.
In alcuni casi il dolore può essere l'espressione di un deficit di conduzione, di un'alterazione ormonale o la somatizzazione di uno stato ansioso.
L'Osteopatia pertanto non pretende di costituire l'unico rimedio possibile nei confronti della fibromialgia.
Vista, tuttavia, la non trascurabile incidenza dei casi di fibromialgia di origine funzionale, questa possibilità dovrebbe essere presa, quanto meno, in seria considerazione.
Trattamento osteopatico della fibromialgia
Normalmente gli squilibri funzionali alla base della fibromialgia, come più in generale delle sintomatologie sistemiche e complesse, hanno origine nei sistemi profondi, vale a dire a livello del sistema cranio sacrale e a livello del sistema delle fasce.
Gli squilibri dinamici dei sistemi profondi, specie quando di una certa entità, sono spesso associati a turbe neurovegetative, squilibri dei sistemi autonomi, disturbi del sonno e alterazioni umorali.
Pertanto l'indagine osteopatica parte proprio dall'analisi di questi ambiti per poi estendersi anche a sistemi più periferici e superficiali.
Adattamenti osteopatici di tipo cranio sacrale
Gli adattamenti disfunzionali della base del cranio costituiscono uno dei principali meccanismi di sviluppo della sindrome fibromialgica.
Le disfunzioni cranio sacrali infatti vanno a perturbare, contemporaneamente e in maniera trasversale, diverse funzioni.
Funzione meccanica dello scheletro
Le restrizioni dinamiche della base del cranio non restano confinate alla scatola cranica ma vengono esportate in periferia attraverso la meninge esterna e il sistema delle fasce.
La meninge esterna, o dura madre, costituisce un importante connessione anatomica fra il cranio e l'osso sacro trasmettendo le tesioni dinamiche in maniera molto diretta dal cranio al sacro.
In questo modo una disfunzione craniale si trasmette all'osso sacro andando a influenzarne la mobilità intorno a precisi assi.
L'osso sacro e, di conseguenza, tutto il bacino vengono pesantemente perturbati nella loro mobilità dalle disfunzioni craniali al punto che se non si corregge la dinamica della base del cranio risulta impossibile apportare correzioni significative alla mobilità del bacino.
Il bacino, a sua volta, porta in disfunzione gli arti inferiori e la colonna vertebrale creando problemi sistemici a tutto l'apparato locomotore.
Il sistema delle fasce, al pari della meninge esterna, costituisce un altro importante veicolo di trasmissione delle disfunzioni meccaniche in partenza dal cranio.
Le fasce, a partire dal tratto cervicale, trasmettono le disfunzioni osteopatiche verso il basso distribuendole a tutta la periferia e compromettendo così la funzione dinamica dello scheletro e delle articolazioni.
Le alterazioni dinamiche dello scheletro e del sistema mio fasciale si esprimono spesso con dolore e rigidità articolare dando origine a un malessere generale e diffuso generalmente mal sopportato dal Paziente.
Tono muscolare
Il livello del tono muscolare è fortemente influenzato dalle disfunzioni cranio sacrali.
Molto spesso il Paziente riferisce rigidità, tensione diffusa, spesso a livello delle spalle, e non riesce a rilassarsi in alcun modo.
Nella maggior parte dei casi il Paziente giunge alla conclusione che la rigidità muscolare dipenda da stress o da problemi di natura psicologica.
In questi casi tuttavia tecniche di rilassamento o massaggi non costituiscono mai una soluzione.
In moltissimi casi la rigidità muscolare dipende da disfunzioni cranio sacrali.
Per questo motivo, in moltissimi casi, le tecniche cranio sacrali sono estremamente efficaci nella riduzione della rigidità muscolare, soprattutto se associate a tecniche fasciali (vedi dopo).
Funzionalità intestinale
La mobilità intestinale e quindi il transito intestinale sono spesso colpiti dalle disfunzioni cranio sacrali.
Questo perché, a livello dei forami giugulari della base del cranio, fuoriescono i nervi vaghi che si dirigono verso i visceri.
I nervi vaghi trasportano informazioni parasimpatiche, cioè sovrintendono al funzionamento dei visceri nel loro complesso.
Per cui una restrizione osteopatica a livello dei forami giugulari crea un'alterazione della conduzione nervosa dei nervi vaghi.
Tale alterazione si riflette sulla funzione stessa dei visceri che, a livello intestinale, si manifesta nella maggior parte dei casi come un rallentamento del transito.
Come conseguenza si hanno stitichezza, o stipsi, gonfiore addominale e coliche.
La correzione delle disfunzioni della base del cranio, in particolare a livello occipito mastoideo, assicura una corretta dinamica a livello del forame giugulare permettendo il ripristino del funzionamento fisiologico del sistema vagale.
Funzioni neurovegetative
Le disfunzioni e soprattutto le compressioni della base del cranio si riflettono in maniera piuttosto diretta sulle strutture neurovegetative, in particolare sulla sella turcica dell'ipofisi, oltre che sulle varie parti dell'encefalo in maniera diffusa.
Questa situazione può dare origine a sintomatologie come nausea, capogiro, sintomatologie vagali, astenia generale, mancanza di coordinazione e, nei casi più gravi, anche ad alterazione dei tassi di alcuni ormoni, soprattutto in relazione all'asse ipotalamo ipofisario.
La compressione intracranica provoca inoltre senso di nervosismo, inquietudine e irritabilità, sensazioni spesso non riconducibili a un motivo particolare.
Livello di vitalità della persona
Il livello di vitalità della persona è uno dei parametri maggiormente influenzati dalle disfunzioni della base del cranio.
Le compressioni osteopatiche del cranio limitano notevolmente la vitalità, vale a dire l'energia vitale della persona, esprimendosi non con sintomi specifici ma con un generico senso di debolezza, spossatezza a cui seguono, come conseguenza, mancanza di iniziativa, depressione e spesso sonnolenza.
La liberazione da queste disfunzioni restituisce spesso una maggiore vitalità alla persona: spesso i Pazienti riferiscono di sentirsi più energici, di riuscire a fare più cose nella giornata e di avere un umore migliore.
Qualità del sonno
Il sonno tende sempre a migliorare correggendo le disfunzioni della base del cranio.
Questo viene riferito da moltissimi Pazienti, la maggior parte dei quali osserva questo genere di miglioramento in via del tutto secondaria essendosi presentata per motivi completamente diversi (non solo per la fibromialgia).
Dopo il trattamento osteopatico i Pazienti riferiscono di avere maggior facilità ad addormentarsi la sera e riferiscono di non svegliarsi durante la notte.
Al mattino riferiscono di sentirsi maggiormente riposati con grande miglioramento delle prestazioni durante la giornata.
Conclusioni
La correzione delle disfunzioni cranio sacrali porta grandi vantaggi al Paziente con diagnosi di fibromialgia.
I disagi precedentemente descritti spesso vengono attribuiti e accorpati alla sindrome fibromialgica ma l'esperienza dimostra che in moltissimi casi sono solo l'effetto di disfunzioni cranio sacrali.
Pertanto il riequilibrio cranio sacrale è di primaria importanza nel trattamento della fibromialgia, se non altro è necessario escludere che i sintomi riferiti siano effettivamente di natura funzionale.
Adattamenti osteopatici di tipo fasciale
Le disfunzioni osteopatiche delle fasce sono un altro importante fattore in grado di scatenare sintomi dolorosi diffusi a livello generale o anche specifici in alcuni distretti.
Il dolore riferito ai tessuti molli e ai tessuti fibrosi molto spesso è una conseguenza delle tensioni fasciali.
Per inciso, quando parliamo di fasce ci riferiamo a quella componente connettivale che avvolge e sostiene l'intera impalcatura scheletrica: le fasce sono la parte bianca della carne che vediamo esposta nel banco del macellaio, per dare un riferimento comprensibile anche ai non addetti ai lavori.
Queste strutture, per quanto possano apparire come striature o filetti in un trancio di carne in esposizione, in realtà costituiscono, nel loro insieme, una complessa impalcatura che, fissandosi allo scheletro, avvolge tutti i muscoli, gli organi, i fasci arteriosi, i nervi e le strutture interne dando sostegno all'intero organismo.
Una tensione sulle fasce, a qualunque livello, si riflette pertanto, in maniera più o meno diretta, su tutto il sistema fasciale.
I sintomi riferiti sono sempre dolori, bruciori, tensioni, limitazioni articolari, rigidità muscolare, formicolio e altre sintomatologie periferiche.
Il trattamento delle fasce pertanto è fondamentale in caso di fibromialgia.
Del resto il termine stesso fibromialgia indica, letteralmente, algia (cioè dolore) del tessuto fibroso.
Il trattamento osteopatico del tessuto fibroso si è dimostrato in moltissimi casi risolutivo nei confronti del dolore e nei confronti di quei sintomi precedentemente menzionati spesso associati al dolore.
Adattamenti osteopatici di tipo strutturale
In alcuni casi adattamenti osteopatici strutturali, relativi cioè a specifiche articolazioni o a specifici segmenti scheletrici, possono essere all'origine di dolori miofasciali.
A volte rotazioni vertebrali, disfunzioni delle teste costali, disfunzioni del calcagno, della tibia, come dell'ulna, del metacarpo o di altre parti periferiche possono effettivamente innescare sintomi dolorosi riferiti, nella maggior parte dei casi, in zone lontane dalla sede di disfunzione.
Le disfunzioni strutturali hanno un impatto globale minore rispetto alle disfunzioni cranio sacrali o fasciali ma possono rivelarsi delle vere e proprie spine nel fianco poiché non sono di facile individuazione e danno effetti a volte acuti.
Pertanto l'analisi funzionale della struttura è estremamente importante in caso di fibromialgia poiché, in alcuni casi, un dolore distrettuale può semplicemente dipendere da una disfunzione somatica facilmente risolvibile con le tecniche osteopatiche.
Adattamenti osteopatici di tipo viscerale
In un numero minore di casi possono essere presenti anche disfunzioni viscerali.
Le disfunzioni viscerali possono coinvolgere i visceri del mediastino (dentro al torace), i visceri sotto diaframmatici (stomaco, fegato), i visceri retroperitoneali (reni) e i visceri del piccolo bacino (vescica soprattutto).
Le disfunzioni viscerali, ricordiamo, non provocano problemi funzionali ai visceri ma si riflettono sulla parete muscolo scheletrica tramite riflessi neurovegetativi o connesioni fasciali.
Pertanto una disfunzione, per esempio, della vescica non provocherà problemi urinari ma, caso mai, un'alterazione della mobilità iliaca.
Pertanto, in caso di fibromialgia, è necessario estendere l'indagine osteopatica anche ai visceri dal momento che in qualche caso i visceri possono essere responsabili di sintomatologie ascrivibili alla sindrome fibromialgica.
Considerazioni sul trattamento osteopatico della fibromialgia
Ad un'analisi obiettiva è possibile affermare che l'Osteopatia rappresenti una soluzione efficace in caso di fibromialgia.
Come visto in precedenza moltissimi sintomi attribuiti alla fibromialgia possono avere, in effetti, una causa osteopatica.
Questo accade frequentemente per cui, in caso di fibromialgia, una revisione osteopatica è sempre indicata.
Vogliamo comunque ribadire che non sempre la sindrome fibromialgica ha una base osteopatica o ha una base esclusivamente osteopatica per cui non possiamo considerare l'Osteopatia una soluzione per tutte le forme di fibromialgia.
Inoltre è anche vero che i Pazienti con diagnosi di fibromialgia spesso presentano sintomatologie da mesi se non da anni.
In questi casi, anche qualora sussistesse una base osteopatica, la soluzione non è semplice.
Nel senso che un quadro osteopatico strutturato e presente da molto tempo manifesta sempre una certa resistenza alla correzione.
Una disfunzione presente da anni infatti tende a creare adattamenti organici sui tessuti connettivi, la cui intensità è direttamente proporzionale al tempo di mantenimento della disfunzione.
Per questo motivo il ripristino funzionale di una situazione attiva da anni può essere, a volte, di non breve durata.
Questo naturalmente non deve costituire motivo di scoraggiamento da parte del Paziente.
Semplicemente è necessario capire che la fibromialgia è un fenomeno complesso e di non facile soluzione, e questo anche da un punto di vista osteopatico.
Casi reali
A titolo di esempio riporto il caso di una casalinga di 61 anni affetta da diversi anni da dolori cronici in tutti i distretti corporei, ultimamente concentrati soprattutto su collo e braccia con associato formicolio soprattutto alla mano destra.
Il tutto era iniziato con un trauma anni prima: la Paziente aveva subito un colpo di frusta a cui era seguito un episodio febbrile piuttosto violento durato qualche giorno.
Trascorso questo episodio la Paziente sembrava essere ristabilita ma, nel corso dei mesi successivi, dolori diffusi in tutto il corpo hanno cominciato a manifestarsi in maniera sempre più frequente e con intensità sempre maggiore.
La Paziente è stata sottoposta a innumerevoli esami diagnostici di tipo radiografico, ematochimico, ecografico e neurofisiologico.
Sono emersi segni di sofferenza a livello scheletrico e articolare, un'importante rettilineizzazione della lordosi cervicale, artrosi diffusa, una lieve sclerosi dei tetti acetabolari ma il quadro complessivo non ha mai destato particolari sospetti: i test ematochimici sono risultati sempre prevalentemente nei limiti della norma.
Inizialmente il problema era stato classificato come cervicalgia o cervicobrachialgia; successivamente il dolore si è spostato anche a livello lombare e sulle gambe fino a creare una situazione di disagio generale piuttosto pesante.
La diagnosi di fibromialgia è arrivata in tempi relativamente recenti ma di fatto il problema era in atto già da anni.
I rimedi proposti a partire dalla diagnosi di fibromialgia erano già noti alla Paziente in quanto negli anni precedenti ne aveva già usufruito con scarsi risultati.
Per questo motivo la Paziente ha cercato una via alternativa alla terapia sintomatica.
All'esame osteopatico questa Paziente presentava soprattutto una forte compressione alla base del cranio e una notevole sofferenza funzionale dei sistemi profondi.
Il cranio presentava una consistenza piuttosto dura e l'osso sacro una disfunzione di anteriorità sul lato destro con un compenso iliaco dallo stesso lato.
A partire da questa grossa disfunzione di tipo cranio sacrale seguivano adattamenti periferici di tipo secondario e soprattutto una forte disorganizzazione mio fasciale a livello cervicale e del cingolo scapolare.
Il trattamento si è sviluppato in poche sedute diluite nel corso di 3/4 mesi durante i quali il quadro disfunzionale è stato corretto in maniera stabile.
A distanza di 6 mesi la sintomatologia generale ha avuto un miglioramento sensibile della situazione con una variazione in positivo sia sull'intensità dei sintomi che sulla frequenza.
In particolare la Paziente ha avuto una notevole riduzione della rigidità generale, un miglioramento della mobilità articolare, una sensibile diminuzione del dolore e la completa scomparsa del formicolio alla mano.
Nei mesi successivi la situazione ha avuto ancora qualche sviluppo in senso positivo fino a una risoluzione completa.
Un periodo di 6 mesi può sembrare lungo ma bisogna considerare che il problema era in atto da anni: rivista a distanza la Paziente ha riferito di non avere avuto più alcun tipo di sintomo né ricadute o recidive.
Questo caso in effetti è uno tra i più fortunati.
Una risoluzione completa dei sintomi, in caso di fibromialgia, non è un target facilmente raggiungibile, anche per le tecniche osteopatiche.
Attraverso le tecniche osteopatiche, nella maggior parte dei casi, si riesce a ridurre l'intensità e la frequenza dei sintomi fino a trasformare la fibromialgia in una condizione sopportabile, tale da permettere un miglioramento della qualità di vita del Paziente.