Dolore alla mano
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta il dolore alla mano.

Molto spesso il dolore alla mano ha una causa funzionale per cui l'Osteopatia costituisce un rimedio efficace.

La percentuale di successo è statisticamente molto alta.

Cause del dolore alla mano

Statisticamente in moltissimi casi il dolore alla mano ha una causa osteopatica: in molti casi sussistono disfunzioni dinamiche di natura muscolare, articolare, tendinea che possono essere trattate con le tecniche osteopatiche.

In molti casi dette disfunzioni sono acquisite sulla base di traumi diretti ben identificabili, mentre in altri casi si tratta di acquisizioni distribuite nel tempo, come una serie di microtraumi accumulati nel corso degli anni.

Ancora è possibile che possano coesistere, accanto a disfunzioni dinamiche, patologie non osteopatiche che contribuiscono ad aggravare la situazione sintomatica.

Vediamo a seguire le principali cause di dolore alla mano.

Fratture

Spesso si sviluppa dolore alla mano in seguito a una frattura.

In molti casi la frattura è già consolidata, la riabilitazione è stata effettuata ma il dolore continua a persistere.

In questi casi molto spesso sono presenti adattamenti osteopatici ancora attivi a livello della mano.

Al momento del trauma, infatti, l'arto superiore acquisice (oltre alla frattura) anche adattamenti disfunzionali di tipo osteopatico.

Mentre la frattura viene ridotta le disfunzioni dinamiche, al contrario, vengono mantenute.

In questo modo, anche se il problema ortopedico è risolto, il problema osteopatico continua a persistere provocando dolore alla mano.

Quindi l'intervento osteopatico è utile poiché, per ridurre il dolore, è necessario ripristinare la normale funzione articolare e muscolare.

Vediamo le principali tipologie di fratture alla mano.

Frattura del polso

Il meccanismo lesionale solitamente è costituito da una caduta, in avanti o in dietro, che costringe la persona ad allungare le braccia a scopo protettivo.

La frattura del polso avviene in seguito al violento impatto a terra della mano.

Le fratture maggiormente riportate sono:

Le fratture vengono sempre ridotte dall'Ortopedico e, successivamente, viene intrapreso un ciclo di riabilitazione.

Frattura delle dita della mano

Le dita della mano sono frequentemente soggette a fratture.

Le fratture delle dita possono verificarsi sia in ambito lavorativo che in ambito sportivo e costituiscono spesso causa di invalidità.

Le fratture delle dita vengono solitamente ridotte tramite stecche da immobilizzazione in circa 4 settimane, a volte meno.

Nei casi più gravi sono necessari interventi di ricostruzione.

Distorsione del polso e distorsione delle dita della mano

Il dolore alla mano in alcuni casi dipende da esiti di traumi distorsivi.

Il meccanismo traumatico è legato a cadute accidentali, incidenti sportivi o incidenti lavorativi nella maggioranza dei casi.

Come in generale tutti i traumi meccanici, anche la distorsione lascia spesso adattamenti osteopatici sui tessuti.

Anche se il tessuto non si lesiona, tuttavia subisce trazioni o compressioni che lasciano adattamenti funzionali come contratture muscolari, stress dinamici sulla fascia o tensioni di varia natura sul tessuto connettivo, talvolta penetranti in profondità.

Tali adattamenti tuttavia possono dare ripercussioni funzionali sistemiche, soprattutto quando sono di entità notevole o numerosi.

Le sezioni maggiormente colpite sono le capsule articolari e i sistemi legamentosi, oltre che le guaine tendinee e i muscoli adiacenti.

Le zone anatomiche maggiormente coinvolte sono le dita, che subiscono distorsioni in estensione o in deviazione laterale, e il polso, che può subire stress in flessione o in estensione.

L'Osteopatia va a rimuovere le disfunzioni dinamiche che si instaurano in seguito all'evento distorsivo, restituendo così al tessuto la possibilità di tornare a lavorare in maniera fisiologica.

Lesione dei tendini delle dita

Le lesioni dei tendini delle dita possono essere la conseguenza di un evento traumatico, soprattutto in ambito lavorativo, ma possono avvenire anche su base degenerativa.

In entrambi i casi è necessario ricostruire il tendine chirurgicamente.

Tuttavia, una volta risolto il problema da un punto di vista chirurgico, è possibile che possano continuare a persistere problemi come difficoltà funzionali o dolore alla mano.

In questi casi è necessario assicurarsi che non siano in atto disfunzioni di tipo osteopatico.

In caso di lesioni traumatiche spesso, al momento della lesione, si instaurano anche disfunzioni di tipo osteopatico a livello della mano o delle dita, come restrizioni delle fasce, stress tensivi sultessuto connettivo o contratture muscolari.

In caso di lesioni su base degenerativa, molto spesso sono presenti disfunzioni dinamiche a livello dell'arto superiore; anzi in questi casi molto spesso sono presenti disfunzioni meccaniche a livello della mano che costringono i tendini a lavorare fuori dai propri assi.

Inoltre le ferite chirurgiche molto spesso causano aderenze o restrizioni fasciali che necessitano di essere trattate allo scopo di rielasticizzare il tessuto connettivo.

Per queste ragioni in seguito ad una lesione tendinea una revisione osteopatica è sempre consigliata.

L'Osteopatia tratta infatti il tessuto connettivo con tecniche soft, non invasive e completamente indolori.

Tendinite delle dita

Molto spesso il dolore alla mano è causato da una tendinite o, più precisamente, da una tenosinovite.

Soprattutto intorno polso transitano numerosissimi tendini, sia sulla faccia dorsale (tendini estensori) che sulla faccia palmare (tendini flessori).

Detti tendini scorrono in apposite guaine, un po' come il cavo dei freni della bicicletta, mantenute adese alla parete ossea da strutture fibrose dette lacerti o pulegge.

Proprio a livello delle pulegge si sviluppano i maggiori attriti poiché a questo livello i tendini solitamente cambiano direzione di scorrimento esercitando su queste strutture una pressione notevole.

Dal momento che a livello del carpo (polso) queste strutture sono presenti in abbondanza, spesso proprio qui si sviluppano infiammazioni e versamenti.

La sindrome di De Quervain (vedi dopo) costituisce un esempio di questa tipologia di problema.

In questi casi il lavoro osteopatico è orientato al riequilibrio non solo del polso ma di tutto il sistema flessore ed estensore delle dita prendendo in considerazione anche il gomito e l'avambraccio.

Infatti è proprio dall'avambraccio che partono i tendini dei muscoli diretti alle dita, per cui non è sufficiente trattare il polso ma è necessario indagare anche a monte in maniera più estesa.

Anche a livello del palmo della mano e del dorso della mano possono svilupparsi tendiniti avvertibili come dolori profondi a livello del palmo o come dolori sul dorso della mano.

In questi casi è necessario indagare anche a livello della mano in maniera specifica, oltre che a livello dell'avambraccio.

In particolare le contratture dei muscoli intrinseci della mano possono costituire un impedimento funzionale notevole nei confronti dello scorrimento dei tendini.

I muscoli lombricali soprattutto sono fra i principoali responsabili di questo genere di disguido.

Il dito a scatto (vedi dopo) è un esempio tipico di questa tipologia di disfunzione.

Attraverso le tecniche osteopatiche è possibile intervenire sulle disfunzioni dinamiche dei tendini e delle strutture fibrose della mano riportando la mano a lavorare in maniera fisiologica.

Sindrome di De Quervain

Una causa frequente di dolore al polso e di dolore alla mano in generale è la sindrome di De Quervain.

Si tratta di una tenosinovite che colpisce i muscoli abduttore lungo del pollice ed estensore breve del pollice.

Il dolore si manifesta prevalentemente a livello del polso, in particolare sulla zona laterale subito sopra il pollice ed è innescato sia dai movimenti del pollice che dai movimenti della mano in generale.

La sindrome di De Quervain ha sempre una base funzionale poiché in larga misura dipende dai disguidi meccanici dell'avambraccio e della mano, pertanto la sindrome di De Quervain è trattabile con l'Osteopatia.

Le disfunzioni dinamiche della zona laterale del polso e del nervo radiale sono trattate efficacemente dall'Osteopatia mediante tecniche muscolo fasciali.

Per maggiori dettagli puoi andare alla pagina sulla sindrome di De Quervain.

Dito a scatto

Il dito a scatto rappresenta un fenomeno piuttosto diffuso da un punto di vista epidemiologico.

Si tratta di una particolare affezione della mano tale per cui uno o più dita presentano una difficoltà a flettersi e a estendersi.

Il movimento di flesso estensione ad un certo punto risulta ostacolato e, se si forza il dito ad andare oltre, si verifica un passaggio brusco, un vero e proprio scatto.

La causa ufficiale del dito a scatto è la presenza di un nodulo fibroso a livello del tendine, solitamente il flessore, che rende difficoltoso lo scorrimento dello stesso tendine in corrispindenza delle pulegge fibrose a livello del palmo della mano.

In realtà si osserva che, trattando la mano con le tecniche osteopatiche, il dito a scatto regredisce in tempi rapidi.

Il che suggerisce l'ipotesi che la causa del dito a scatto possa essere in realtà in buona parte di natura funzionale e non solo anatomica.

Per maggiori approfondimenti è possibile andare alla pagina sul dito a scatto.

Sindrome del tunnel carpale

I fasci vascolo nervosi in transito dal tunnel carpale possono essere talvolta compromessi in caso di compressione locale.

Quando le strutture muscolo scheletriche e soprattutto le fasce si trovano in uno stato di tensione in alcuni casi possono andare a comprimere sia il nervo mediano che i vasi che transitano localmente.

Tali compressioni possono dare problemi locali ma soprattutto a valle della compressione dal momento che, a partire dalla zona di compressione, si svilupperano deficit o interruzioni del segnale nervoso e del circolo venoso.

I sintomi riferiti in questi casi sono soprattutto:

L'Osteopatia tratta con successo la sindrome del tunnel carpale poiché quasi sempre essa dipende da disfunzioni dinamiche degli elementi ossei, fibrosi e muscolari.

Per maggiori informazioni vai alla pagine sulla sindrome del tunnel carpale.

Sindrome del canale di Guyon

Il canale di Guyon rappresenta un canale di transito situato nella parte anteriore del polso, sul lato ulnare, proprio a fianco del tunnel carpale.

Nel canale di Guyon transitano il nervo ulnare e l'arteria ulnare.

Compressioni o restrizioni a questo livello danno una tipica sintomatologia costituita da:

Nei casi più gravi:

Al di là di cause organiche come artrite del polso, esiti di traumi gravi, neoformazioni o simili, nella maggior parte dei casi la sindrome del canale di Guyon dipende da problemi osteopatici.

Esiste una moltitudine di restrizioni osteopatiche in grado di interferire con la dinamica del canale di Guyon.

Tensioni fasciali in arrivo dall'avambraccio, contratture muscolari dell'eminenza ipotenar, stress dinamici dell'osso pisiforme, come anche disfunzioni dell'articolazione radio ulnare distale possono dare origine a tensioni locali che si riflettono facilmente sul nervo ulnare.

L'Osteopatia interviene con successo sulla sindrome del canale di Guyon attraverso l'impiego di tecniche soft orientate a tutto il complesso avambraccio - mano.

Artrosi alle mani

Il dolore alla mano può essere causato da fenomeni artrosici a vari livelli.

In realtà, come già specificato in altre sezioni, esistono diverse tipilogie di artrosi.

Sommariamente possiamo distinguerne almeno due categorie:

L'artrosi senile costituisce un fenomeno piuttosto naturale e, di per sé, non costituisce causa di malessere in senso specifico: esistono persone anziane molto artrosiche che non riferiscono alcun dolore.

Da un punto di vista osteopatico, al contrario, riveste un maggiore interesse l'artrosi che si sviluppa su base disfunzionale o traumatica.

L'artrosi su base disfunzionale è trattabile con l'Osteopatia.

Nello specifico con l'Osteopatia è possibile ridurre le disfunzioni che generano i fenomeni artrosici mentre non è possibile ripristinare la cartilagine danneggiata.

Una particolare forma di artrosi alla mano è la rizoartrosi (vedi dopo), che coinvolge il pollice.

Altre forme di artrosi a livello della mano possono svilupparsi in altri compartimenti come il carpo, le articolazioni metacarpo falangee e le articolazioni interfalangee.

Di volta in volta è necessario investigare poiché, ripetiamo, l'artrosi sistemica in quanto tale fa parte di un normale processo di invecchiamento dei tessuti mentre l'artrosi focale, localizzata, è spesso l'espressione di una disfunzione meccanica per cui, nei singoli casi, è necessario distinguere.

L'Osteopatia tratta l'artrosi andando a ridurre le disfunzioni dinamiche a monte, andando cioè a restituire una normale mobilità alle parti in modo da arrestare il malfunzionamento meccanico articolare e il conseguente fenomeno artrosico.

Per maggiori informazioni puoi andare alla pagina sull'artrosi alle mani.

Rizoartrosi

Si definisce rizoartrosi l'artrosi che colpisce l'articolazione alla base del pollice.

La rizoartrosi si manifesta con dolore alla base del pollice soprattutto durante gli sforzi o durante lo svolgimento delle attività quotidiane.

Talvolta anche semplici gesti come svitare un barattolo, girare una chiave o afferrare un oggetto possono costituire un problema.

Questo tipo di artrosi si sviluppa a partire da vere e proprie disfunzioni dinamiche che interessano l'arto superiore soprattutto nella sua porzione distale.

La rizoartrosi è trattabile con l'Osteopatia poiché attraverso le tecniche osteopatiche è possibile ridurre le disfunzioni dinamiche del braccio e dell'avambraccio e restituire una corretta mobilità alla colonna del pollice.

Per maggiori approfondimenti è possibile consultare la pagina sulla rizoartrosi.

Morbo di Dupuytren

Il morbo di Dupuytren è una patologia che si manifesta con la flessione permanente delle dita, soprattutto anulare e mignolo, tale da impedire il corretto utilizzo della mano.

Le cause sono ignote ma molto spesso, soprattutto nelle prime fasi, si osserva la presenza di restrizioni funzionali di natura osteopatica a livello del palmo della mano e dell'avambraccio.

Pertanto il morbo di Dupuytren ha molto spesso anche una base funzionale.

Il trattamento osteopatico sul morbo di Dupuytren ha un'efficacia soprattutto nelle prime fasi, cioè quando la fascia palmare non è ancora fibrotizzata.

Quando la fascia ha già assunto connotati fibrotici e restrizioni permanenti la tecnica osteopatica non è più efficace, nel senso che è comunque possibile lavorare sulle disfunzioni dinamiche ma non è più possibile rielasticizzare il tessuto connettivo.

Il trattamento osteopatico, tuttavia, trova ancora interesse nel trattamento degli esiti cicatriziali da intervento chirurgico.

I Pazienti con Dupuytren infatti molto spesso vengono avviati all'intervento chirurgico, soprattutto quando la flessione delle dita diventa invalidante.

L'intervento, tuttavia, lascia importanti cicatrici e dolore alla mano che possono essere ridimensionati con le tecniche osteoipatiche.

Per maggiori informazioni puoi consultare la pagina sul morbo di Dupuytren.

Patologie non osteopatiche

Esistono molte patologie di natura non osteopatica che possono causare dolore alla mano.

Tuttavia,anche in presenza di una patologia, una disfunzione osteopatica può essere comunque presente e contribuire ad aggravare la sintomatologia dolorosa.

Pertano, anche in questi casi, una revisione osteopatica è comunque consigliata poiché, in ogni caso, le tecniche osteopatiche contribuiscono sempre a ridurre il dolore.

Vediamo a seguire le principali patologie che interessano la mano:

Segni e sintomi del dolore alla mano

In considerazione della moltitudine di possibili cause di dolore alla mano, va da sé che anche la sintomatologia è estremamente variabile.

Il dolore alla mano, per sommi capi, può essere analizzato da un punto di vista della localizzazione, della modalità espressiva e dei sintomi associati.

Da un punto di vista della localizzazione il dolore alla mano può manifestarsi in tutta la mano come anche in alcuni distretti specifici:

Da un punto di vista della modalità espressiva, il dolore può variare secondo diverse modalità:

Fra i sintomi associati al dolore ricordiamo:

Rimedi tradizionali per il dolore alla mano

I rimedi per il dolore alla mano variano in base alle cause del problema.

In ogni caso esponiamo sotto i principali settori di orientamento terapeutico tradizionale.

Tutori ortopedici

Spesso costituiscono uno dei primi rimedi proposti in caso di dolore alla mano.

Quando sopraggiunge un dolore, di qualunque natura esso sia, spesso si tende ad immobilizzare la mano o le dita.

Questo per motivi di prudenza e anche perché, nella maggioranza dei casi, il movimento o lo sforzo contribuiscono ad aumentare il dolore.

Il tutore tuttavia non costituisce una vera e propria cura, semplicemente immobilizza l'arto impedendo al dolore di manifestarsi.

In alcuni casi tuttavia la semplice immobilità contribuisce a far regredire il dolore a volte in maniera significativa, soprattutto in caso di infiammazioni acute o in caso di traumi.

Terapia antinfiammatoria

La terapia antinfiammatoria è basata su FANS (farmaci non steroidei) o su farmaci steroidei a seconda della gravità dei casi.

Tali farmaci sono somministrati sotto prescrizione medica e possono essere assunti oralmente, per via inframuscolare o mediante pomate o unguenti.

In alcuni casi possono essere somministrati per via infiltrativa, soprattutto a livello articolare o delle guaine tendinee nel caso di dito a scatto.

Kinesiterapia

La kinesiterapia è spesso indicata nelle patologie della mano.

Solitamente si va da semplici cicli di kinesiterapia segmentale, piuttosto aspecifica, a forme di terapia manuale più efficaci come per esempio, soprattutto nelle patologie neurologiche, le metodiche Kabat e Bobath.

Ancora può trovare indicazione la massoterapia cha va da semplici interventi di massoterapia distrettuale a tecniche maggiormente evolute come la metodica Cyriax, le tecniche di massaggio connettivale o altro ancora.

La terapia fisica ha un effetto positivo sul dolore alla mano e, soprattutto, non presenta effetti collaterali.

Terapia fisica

Per terapia fisica si intende la somministrazione di terapie tramite elettromedicali.

Fra queste orme di terapia rientrano la laserterapia, la tecarterapia, l'ultrasuonoterapia, la TENS, la jonoforesi e altro ancora.

La terapia fisica, al pari della kinesiterapia, non presenta effetti collaterali per cui trova facilmente applicazione su tutti.

Ancora, in ambito di terapia fisica, possiamo aggiungere le onde d'urto che tuttavia costituiscono una forma di intervento più invasiva e talvolta dolorosa.

Terapia chirurgica

La terapia chirurgica trova spesso indicazione nelle patologie della mano, soprattutto nelle patologie traumatiche.

La chirurgia della mano costituisce in effetti quasi una branca specialistica a sé della chirurgia, in considerazione della varietà e complessità della materia.

Al di là degli esiti di traumi diretti (fratture, lesioni tendinee, ecc.) la chirurgia della mano trova indicazione in moltissime altre patologie come morbo di Dupuytren, sindrome di De Quervain, rizoartrosi, dito a scatto, ecc.

L'approccio chirurgico tuttavia comporta spesso importanti cicatrici, come effetto collaterale, e prevede una lunga riabilitazione.

Trattamento osteopatico della mano

Il dolore alla mano e i problemi della mano sono ampiamente trattati dall'Osteopatia.

La mano infatti è spesso vittima di disfunzioni osteopatiche.

Dal momento che i disagi della mano dipendono quasi sempre da catene disfunzionali discendenti, il trattamento osteopatico della mano è generalmente esteso anche all'arto superiore fino alla zona cervicale, come minimo.

La trattazione che segue inizia dalla mano ma, nella pratica, non è detto che il trattamento osteopatico incominci dalla mano, molto spesso è necessario partire dai distretti a monte.

Adattamenti osteopatici della mano

La mano è spesso interessata da disfunzioni osteopatiche in maniera specifica.

Da un punto di vista articolare è necessario valutare la corretta dinamica delle ossa del carpo (polso), delle ossa metatarsali e delle falangi.

A livello del carpo gli elementi maggiormente interessati sono il trapezio, lo scafoide e il semilunare che possono presentare disfunzioni settoriali.

Sempre a livello del carpo si riscontrano disfunzioni a livello dell'interlinea articolare fra le due filiere di ossa (prossimale e distale) che possono presentare limitazioni in flesso estensione e negli slittamenti laterali.

Le ossa metacarpali sono meno interessate da disfunzioni strutturali che si presentano invece, con maggiore frequenza, a livello delle falangi delle dita, elementi terminali dei sistemi flessori ed estensori e maggiormente soggette a traumatismi.

Altre strutture frequentemente interessate da adattamenti dinamici sono i muscoli intrinseci della mano.

Tali muscoli, molto numerosi, sovrintendono alla mobilità fine delle dita: disfunzioni a questo livello possono causare notevoli problemi alla mobilità delle dita e della mano nel suo complesso.

I muscoli interossei e lombricali presentano spesso restrizioni che si ripercuotono sulla mobilità delle dita e sullo scorrimento dei tendini: molte dita a scatto dipendono da disfunzioni dei muscoli lombricali, per citare un esempio.

Anche i muscoli intrinseci del pollice sono spesso coinvolti da disfunzioni osteopatiche: contratture a questo livello possono portare problemi non solo al pollice ma anche alla mano fino a metà palmo.

Le fasce fibrose della mano sono ancora soggette a restrizioni di tipo osteopatico.

La fascia palmare in particolare è spesso interessata da restrizioni dinamiche che possono originare a livello locale o arrivare dall'avambraccio.

Altri elementi fibrosi come tendini, legamenti, pulegge fibrose o anche gli stessi fasci vascolo nervosi possno ancora essere soggetti a restrizioni dinamiche di natura osteopatica.

Tutti questi elementi sono ampiamente trattati con le tecniche osteopatiche che agiscono a questo livello in maniera soft, non invasiva e non dolorosa.

Adattamenti osteopatici dell'avambraccio

L'abambraccio è la sede di origine di almeno metà dei problemi della mano.

Dall'avambraccio infatti partono i sistemi flessori ed estensori di mano e polso per cui disfunzioni a questo livello hanno un'influenza molto diretta sulla mano.

Il trattamento della mano non può tecnicamente prescindere dal trattamento dell'avambraccio.

I compartimenti flessore ed estensore sono colpiti in egual misura.

La loggia anteriore dell'avambraccio presenta spesso disfunzioni, soprattutto in prossimità del gomito dove, tra l'altro, sono presenti importanti passaggi vascolo nervosi (nervo mediano).

I muscoli e le fasce della loggia anteriore sono variamente interessati da tensioni, contratture e stress dinamici di vario tipo che facilmente si riflettono sulla mano, in particolare sui tendini dei muscoli flessori.

Anche a livello del carpo sono spesso presenti tensioni, in particolare a livello del legamento trasverso e della parte laterale, sul proseguimento della colonna del pollice.

I muscoli estensori sono anch'essi soggetti a restrizioni, soprattutto nella porzione laterale: molte epicondiliti, per esempio, si riflettono facilmente sul pollice e sul dorso della mano.

Inoltre in molti casi sono presenti restrizioni intorno ai passaggi dei nervi radiale e ulnare che provocano spesso dolore alla mano e sintomatologie importanti a livello della mano.

Infine bisogna considerare le disfunzioni articolari del gomito che provocano disassamenti muscolo tendinei cha si riflettono in discesa fino alla mano.

L'avambraccio è trattato a tutti i livelli con le tecniche osteopatiche con ottimi risultati.

Adattamenti osteopatici del braccio e della spalla

Il complesso del cingolo superiore, con annessi spalla e omero, sono spesso sede di disfunzioni dinamiche in grado di proiettarsi sulla mano in maniera abbastanza diretta.

A partire dalla scapola e dalla clavicola infatti partono strutture muscolari, fasciali e vascono nervose tutte dirette verso il basso.

Da un punto di vista muscolare bisogna considerare che i muscoli bicipite brachiale, brachiale, brachioradiale, tricipite brachiale e altri ancora si proiettano su radio e ulna.

Tensioni anomale di questi elementi portano facilmente l'avambraccio e la mano in disfunzione dinamica.

I muscoli lunghi del braccio sono soggetti, per lo più, a due tipi di meccanismi disfunzionali:

Questi problemi provocano lo sviluppo di tensioni anomale su radio e ulna con conseguenze a valle fino alla mano.

Inoltre bisogna considerare le strutture vascolo nervose che, a seconda delle situazioni, possono trovarsi in una situazione di compressione o di stiramento.

Questo è spesso alla base dello sviluppo di dolore alla mano come anche di parestesie o deficit di forza a livello della mano.

Il riequilibrio funzionale del braccio e della spalla è sempre di competenza osteopatica.

Adattamenti osteopatici del tratto cervicale

Il tratto cervicale è strettamente correlato alla mano, non solo da un punto di vista meccanico ma anche e soprattutto neurologico.

Da un punto di vista neurologico, dal tratto cervicale fuoriesce il plesso brachiale, vale a dire l'insieme dei nervi diretti all'arto superiore e alla mano.

Compromissioni dinamiche a questo livello possono produrre sintomi riferiti alla mano.

Molto frequentemente, per esempio, le contratture dei muscoli scaleni (ai lati delle vertebre cervicali) possono comprimere le radici nervose del plesso brachiale.

Il plesso brachiale infatti passa proprio in mezzo a questi muscoli per cui contratture o tensioni a questo livelo si riflettono facilmente sulla funzionalità e sulla conduzione dei nervi diretti alla mano.

La stessa cosa avviene, ma meno frequentemente, in caso di ernie cervicali importanti.

Le compressioni osteopatiche infatti possono dare origine a ernie cervicali in grado di perturbare il plesso brachiale a livello del forame di coniugazione, cioè nel punto in cui la radice nervosa fuoriesce dalla colonna vertebrale.

In questi casi è necessario alleggerire le compressioni con opportune tecniche in modo da ridurre il volume dell'ernia.

Per maggiori informazioni puoi andare alla pagina sull'ernia cervicale.

Da un punto di vista meccanico esistono catene di trasmissione di natura muscolo fasciale in grado di trasferire le disfunzioni dinamiche dal tratto cervicale alla mano.

Tra le fasce cervicale, brachiale, antibrachiale fino alla mano non esiste soluzione di continuità.

Questi elementi, per quanto distinti da un punto di vista nominale e didattico, di fatto costituiscono un sistema integrato che non presenta interruzioni.

Lo studio dell'anatomia evidenzia questo fatto in maniera chiara.

Per questo motivo disfunzioni a partenza alta si riflettono facilmente verso il basso (e viceversa).

Le catene laterali sono le vie preferenziali seguite dalle disfunzioni in discesa, che tuttavia spesso seguono anche i sistemi anteriori e posteriori.

Anche in questo caso è possibile intervenire con le tecniche osteopatiche per riequilibrare la funzione dinamica del tratto cervicale.

Adattamenti osteopatici cranio sacrali

Le disfunzioni della base del cranio costituiscono uno dei problemi principali in caso di dolore alla mano.

Senza riequilibrare la base del cranio non si può riuscire a ridurre in maniera efficace il dolore alla mano.

Le disfunzioni craniali infatti provocano problemi di tipo fasciale, muscolare, neurologico e neurovegetativo perturbando quindi, al tempo stesso, settori diversi da un punto di vista funzionale.

Da un punto di vista muscolo fasciale vale lo stesso discorso fatto per il tratto cervicale: le fasce cervicali e i muscoli del collo in buona parte originano dalla base del cranio per cui le tensioni della base vanno a dare riflessi in discesa secondo le modalità già descritte in precedenza.

Sotto il profilo neurologico il plesso brachiale può subire veri e propri stress dinamici a partire dalle tensioni della dura madre o meninge esterna, l'elemento messo in tensione in maniera specifica dalle disfunzioni cranio sacrali.

La meninge esterna infatti tappezza internamente la base del cranio, prosegue all'interno del canale vertebrale tappezzandone la parete interna e avvolge le radici nervose nel punto in cui fuoriescono a livello del vanale di coniugazione.

Una tensione della meninge esterna pertanto può riflettersi sui nervi spinali in uscita provocando sintomatologie sui territori di innervazione.

Inoltre le tensioni craniali costituiscono uno dei principali meccanismi di sviluppo di un'ernia del disco poiché provocano tensioni interne al vanale vertebrale capaci di portare compressioni sui dischi intervertebrali.

Infine le disfunzioni della base del cranio possono provocare anche risposte neurovegetative, vale a dire adattamenti sul calibro dei vasi, sulla sudorazione, sulla secchezza della pelle o altre funzioni non controllabili dalla volontà.

Grazie alle tecniche osteopatiche è possibile ridurre le disfunzioni cranio sacrali restituendo armonia al tratto cervicale e all'arto superiore sotto molti punti di vista.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina sul sistema cranio sacrale.

Casi reali

Riferiamo un caso piuttosto particolare di una donna di 58 anni che riferiva un dolore al centro del palmo della mano destra da circa un anno.

Questo particolare sintomo non era stato diagnosticato in maniera precisa in quanto non sembrava potersi catalogare fra le pur numerose forme espressive note e maggiormente frequenti:

La Paziente semplicemente riferiva un dolore al centro del palmo che le dava la sensazione di avere un chiodo piantato nella mano.

Questo dolore aveva la tendenza a manifestarsi maggiormente sotto sforzo ma in realtà era presente anche a riposo, con minore intensità.

Erano state intreprese terapie antinfiammatorie, cicli di fisioterapia, massoterapia, tecarterapia, laserterapia, onde d'urto, il tutto senza risultati soddisfacenti.

Era anche stata esclusa un'eventuale soluzione chirurgica dal momento che non erano presenti elementi che ne giustificassero la necessità.

La Paziente si è rivolta all'Osteopatia come ultimo estremo tentativo, avendo sentito parlare del metodo da una conoscente.

Il caso di questa Paziente è stato risolto in tre sedute spalmate in un mese.

Di fatto si trattava di un sintomo di natura completamente funzionale.

Nello specifico erano presenti tensioni in arrivo dall'avambraccio e in particolare dall'epitroclea che andavano a scaricarsi sulla fascia palmare.

A livello del palmo della mano erano presenti contratture sia a livello dei muscoli interossei, situati in profondità, che a livello del muscolo adduttore del pollice.

Questo muscolo infatti origina circa a metà del palmo della mano e le sue contratture possono esprimersi con un dolore al centro del palmo.

Tutto sommato quindi un caso piuttosto semplice.

L'aspetto interessante è soprattutto legato al fatto che, trattandosi di un problema funzionale, era completamente sfuggito alla diagnostica tradizionale e al raggio di azione dei rimedi convenzionali.

Questo caso dimostra pertanto l'efficacia del trattamento osteopatico non tanto come rimedio alternativo alla medicina tradizionale ma piuttosto come rimedio ad essa complementare.

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