Sindrome del colon irritabile
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la sindrome del colon irritabile o colite spastica.

La sindrome del colon irritabile rappresenta una patologia di competenza gastroenterica ma in molti casi sono presenti importanti restrizioni osteopatiche che concorrono a peggiorare il quadro clinico.

L'Osteopatia aiuta a riequilibrare il quadro funzionale generale e a ridurre i sintomi del colon irritabile.

Cenni anatomici

Il colon è la parte terminale dell'intestino, è lungo circa 2 metri e va dalla valvola ileo-cecale, cioè dalla terminazione dell'intestino tenue, fino all'ano.

L'intestino
L'intestino
Castano & Co, Anatomia Umana
Edi-Ermes, pag.507

È disposto sui tre lati di un quadrato a circondare la matassa intestinale del tenue, ha un diametro medio di 7 cm ed è costituito da diverse sezioni che si differenziano fra loro da un punto di vista anatomico e funzionale.

La funzionalità dell'intestino è regolata dal sistema nervoso autonomo, costituito da una componente ortosimpatica, che tende a rallentare le funzioni intestinali, e da una componente parasimpatica che tende invece ad accelerarle.

Il colon ha l'importante funzione di riassorbire l'acqua dalle feci, in modo tale da non perderla con l'evacuazione, per cui ha una grande capacità assorbente.

Cosa è la sindrome del colon irritabile

La sindrome del colon irritabile è una patologia intestinale caratterizzata da una complessa sintomatologia a carico del colon a significato quasi sempre benigno ma talvolta molto invalidante.

Coinvolge il 15% - 20% della popolazione e interessa soprattutto le donne al di sotto dei 45 anni.

Rappresenta quasi sempre una condizione cronica ed è spesso associata a forme di ansia o di depressione.

La sindrome del colon irritabile può anche essere denominata colite spastica, sindrome dell'intestino irritabile, IBS (irritable bowel desease), colite nervosa, colite mucosa, colon spastico e colon irritabile.

Segni e sintomi

I segni e sintomi più comuni della sindrome del colon irritabile sono:

La sindrome del colon irritabile non si manifesta in maniera costante ma a intervalli, nel senso che le manifestazioni cliniche si alternano a periodi: in alcuni periodi sono presenti mentre in altri sono completamente assenti.

La sintomatologia di base può essere accompagnata da alcuni sintomi associati fra cui:

Cause

La sindrome del colon irritabile è il risultato di una distonia neurovegetativa.

La distonia neurovegetativa non è una vera e propria patologia ma si tratta piuttosto di un'alterazione delle funzioni autonome dell'intestino, in particolare per quanto riguarda la sua motilità.

Abbiamo visto che la funzione intestinale dipende da un equilibrio funzionale fra la componente ortosimpatica e la componente parasimpatica del sistema nervoso autonomo: quando l'equilibrio del sistema nervoso autonomo viene alterato, si è in presenza di una situazione distonica.

Una distonia neurovegetativa può dipendere da diverse cause ma in buona parte dipende da cause osteopatiche o funzionali.

Per esempio talvolta un'alterazione della mobilità colica può dipendere da una tensione lombare che disturba le fibre ortosimpatiche destinate al colon: in questo caso è sufficiente liberare la zona lombare per ripristinare la funzione colica.

In presenza di una distonia neurovegetativa, l'intestino si trova in uno stato di malfunzionamento e di fragilità per cui alcuni eventi o situazioni normalmente ordinarie possono trasformarsi in fattori di scatenamento della sindrome del colon irritabile.

I principali fattori scatenanti sono:

Diagnosi

La sindrome del colon irritabile rappresenta una condizione polisintomatica per cui la diagnosi non è semplice e non può essere formulata per mezzo di un unico esame.

Allo scopo quindi di formulare una diagnosi di colon irritabile il Gastroenterologo si riferisce a criteri diagnostici basati sulla presenza di determinati sintomi in una determinata finestra temporale.

I criteri diagnostici a cui ci si riferisce sono soprattutto due: i criteri di Manning e i Rome Criteria.

I due criteri presentano alcune differenze fra loro ma sostanzialmente sono entrambi basati sulla presenza dei sintomi maggiormente ricerrenti, fra cui soprattutto dolore addominale, sulla qualità delle feci e sulla modalità di transito intestinale.

Oltre a questo il Gastroenterologo si basa su alcuni esami specifici a scopo differenziale, cioè finalizzati ad escludere la presenza di altre patologie coliche, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, che presentano quadri sintomatici simili alla sindrome del colon irritabile.

Alcuni di questi esami specialistici sono:

Terapia

La terapia della sindrome del colon irritabile è essenzialmente basata su rimedi farmacologici.

La tipologia di farmaco varia in relazione alla modalità di manifestazione del colon irritabile.

I principali farmaci utilizzati sono:

La terapia farmacologica è supportata da interventi mirati a regolarizzare la dieta e a migliorare lo stile di vita in generale.

Trattamento osteopatico della sindrome del colon irritabile

Come già esposto nelle sezioni precedenti, la sindrome del colon irritabile dipende dalla presenza di una distonia neurovegetativa, cioè da uno squilibrio funzionale fra sistema nervoso ortosimpatico e sistema nervoso parasimpatico, le due componenti del sistema nervoso autonomo.

Nella pratica questo significa che le fibre nervose che conducono informazioni ortosimpatiche e parasimpatiche presentano adattamenti osteopatici durante il loro tragitto.

Stipsi e stitichezza, Osteopatia Genova

Con il termine adattamenti osteopatici si fa riferimento a compressioni, stiramenti, torsioni o altri tipi di stress meccanico in grado di alterare la normale conduzione delle fibre del sistema nervoso autonomo.

L'Osteopatia permette di normalizzare la funzione neurovegetativa, andando a eliminare la presenza di queste situazioni perturbative.

A seguire vediamo nel dettaglio la modalità di intervento dell'Osteopatia in caso di sindrome del colon irritabile.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

Uno dei settori più coinvolti in caso di colon irritabile è il sistema cranio-sacrale dal momento che il cranio riveste prevalentemente un interesse neurovegetativo.

A livello craniale è presente l'emergenza dei due nervi vaghi che trasportano informazioni parasimpatiche ai visceri addominali.

I nervi vaghi, nello specifico, fuoriescono dai forami giugulari del cranio che si trovano fra l'osso occipitale e le ossa temporali.

In questo modo un'alterazione dinamica della base del cranio, come anche una compressione craniale, possono creare una restrizione e una perturbazione dei due tronchi nervosi vagali.

Oltre a questo, a livello della base del cranio è presente il tronco encefalico da cui originano tutti i nervi cranici e molti nuclei neurovegetativi.

Una compressione della base cranica si riflette facilmente sul quarto ventricolo, una cavità intracerebrale sul cui pavimento hanno appunto sede i nuclei dei nervi cranici.

Il cranio ha anche un interesse meccanico poiché, a partire dal cranio, possono avere origine catene adattative in grado di raggiungere il bacino, in particolare l'osso sacro.

Pertanto una restrizione osteopatica del cranio può compromettere la mobilità del bacino e la funzionalità dei tratti terminali del colon da un punto di vista meccanico.

Adattamenti osteopatici del tratto dorso-lombare

Il tratto dorso-lombare presenta innanzitutto un interesse neurovegetativo poiché a questo livello emergono le fibre ortosimpatiche destinate all'intestino.

Una restrizione di mobilità delle vertebre del tratto dorso-lombare o una tensione della muscolatura paravertebrale dorso-lombare, per esempio, possono dare origine a componenti compressive o comunque perturbative in grado di alterare la conduzione nervosa delle fibre ortosimpatiche.

Il tratto lombare, in particolare, presenta anche un interesse meccanico poiché sulla parete lombare trovano inserzione i legamenti peritoneali che stabilizzano il colon.

Inoltre nell'ambito di tali legamenti, detti mesi, transitano i fasci vascolo nervosi destinati al colon.

Infine a livello lombare originano i muscoli diaframma e psoas che presentano entrambi un ruolo importante nella genesi di perturbazioni funzionali a carico dell'addome.

Adattamenti osteopatici del diaframma

Il diaframma è il principale muscolo della respirazione, è localizzato fra torace e addome e presenta una conformazione a cupola.

Le tensioni del diaframma si ripercuotono sul colon in maniera piuttosto diretta poiché una contrattura diaframmatica tende a comprimere indirettamente il colon, soprattutto a livello delle flessure destra e sinistra, andando ad ostacolare il transito.

Il diaframma origina in parte dalla zona lombare, in parte dalla gabbia toracica, per cui questi distretti devono essere revisionati.

Adattamenti osteopatici dell'addome

La parete addominale è costituita da diversi muscoli stratificati fra cui i due muscoli retti dell'addome, anteriori, e i muscoli obliquo esterno, obliquo interno e trasverso che abbracciano i fianchi. Inoltre, posteriormente, è presente il muscolo quadrato dei lombi.

Le tensioni dei muscoli addominali portano sempre ad una compressione dei visceri addominali, specie se associate a tensioni diaframmatiche.

Molto spesso l'addome è soggetto a contratture spastiche permanenti in grado di ostacolare il transito intestinale.

In queste condizioni spesso il transito intestinale risulta alterato e si sviluppano sintomatologie riconducibili a quadri di colon irritabile.

Inoltre le tensioni dei muscoli addominali portano a sintomatologie dolorose a livello dell'addome che spesso vengono interpretate dagli stessi Pazienti come dolori viscerali o comunque sintomi riferiti ai visceri.

Adattamenti osteopatici del bacino

La normale mobilità del bacino, come già esposto, può essere alterata dalla presenza di adattamenti cranio-sacrali.

Oltre a questo però il bacino può presentare adattamenti anche locali.

Uno dei settori maggiormente coinvolti è il gruppo dei muscoli glutei ed extrarotatori dell'anca.

Questi muscoli si trovano esternamente all'ala iliaca e abbracciano il grande trocantere femorale su cui per la maggior parte si inseriscono.

Le tensioni di questi muscoli possono portare a limitazioni funzionali delle ali iliache, sulla cui faccia interna si appoggiano il cieco, sul lato destro, e il sigma, sul lato sinistro.

Gli stati tensivi delle fosse iliache, cioè delle facce interne delle ali iliache, si riflettono sempre sulle anse coliche creando, in queste zone, rallentamenti del transito.

Un altro settore importante è rappresentato dal pavimento pelvico, su cui si struttura l'ano con i relativi muscoli sfinteri.

Le tensioni del pavimento pelvico si riflettono spesso sulla funzione defecatoria sia meccanicamente che, soprattutto, per via riflessa creando problematiche evacuatorie.

Un'attenzione speciale deve essere rivolta al sacro, davanti a cui si appoggia il retto, per cui è necessario verificare che questo elemento sia perfettamente libero e privo di tensioni collaterali.

Adattamenti osteopatici degli arti inferiori

La muscolatura della coscia origina per la maggior parte dal bacino per cui le tensioni muscolari dell'arto inferiore rappresentano spesso fattori di restrizione di mobilità nei confronti delle ossa iliache.

I muscoli adduttori, per esempio prendono inserzione a livello del pube e della branca ischio pubica, mentre i muscoli ischio-crurali originano dall'estremità ischiatica.

Inoltre i muscoli anteriori della coscia, come il muscolo retto del femore, il muscolo sartorio o il muscolo tensore della fascia lata, originano dalla zona iliaca.

Le tensioni di questi muscoli, peraltro molto potenti, provocano facilmente restrizioni di mobilità a livello del bacino per cui, in caso di sindrome del colon irritabile, il trattamento dell'arto inferiore è assolutamente necessario.

Casi reali

Riferisco il caso di una Paziente di 37 anni con diagnosi di sindrome di colon irritabile da circa 5 anni.

Il quadro clinico inizialmente era piuttosto leggero, nel senso che era presente una base di stitichezza cronica associata a sporadici episodi di coliche e diarrea.

Nel corso degli anni, tuttavia, la situazione è andata aggravandosi poiché i dolori addominali sono aumentati di intensità, di durata e di frequenza.

Nel corso dell'ultimo anno in particolare la situazione è diventata quasi insostenibile poiché le crisi hanno assunto una tale intensità da trasformarsi quasi in motivo di invalidità.

La Paziente ha usufruito di parecchi giorni di mutua per problemi di salute e la sua situazione lavorativa ne ha risentito negativamente.

Questa Paziente era seguita dal reparto di gastroenterologia ospedaliero dove era monitorata in follow-up e osservava un piano terapeutico che era stato variato più volte negli ultimi mesi senza tuttavia grossi risultati.

La Paziente è arrivata all'Osteopatia su consiglio dello stesso Gastroenterologo che aveva proposto di associare un trattamento funzionale al piano terapeutico già in atto.

All'esame osteopatico la Paziente presentava adattamenti a livello cranio-sacrale e soprattutto tensioni importanti a livello della parete addominale e del pavimento pelvico.

Il trattamento è stato incentrato sulla risoluzione di questa situazione, si è svolto in tre sedute spalmate in un mese a cui è seguito un periodo di osservazione nei due mesi successivi con controlli programmati.

Già a partire dalla seconda seduta la Paziente ha avuto una netta diminuzione del dolore addominale mentre il ripristino del transito ha necessitato, per stabilizzarsi, più di un mese.

Al termine dell'iter osteopatico la situazione generale è nettamente migliorata poiché il dolore addominale non si è più manifestato, peraltro anche nonostante qualche trasgressione al piano dietetico imposto.

Inoltre il transito intestinale è stato ripristinato in maniera fisiologica, nel senso che i periodi di stipsi non hanno mai più superato i tre giorni.

Nel complesso questa Paziente ha avuto un netto miglioramento della qualità della vita, sia da un punto di vista lavorativo che dei rapporti sociali.

Condividi questo articolo