Colite spastica
Osteopatia Genova
Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la colite spastica o sindrome del colon irritabile.
Le cause di questa patologia non sono state ancora identificate con precisione ma, molto spesso, i Pazienti affetti da colite spastica presentano sempre problemi osteopatici di una certa importanza.
Per questo motivo l'Osteopatia può aiutare a ridurre i sintomi della colite spastica in maniera talvolta significativa.
- Trattamento osteopatico
- Casi reali
- Cenni anatomici
- Cosa è la colite spastica
- Segni e sintomi
- Cause
- Diagnosi
- Terapia
Cenni anatomici
L'intestino è il tratto terminale dell'apparato digerente e va dallo stomaco all'ano.
Ha struttura tubolare ed è molto lungo, in tutto circa 9 metri anche se con sensibili differenze individuali.
Da un punto di vista anatomico e funzionale è suddiviso in due sezioni l'intestino tenue e l'intestino crasso o colon.
L'intestino tenue va dal piloro, cioè dalla valvola terminale dello stomaco, alla valvola ileocecale, cioè la valvola che lo separa dal colon, è lungo circa 7 metri, ha un diametro medio di circa 4 cm e si suddivide in duodeno, digiuno e ileo.
Il colon va dalla valvola ileocecale all'ano, è lungo circa 2 metri, ha un diametro medio di circa 7 cm ed è suddiviso in 6 sezioni denominate cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto.
Cosa è la colite spastica
La colite spastica è una condizione patologica dell'intestino crasso caratterizzata da un insieme di sintomi.
La colite spastica è un'affezione benigna poiché non porta variazioni anatomiche al colon e non favorisce lo sviluppo di malattie gravi ma, al tempo stesso, è un problema spesso cronico, può durare anni e compromette la qualità della vita in maniera significativa.
Statisticamente la colite spastica interessa il 10% - 15% della popolazione occidentale, colpisce prevalentemente le donne con meno di 45 anni ed è piuttosto collegata ai disagi della sfera affettiva come depressione, ansia, ecc.
La colite spastica è conosciuta anche come sindrome del colon irritabile, sindrome dell'intestino irritabile, colite nervosa, colite mucosa, colon spastico e colon irritabile.
Segni e sintomi
In presenza di una colite spastica il transito intestinale è sempre alterato, nel senso che può risultare o rallentato o accelerato, per cui i sintomi possono talvolta essere molto differenti da Paziente a Paziente.
In ogni caso la colite spastica è spesso associata a:
- Dolore addominale: localizzato soprattutto in basso, si attenua con la defecazione o con l'emissione di gas.
- Feci dure o diarroiche: se il transito rallenta le feci si induriscono poiché il colon assorbe acqua e viceversa se il transito è rapido le feci sono umide.
- Gonfiore addominale
- Emorroidi
- Emissione di muco dal retto
- Meteorismo e flautulenza
- Nausea
- Sintomi extra-intestinali: dolore muscolare, mal di testa, insonnia.
Cause
In caso di colite spastica, si osservano sempre nei Pazienti alterazioni osteopatiche importanti, molto spesso responsabili di sintomatologie intestinali e neurovegetative.
Tuttavia la componente osteopatica è spesso uno dei fattori ma non l'unico: esistono anche altre cause.
Del resto, per quanto le cause della colite spastica non siano ufficialmente note, si ipotizza che esse possano essere collegate a disturbi neurovegetativi, cioè problemi di comunicazione fra cervello e intestino.
Del resto le distonie neurovegetative hanno molto spesso cause osteopatiche.
In alcuni casi il quadro può essere peggiorato dalla presenza di aderenze addominali, che comunque possono essere trattate mediante tecniche osteopatiche.
A partire da questa perturbazione di base, esistono situazioni che tendono a scatenare i sintomi della colite spastica in maniera più viva.
Queste situazioni, pertanto, non sono propriamente cause ma stimoli scatenanti o trigger, secondo la denominazione anglosassone.
Gli stimoli più comuni in grado di innescare le risposte tipiche della colite spastica sono:
- Assunzione di particolari cibi
- Situazioni di stress
- Alterazioni ormonali (ciclo mestruale)
- Alcune malattie infettive dell'apparato digerente
Diagnosi
La diagnosi di colite spastica viene effettuata sulla base di un esame obiettivo e sulla base di esami specifici.
L'esame obiettivo valuta l'entità e il tipo di dolore addominale e i segni caratteristici della colite spastica, come regolarità dell'alvo, grado di meteorismo, gonfiore addominale, ecc.
Un approfondimento diagnostico viene effettuato per mezzo di esami di laboratorio (emocromo, TSH, calcemia, ecc.), ecografia addominale, TC, clisma opaco, colonscopia, esame delle feci, esami allergologici (celiachia, intolleranza al lattosio, ecc.).
In realtà la diagnosi di colite spastica avviene per esclusione, nel senso che generalmente avviene quando i sintomi sono presenti ma gli esami sono tutti negativi.
Terapia
Dal momento che le cause della colite spastica non sono note, da un punto di vista dei rimedi tradizionali il trattamento della colite spastica è limitato al contenimento dei sintomi.
In generale l'approccio terapeutico è basato su:
- Programma dietetico: evitare soprattutto le verdure che inducono meteorismo.
- Terapia farmacologica: integratori, lassativi, antidiarroici, antispasmodici, antidepressivi.
- Stile di vita regolare: esercizio fisico, pasti regolari, evitare alcol e caffeina, ecc.
Trattamento osteopatico della colite spastica
La colite spastica è una distonia neurovegetativa, cioè un problema che dipende da un malfunzionamento del sistema nervoso autonomo.
Questo significa che il sistema nervoso autonomo non presenta patologie specifiche, semplicemente si trova in uno stato di stress funzionale.
Per esempio può capitare che un nervo diretto all'intestino sia stirato da tensioni delle strutture circostanti o che altre parti siano compresse per motivi analoghi.
In questi casi l'Osteopatia interviene con successo poiché, attraverso le tecniche osteopatiche, è possibile ridurre correggere tutta questa tipologia di disfunzioni.
Certamente gli adattamenti osteopatici possono non essere l'unica causa ma normalmente rappresentano una componente significativa del problema.
Vediamo a seguire la modalità di intervento osteopatica.
Adattamenti osteopatici cranio-sacrali
In caso di colite spastica la correzione degli adattamenti del sistema cranio-sacrale ha un'importanza cruciale.
Gli squilibri craniali, infatti, ripercuotendosi sulla funzionalità dei nervi vaghi, rappresentano una delle principali cause di distonie neurovegetative.
Internamente al cranio innanzitutto sono presenti i nuclei dei nervi vaghi, nello specifico a livello del pavimento del quarto ventricolo, una cavità interna al cranio.
Il quarto ventricolo contiene liquido cefalo rachidiano per cui una compressione craniale si trasmette facilmente anche in questo specifico settore andando a perturbare l'origine di tutti i nervi cranici, compreso il vago.
Inoltre, a livello dei forami giugulari (fra le ossa temporali e occipitale), si ha l'emergenza dei nervi vaghi per cui una compressione anche minima di questa fenditura può creare problemi di conduzione vagale.
Il nervo vago trasporta informazioni parasimpatiche all'emicolon di destra, cioè del tratto prossimale ascendente, per cui le distonie del vago creano maggiori problemi sul lato destro.
Le fibre vagali, di natura parasimpatica, stimolano la secrezione ghiandolare e la mobilità dell'intestino per cui una loro inibizione provoca effetti opposti.
Adattamenti osteopatici della zona lombare
Anche il tratto lombare ha un interesse neurovegetativo nei confronti del colon.
Tuttavia le fibre neurovegetative che partono dal tratto lombare sono fibre ortosimpatiche e hanno una funzione opposta a quelle vagali, cioè riducono le secrezioni e inibiscono la mobilità intestinale.
Gli adattamenti osteopatici del tratto lombare possono inibire la funzionalità ortosimpatica dando, come risultato, un'ipermobilità intestinale.
Il tratto lombare presenta anche un interesse meccanico poiché dalla parete lombare origina il sistema legamentoso mesenterico che ospita i fasci vascolo nervosi diretti all'intestino e rappresenta il mezzo di fissazione dell'intestino.
Per questi motivi le tensioni del tratto lombare possono ripercuotersi facilmente sul colon sia da un punto di vista neurovegetativo che da un punto di vista meccanico.
Adattamenti osteopatici dell'addome
La parete addominale trattiene anteriormente la matassa intestinale e il colon rappresentando quindi un importante mezzo di fissazione e di contenimento.
In considerazione degli stretti rapporti di contiguità fra organi e parete, è facile comprendere come le tensioni addominali si possano trasmettere in maniera piuttosto diretta su tutto il tratto intestinale.
In molti casi si riscontrano tensioni settoriali della muscolatura addominale, per esempio in prossimità dell'ombelico, a livello inguinale o a livello epigastrico, che si riflettono direttamente sulle flessure coliche o sui tratti ascendente, discendente e trasverso.
Peraltro in alcuni casi le contratture addominali mimano problemi viscerali nel senso che un dolore addominale, interpretato come un sintomo di colite spastica o come una semplice colica, talvolta è invece una semplice contrattura addominale e questo capita in maniera non così rara.
La parete addominale deve essere quindi attentamente revisionata, peraltro considerando anche i muscoli quadrati dei lombi che chiudono i fianchi posteriormente e hanno un ruolo contenitivo importante.
Adattamenti osteopatici del bacino
Anche il bacino, al pari della zona lombare, presenta un doppio interesse nei confronti del colon: meccanico e neurovegetativo.
Da un punto di vista meccanico e strutturale il bacino contiene i tratti finali del colon, vale a dire il sigma e soprattutto il retto.
Il retto, in particolare, è strettamente vincolato all'osso sacro per cui una tensione sacrale si riflette facilmente su questa specifica sezione del colon.
Inoltre è anche vincolato a utero e vescica in virtù delle caratteristiche anatomiche dell'apparato legamentoso.
Da un punto di vista neurovegetativo il colon, in particolare il colon discendente e i tratti finali, sono innervati da fibre parasimpatiche provenienti dal plesso sacrale.
Quindi gli adattamenti osteopatici del sacro possono dare ripercussioni sulla funzionalità del colon anche da un punto di vista neurologico.
Adattamenti osteopatici del pavimento pelvico
Il pavimento pelvico riveste un ruolo importantissimo nelle problematiche neurovegetative legate al colon.
In particolare le compromissioni del nervo pudendo possono creare problemi sia motori che sensitivi alla zona rettale.
Da un punto di vista motorio il nervo pudendo comanda il muscolo sfintere esterno dell'ano e il muscolo elevatore dell'ano mentre da un punto di vista sensitivo raccoglie la sensibilità del terzo inferiore del canale anale e della regione perianale.
Le tensioni miofasciali del pavimento pelvico agiscono quindi sul tratto terminale del colon ma a partire da qui, per via riflessa, possono disturbare anche i tratti superiori creando quadri sintomatici ascrivibili a colite spastica.
Casi reali
Riferisco il caso di una casalinga di 68 anni affetta da colite spastica da circa un anno.
Questa Paziente, per la verità, aveva riferito di aver sempre sofferto di problemi di transito ma nel corso dell'ultimo periodo la sintomatologia si è accentuata in maniera preoccupante.
In particolare la Paziente, oltre ai dolori addominali e al gonfiore, ha sviluppato una stipsi piuttosto severa in quanto resistente anche a forti dosi di lassativi.
Peraltro gli sforzi effettuati nel tentativo di defecare provocavano anche una componente dolorosa a livello del bacino, sulla muscolatura glutea, e un dolore lombare.
In seguito a consultazioni gastroenterologiche e urologiche, le era stato consigliato un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico ma anche questo tentativo non ha sortito risultati, per cui la Paziente si è rivolta all'Osteopatia.
All'esame osteopatico la Paziente presentava una situazione funzionale molto compromessa, soprattutto a livello del cranio e del bacino.
A livello craniale erano presenti tensioni notevoli sulle ossa della base, in particolare le ossa temporali, e tali tensioni si riflettevano direttamente sull'osso sacro, soprattutto sul lato destro.
A livello del bacino erano presenti importanti adattamenti che interessavano tutte le sezioni, vale a il pavimento pelvico, la muscolatura glutea e le inserzioni sulla cresta iliaca.
In seguito alla prima seduta la Paziente ha riferito un leggero capogiro che si è risolto in pochi minuti e, nel corso della prima settimana, si è sentita leggermente destabilizzata ma al tempo stesso molto più alleggerita.
Con le due sedute successive la situazione intestinale ha cominciato a muoversi in maniera più tangibile, nel senso che la Paziente non ha più riferito dolori addominali e gonfiore e inoltre ha riferito di riuscire a defecare in maniera piuttosto regolare e soprattutto senza dolori.
Complessivamente il problema è stato ridimensionato e contenuto in tre sedute distribuite in un mese anche se non del tutto risolto.
La Paziente è stata seguita ancora una volta al mese per tre mesi nel corso dei quali la situazione è ancora leggermente migliorata.
È necessario considerare che le problematiche viscerali, specialmente se inveterate, difficilmente riescono a essere completamente risolte al cento per cento, anche perché spesso presentano anche componenti non osteopatiche, per esempio psicosomatiche o allergiche.
Lo scopo, in questi casi, è cercare di migliorare al massimo la situazione garantendo una qualità di vita massimamente soddisfacente.