Sacroileite
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la sacroileite.

La sacroileite parte sempre da cause meccaniche e funzionali per cui l'Osteopatia rappresenta una soluzione di prima scelta per questo genere di problema e vanta un ampio margine di successo.

Cenni anatomici

L'articolazione sacro-iliaca è il giunto anatomico fra l'osso sacro e l'osso iliaco o osso dell'anca.

L'osso sacro è un elemento quadrilatero localizzato posteriormente al centro del bacino, in fondo alla colonna vertebrale.

Le ossa dell'anca sono due grossi elementi ossei che costituiscono la maggior parte del bacino osseo: si trovano lateralmente all'osso sacro, rispettivamente a destra e a sinistra.

In questo modo esistono due articolazioni sacro-iliache: una destra e una sinistra.

L'articolazione si realizza dalla giustapposizione delle due faccette articolari, rispettivamente sacrale e iliaca, che rimangono unite per mezzo di potenti legamenti, strutture fibrose che impediscono alle ossa di allontanarsi.

I legamenti dell'articolazione sacro-iliaca sono il legamento sacro-iliaco anteriore, il legamento sacro-iliaco interosseo e il legamento sacro-iliaco posteriore. Inoltre sono considerati legamenti a distanza il legamento ileo-lombare, il legamento sacro-spinoso e il legamento sacro-tuberoso.

L'articolazione sacro-iliaca presenta una mobilità molto ridotta che tuttavia deve essere presente: un blocco sacro-iliaco compromette la funzionalità meccanica del bacino in maniera importante.

Cosa è la sacroileite

Con il termine sacroileite si intende indicare uno stato infiammatorio di una o entrambe le articolazioni sacro-iliache, cioè le articolazioni fra l'osso sacro e l'osso dell'anca.

La sacroileite rappresenta un problema molto comune: colpisce entrambi i sessi, soprattutto nella fascia fra i 40 e i 60 anni, e si stima che sia responsabile di almeno il 30% degli episodi di mal di schiena.

In alcuni casi può manifestarsi in maniera molto intensa e, se non trattata, può durare mesi o anni trasformandosi in una vera e propria causa di invalidità, sia da un punto di vista lavorativo che sociale.

Tuttavia una diagnosi corretta e una terapia adeguata permettono quasi sempre di risolvere il problema, per cui la prognosi è quasi sempre favorevole. L'Osteopatia, in particolare, presenta un margine di successo significativo.

Cause

La sacroileite ha sempre una causa meccanica: in altri termini le articolazioni sacro-iliache presentano adattamenti dinamici non fisiologici, cioè si muovono male.

Tali alterazioni dinamiche causano uno sforzo articolare non fisiologico e, sui lunghi tempi, un logorio delle articolazioni, proprio come due ingranaggi con della sabbia in mezzo: col tempo finiranno per rovinarsi.

In queste condizioni il Paziente non solo presenta difficoltà nei movimenti più banali ma non riesce a rilassarsi neppure a riposo poiché le tensioni presenti a livello del bacino non glielo permettono.

Generalmente i problemi meccanici sono causati da:

In altri casi possono dipendere da particolari condizioni patologiche fra cui:

Segni e sintomi

Il sintomo caratteristico della sacroileite è il dolore nella bassa schiena (L4 – L5; L5 – S1) con possibile irradiazione a livello dei glutei, verso l'inguine o verso l'arto inferiore.

Nella maggior parte dei casi il dolore è unilaterale ma può presentarsi anche bilateralmente.

Solitamente le maggiori manifestazioni sintomatiche avvengono durante il giorno ma talvolta possono verificarsi esacerbazioni notturne in grado di disturbare il sonno.

Il sintomo può esordire in maniera acuta per poi stabilizzarsi a minore intensità in maniera cronica e trasformarsi in una base per possibili episodi di riacutizzazione.

Una componente sintomatica sempre associata al dolore è la rigidità, soprattutto al mattino, che costringe il Paziente a movimenti robotici e macchinosi.

Inoltre spesso la bassa schiena presenta calore al tatto, rivelando la presenza di uno stato infiammatorio cronico.

I sintomi della sacroileite si manifestano prevalentemente col movimento e in alcune specifiche situazioni fra cui:

Diagnosi

La diagnosi di sacroileite si basa su:

In caso di sospetta sacroileite è necessario effettuare una diagnosi differenziale efficace dal momento che la sacroileite presenta sintomatologie simili a:

Rimedi tradizionali

Il trattamento della sacroileite è quasi sempre conservativo ed è basato su:

Nei casi molto gravi è possibile arrivare a un'artrodesi chirurgica (fusione dell'osso sacro con l'osso iliaco) o a una denervazione tramite radiofrequenze.

Trattamento osteopatico della sacroileite

La sacroileite è un problema di natura quasi sempre funzionale per cui l'Osteopatia rappresenta un rimedio di prima scelta per questo tipo di problema.

Il trattamento osteopatico della sacroileite verte essenzialmente sullo sblocco e sul riequilibrio delle articolazioni sacro-iliache.

Dato che però tali articolazioni fanno parte di un complesso gioco meccanico che riguarda il bacino, il tratto lombare, l'arto inferiore e non solo, allora non è sufficiente un trattamento locale ma è necessario riequilibrare le strutture osteo-articolare e mio-fasciale della persona in una prospettiva più globale.

Vediamo a seguire i principali settori oggetto di intervento osteopatico.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

In considerazione dello stretto collegamento funzionale fra la base del cranio e l'osso sacro, in caso di sacroileite il trattamento del sistema cranio-sacrale assume un'importanza prioritaria.

Il cranio viene innanzitutto ispezionato nella sua globalità, per verificarne lo stato di espansione e la frequenza delle sue fluttuazioni.

Soprattutto però deve essere verificata la piena libertà delle ossa della base, quindi occipitale, temporale e sfenoide.

Devono essere quindi liberate innanzitutto le principali suture, cioè le suture occipito-mastoidee, le suture sfeno-squamose e le suture sfeno-petrose.

Certamente devono essere attentamente ispezionate anche le restanti suture, oltre che le fasce epicraniche, i muscoli masticatori e i muscoli cervicali, per lo meno quelli che si inseriscono direttamente sul cranio.

Le restrizioni craniali sono il principale fattore di limitazione funzionale sacro-iliaca per cui il lavoro osteopatico sul cranio è assolutamente fondamentale.

Adattamenti osteopatici del bacino

Una volta liberata la base del cranio ed eliminata la componente tensiva dall'alto, è necessario verificare che non siano presenti restrizioni locali, a livello del bacino.

Il bacino è infatti ricco di strutture muscolari, legamentose e viscerali, tutte potenzialmente fonte di possibili tensioni.

Da un punto di vista muscolare è innanzitutto necessario decontratturare il gruppo dei muscoli rotatori dell'anca, soprattutto gli extra-rotatori, molto spesso ricchi di adattamenti funzionali.

Parliamo quindi dei muscoli glutei, piriforme, gemelli, quadrato del femore, otturatori, per citare quelli maggiormente coinvolti.

È necessario non sottovalutare il pavimento pelvico, in particolare il muscolo elevatore dell'ano, spesso contratto e spesso fonte di problemi.

Oltre a questo è opportuno verificare lo stato tensivo dei visceri del pavimento pelvico, in particolare il sistema fasciale e legamentoso della vescica che spesso ha un ruolo nelle restrizioni dell'osso sacro.

Infine è necessario valutare con attenzione lo stato di tensione dei legamenti sacro-iliaci posteriori, molto robusti, che quasi sempre si trovano in uno stato di tensione anomala.

Tutte le strutture sopra menzionate devono essere trattate e riequilibrate.

Adattamenti osteopatici del tratto lombare

Il tratto lombare è strettamente connesso al bacino, in particolare all'osso sacro, per cui le tensioni lombari si proiettano facilmente in discesa.

Da un punto di vista muscolare è necessario innanzitutto valutare i muscoli delle docce vertebrali, cioè i muscoli posteriori che servono a mantenere la stazione eretta e si inseriscono sull'osso sacro, i muscoli quadrati dei lombi, che chiudono i fianchi posteriormente, e i muscoli addominali, localizzati anteriormente.

Inoltre bisogna sempre trattare i muscoli ileo-psoas e diaframma, due potenti muscoli interni che originano entrambi a livello lombare.

Ancora è necessario valutare lo stato tensivo dei legamenti ileo-lombari, potenti fasci fibrosi che collegano le ultime due vertebre lombari all'osso dell'anca.

Infine non bisogna tralasciare le strutture viscerali, in particolare i reni, le cui aderenze ai muscoli psoas sono spesso causa di rigidità lombare.

Adattamenti osteopatici dell'arto inferiore

L'arto inferiore è collegato al bacino da numerosissimi e potenti muscoli, le cui tensioni si trasformano spesso in fattori limitativi nei confronti delle articolazioni sacro-iliache.

I gruppi muscolari maggiormente coinvolti sono quello degli adduttori e quello dei muscoli ischio-crurali.

I muscoli adduttori originano tutti dal ramo pubico e si inseriscono quasi tutti a livello del femore: questi muscoli presentano spesso importanti tensioni in grado di perturbare la fisiologia del bacino.

Un altro importante gruppo muscolare spesso responsabile di squilibri meccanici è il gruppo dei muscoli ischio-crurali, costituito da tre potenti muscoli localizzati posteriormente che originano dalla zona ischiatica e si inseriscono su tibia e perone.

L'arto inferiore, in particolare la coscia, deve essere quindi revisionato a fondo, soprattutto in considerazione del fatto che i muscoli qui presenti non solo originano in gran parte dal bacino ma sono anche molto potenti e quindi le loro contratture sono molto destabilizzanti.

Casi reali

Riferisco il caso di un operaio di 37 anni affetto da sacroileite cronica da circa due anni.

Il problema ha avuto un'insorgenza piuttosto subdola, nel senso che inizialmente era stata scambiato per un semplice mal di schiena attribuito a cause lavorative e trattato con semplici rimedi occasionali.

Nel corso del tempo, tuttavia, i sintomi sono gradatamente aumentati, sia di intensità che di frequenza, al punto di trasformarsi in una causa di invalidità professionale.

Questo Paziente, infatti, presentava una rigidità importante al mattino e prima di riuscire a mantenere la stazione eretta in maniera confortevole impiegava più di un'ora.

Non solo, ma l'esecuzione di movimenti faticosi o il sollevamento di carichi gli procuravano fitte lancinanti alla bassa schiena, così forti da impedirgli di lavorare. In un paio di occasioni era stato addirittura necessario ricorrere a ricoveri di urgenza presso il Pronto Soccorso.

Le terapie proposte, fra cui l'ozonoterapia, si erano rivelate inefficaci e l'unica opzione rimasta era quella chirurgica.

Il Paziente è giunto all'Osteopatia su consiglio di un collega in condizioni disperate e molto sfiduciato.

All'esame osteopatico presentava una situazione funzionale molto compromessa, caratterizzata da una restrizione notevole sui quadranti di sinistra del cranio e un'anteriorizzazione della base sinistra del sacro, quindi una restrizione sacro-iliaca prevalentemente sinistra compensata da un adattamento opposto dell'articolazione sacro-iliaca controlaterale.

Oltre a questo erano presenti numerose contratture a tutti i livelli e tensioni fasciali e legamentose piuttosto importanti.

Ridotto il quadro adattativo, il bacino e il tratto lombare si sono immediatamente alleggeriti. Tuttavia, in considerazione della cronicità del problema, sono state necessarie in tutto quattro sedute spalmate in sei settimane.

Al termine del ciclo osteopatico il problema è stato risolto quasi completamente, nel senso che la rigidità al mattino e i dolori sacro-iliaci si sono ridimensionati di più del 90% rispetto alla situazione iniziale.

Risentito a distanza di qualche mese la sacroileite era del tutto scomparsa: permanevano alcuni sintomi di bassa entità a livello lombare ma a livello sacro-iliaco il problema poteva essere considerato risolto.

Questo caso illustra una situazione abbastanza tipica: il problema principale, in caso di sacroileite, è l'intensità dei sintomi che spesso è elevata e rallenta il decorso del trattamento ma normalmente si arriva ad una soluzione in una percentuale decisamente elevata.

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