Connettivite
Osteopatia Genova
Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta i sintomi della connettivite.
La connettivite è una patologia autoimmune di competenza reumatologica ma, in molti casi, a questa patologia sono associate disfunzioni osteopatiche che ne peggiorano il quadro sintomatologico.
In questi casi l'Osteopatia è utile a ridurre i sintomi della connettivite, talvolta con risultati sorprendenti.
Cosa è la connettivite
Con il termine connettivite ci si riferisce non ad una specifica patologia ma a un gruppo di malattie sistemiche autoimmuni.
Malattie cioè che coinvolgono l'organismo nella sua globalità (sistemiche) e che dipendono da disfunzioni del sistema immunitario il quale, invece di aggredire agenti patogeni estranei, aggredisce le stesse strutture corporee (autoimmuni).
Segni e sintomi
Le varie forme di connettivite sono tutte caratterizzate dal fatto che vi è un prevalente interessamento dei tessuti connettivi, per quanto alcune di esse coinvolgano anche i tessuti muscolare ed epiteliale.
La maggior parte delle connettiviti si manifesta con sintomatologie ricorrenti, come per esempio la sindrome di Raynaud (vasospasmo delle mani).
Al tempo stesso le connettiviti si differenziano fra loro in base all'espressione sintomatica, talvolta presentando sintomatologie specifiche, per cui è possibile distinguerle in tre gruppi principali: differenziate, indifferenziate e miste.
Connettiviti differenziate
Presentano un quadro clinico e sintomatico ben definito per cui sono ben identificabili e distinguibili. Le forme più diffuse sono:
- Sclerosi sistemica o sclerodermia: ispessimento della pelle, gonfiore articolare, perdita dei capelli, sindrome di Raynaud, xerosi cutanea (secchezza della pelle).
- Sindromi simil-sclerodermiche: fascite diffusa, sclerodermia da agenti fisici, chimici e farmaci, graft versus host diseaseĀ e scleromixedema.
- Lupus eritematoso sistemico: astenia, febbre, mialgia, eritema, alopecia. Include anche il Lupus indotto da farmaci e il Lupus neonatale.
- Miopatie: dermatomiosite, polimiosite e miosite necrotizzante autoimmune. I sintomi maggiormente significativi sono paralisi muscolari, dolori muscoloscheletrici, sindrome di Raynaud.
- Dermatomiosite: dolore muscolare, macchie rosse cutanee.
- Artrite reumatoide
- Sindrome di Sjögren: può essere primaria o associata ada ltre affezioni.
Connettivite indifferenziata
La connettivite indifferenziata è caratterizzata da una sintomatologia molto generica e non permette di effettuare una diagnosi precisa.
Solitamente si tratta di forme poco sintomatiche e poco evolutive anche se, in qualche caso, possono trasformarsi in connettiviti differenziate.
Fra i sintomi più comuni vi sono:
- Febbre
- Astenia
- Artrite
- Sindrome di Raynaud
- Manifestazioni cutanee
- Xeroftalmia (secchezza oculare)
- Xerostomia (bocca asciutta)
- Neuropatia periferica
- Positività agliĀ anticorpi anti-nucleo (ANA)
- Manifestazioni cardio polmonari
Connettivite mista
Le forme di connettivite mista sono manifestazioni cliniche caratterizzate dalla presenza di sintomi appartenenti a patologie reumatiche specifiche.
Per esempio una connettivite mista potrebbe presentare un sintomo tipico del lupus, uno dell'artrite reumatoide e uno della sclerodermia, cioè essere un misto delle tre.
Le connettiviti miste presentano quindi sintomatologie molto variegate ma, a differenza delle connettiviti indifferenziate, presentano sintomatologie più specifiche e si manifestano in forma più aggressiva.
Inoltre possono essere presenti anticorpi anti-U1-RNP a livello sierologico.
Cause
La connettivite è una patologia autoimmune per cui la causa principale è collegata ad una disfunzione del sistema immunitario.
La causa di tale disfunzione è al momento ignota ma si ipotizza un'eziologia multifattoriale basata su fattori genetici, ambientali, endocrini, ecc.
Diagnosi
A causa dell'enorme eterogeneità dei sintomi, la diagnosi della connettivite non è semplice.
In generale i sintomi presentati riguardano manifestazioni cutanee associate a dolore generale a cui spesso si aggiunge la presenza di alcuni valori bioumorali.
Il fatto è che questi sintomi, pur delineando nell'insieme un quadro clinico in ultima analisi determinato, sono di per sé molto spesso piuttosto aspecifici.
A scopo diagnostico è necessario effettuare un esame obiettivo e una raccolta anamnestica accurati che tuttavia devono essere associati a esami di laboratorio approfonditi.
Terapia
Dal momento che esistono molte forme di connettivite, non esiste una terapia univoca per questo tipo di problema.
In particolare le connettiviti differenziate e miste richiedono protocolli specifici in base alla tipologia mentre, per le forme indifferenziate, è sufficiente un approccio più generico.
In ogni caso la terapia della connettivite è essenzialmente basata su un trattamento farmacologico e le classi di farmaci generalmente utilizzate sono:
- Antinfiammatori non steroidei (FANS)
- Antinfiammatori steroidei (cortisonici)
- Immunosoppressori
Il dosaggio e la scelta dei singoli farmaci dipende dalle specifiche situazioni.
Approccio osteopatico alla connettivite
I Pazienti che soffrono di connettivite, molto spesso presentano sempre quadri osteopatici associati alla patologia di base.
I disguidi osteopatici, pur non essendo la causa della connettivite, ne accentuano i sintomi in maniera importante, in particolare i dolori muscolo scheletrici risultano molto aumentati.
Bisogna infatti considerare che gli adattamenti osteopatici, in generale, si sviluppano proprio a livello del tessuto connettivo.
L'Osteopatia, in questi casi, contribuisce a ridurre i sintomi dolorosi in maniera importante.
Il trattamento osteopatico, pertanto, non cura la connettivite ma aiuta a migliorare la qualità della vita dei Pazienti affetti da questo genere di patologia.
Vediamo a seguire la modalità di intervento osteopatica.
Adattamenti osteopatici cranio-sacrali
La connettivite, come tutti i problemi sistemici, presenta manifestazioni sintomatiche topografiche su tutto l'organismo, oltre che, in alcuni casi, problematiche neurovegetative.
In questi casi il sistema cranio-sacrale è sempre coinvolto e molto spesso le restrizioni presenti a questo livello contribuiscono a intensificare i sintomi soprattutto di natura neurovegetativa.
In particolare le espressioni neurovegetative tipo Raynaud o anche molte manifestazioni cutanee dipendenti da deficit di vascolarizzazione possono dipendere dalla presenza di adattamenti cranio-sacrali.
Il sistema cranio-sacrale, infatti, ha un'influenza significativa sulle funzioni autonome dell'organismo, in particolare andando ad alterarle in presenza di restrizioni.
In questo modo funzioni come orripilazione, midriasi, sudorazione, vasocostrizione, broncodilatazione e altre ancora possono subire alterazioni talvolta notevoli.
Inoltre le restrizioni cranio-sacrali hanno un'influenza diretta sull'ipofisi, localizzata al centro del cranio, nella sella turcica dell'osso sfenoide.
Le tensioni a questo livello possono provocare disguidi sull'asse ipotalamo-ipofisario e quindi sulla secrezione ormonale.
Adattamenti osteopatici del bacino
Il bacino rappresenta spesso il punto di origine di sintomatologie dolorose che interessano la parte bassa del corpo, in particolare dolore alla bassa schiena, dolore agli arti inferiori e dolore al pavimento pelvico per cui deve essere sempre attentamente revisionato.
Il bacino può essere sede di problemi intrinseci ma può anche ricevere tensioni da altri distretti.
Innanzitutto gli adattamenti craniali si riflettono sull'osso sacro e sul bacino in maniera molto diretta per cui, come già esposto, innanzitutto è necessario destrutturare eventuali adattamenti funzionali a livello cranio-sacrale.
Inoltre, al di là di questo aspetto, il bacino può presentare adattamenti muscolari e articolari intrinseci per cui è necessario analizzarne le varie zone separatamente.
I settori maggiormente soggetti ad adattamento funzionale sono il gruppo dei muscoli extrarotatori dell'anca, il gruppo dei muscoli glutei, il pavimento pelvico e la cresta iliaca, oltre che l'osso sacro e le articolazioni sacro iliache.
Adattamenti osteopatici della colonna vertebrale
Una volta sistemati gli importanti settori del cranio e del bacino, è necessario analizzare l'adattamento funzionale della colonna vertebrale.
La colonna vertebrale rappresenta innanzitutto il fulcro dell'impalcatura osteo-articolare che sorregge l'intero organismo.
Il sistema delle fasce si impianta in larga misura sulla colonna vertebrale per cui le tensioni vertebrali si ripercuotono facilmente su tutta le periferia dell'organismo. I tessuti connettivi, pertanto, risentono in maniera importante delle tensioni in arrivo dall'asse.
Una tensione muscolo fasciale, specialmente quando assume proporzioni importanti, è in grado, già di per sé, di generare sintomi dolorosi anche notevoli.
Inoltre a questo livello emergono i nervi spinali, responsabili dell'innervazione motoria e sensitiva di tutto l'organismo.
In caso di connettivite, è facile intuire che un problema miotensivo possa incrementare l'intensità dei sintomi in maniera significativa.
Adattamenti osteopatici della gabbia toracica
Anche la gabbia toracica può essere interessata dalla presenza di restrizioni funzionali.
Le tensioni del torace possono dare svariate sintomatologie come dolori intercostali, dolori trafittivi tipo pugnalata nella schiena, senso di oppressione e altro ancora.
Anche in questo caso la presenza di adattamenti toracici provoca un aumento notevole dei sintomi della connettivite, anche in considerazione del fatto che, in molti casi, le sintomatologie tipiche della connettivite sono localizzate nella parte alta del corpo.
Peraltro, al di là dei sintomi dolorosi, le restrizioni costali possono provocare anche sintomatologie respiratorie, come dispnea o limitazioni della ventilazione, disturbi talvolta associati alle connettiviti.
Adattamenti osteopatici dell'arto superiore
L'arto superiore deve essere attentamente revisionato poiché, molto spesso, le connettiviti sono caratterizzate dalla presenza di sintomi proprio a livello degli arti superiori, come per esempio le manifestazioni tipo Raynaud.
In questo caso è necessario garantire la piena libertà articolare e muscolo fasciale e soprattutto la pervietà delle strettoie che offrono passaggio ai fasci vascolo nervosi.
Le zone maggiormente critiche sono il cavo ascellare, che offre transito ai tronchi nervosi della maggior parte dei nervi destinati all'arto superiore e ai vasi ascellari, la zona epitrocleare ed epicondilare, il tunnel carpale e le fasce muscolari di braccio e avambraccio.
Compressioni a livello di questi distretti possono creare problemi di conduzione, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto neurovegetativo, e problemi di vasocostrizione.
Il risultato è lo sviluppo di sintomatologie a carico dell'arto superiore e soprattutto a carico delle mani, quindi mani fredde e doloranti.
Casi reali
Riferisco il caso di una donna di 56 anni con diagnosi di Lupus eritematoso sistemico da diversi anni.
La Paziente era seguita dalla Clinica di Medicina Interna, Immunologia clinica e Medicina Traslazionale dell'Ospedale San Martino di Genova, seguiva un piano terapeutico basato su farmaci cortisonici e immunosoppressori ed era monitorata periodicamente.
A livello ematologico presentava diversi valori piuttosto anomali fra cui la presenza di ANA (anticorpi anti-nucleo) e un tasso di creatinina piuttosto elevato.
Da un punto di vista sintomatico soffriva di dolori cronici a livello di quasi tutti i distretti, vale a dire la colonna e le grandi articolazioni ma i settori più interessati erano la testa, il tratto cervicale e gli arti superiori.
La zona nucale e cervicale erano particolarmente dolenti a causa di tensioni muscolari che procuravano a questa Paziente forti mal di testa e attacchi di cervicale importanti talvolta associati a vertigini.
Gli arti superiori erano coinvolti soprattutto a livello delle spalle con un interessamento della mano destra, spesso fredda e dolente.
A causa della cronicità dei dolori la Paziente periodicamente si rivolgeva a centri di fisioterapia per effettuare cicli di riabilitazione e praticava l'agopuntura. è giunta all'Osteopatia su consiglio di un'amica.
All'esame osteopatico questa Paziente presentava adattamenti funzionali importanti soprattutto a livello craniale, cervico-dorsale e degli arti superiori.
Soprattutto il cranio presentava un livello di compressione notevole e anche il tessuto connettivo presentava una consistenza piuttosto densa, marmorea.
L'intervento su questa Paziente non è stato breve né lineare. La fase più intensiva del trattamento si è sviluppata in circa sei sedute distribuite in un arco temporale di circa tre mesi, durante i quali si sono alternate fasi di remissione a fasi di riacutizzazione dei sintomi. Al termine dei tre mesi è stato necessario monitorare ancora la Paziente per i mesi a seguire con sedute di controllo saltuarie.
L'osservazione della Paziente nel corso di circa un anno ha permesso di trarre conclusioni piuttosto obiettive.
La sintomatologia dolorosa si è molto ridotta, soprattutto il mal di testa ha avuto una regressione notevole, fino a quasi scomparire del tutto e anche i dolori cervicali sono praticamente quasi scomparsi.
La mano destra ha avuto un notevole miglioramento da un punto di vista del dolore mentre ha continuato a persistere la vasocostrizione, seppur in misura ridotta.
Certamente l'approccio osteopatico alle malattie autoimmuni è sempre piuttosto impegnativo poiché si lavora su situazioni talvolta molto compromesse.
Tuttavia attraverso le tecniche osteopatiche è comunque possibile aiutare questi Pazienti a migliorare la qualità della vita in maniera talvolta importante.