Ipercifosi dorsale
Osteopatia Genova
Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta i Pazienti affetti da ipercifosi dorsale.
L'intervento osteopatico è indispensabile al fine di ridurre le componenti tensive interne e ridurre la possibilità di evoluzione della cifosi dorsale.
Inoltre l'intervento osteopatico è utile a ridurre il dolore dorsale talvolta associato.
- Trattamento osteopatico
- Casi reali
- Che cosa sono cifosi e lordosi
- Come si misura la cifosi dorsale
- Classificazione della cifosi dorsale
- Cause
- Segni e sintomi
- Diagnosi
- Rimedi tradizionali
Che cosa sono cifosi e lordosi
La colonna vertebrale è una struttura osteofibrosa costituita da 24 vertebre mobili, osso sacro e coccige. Sacro e coccige sono due elementi ossei costituiti rispettivamente da 5 e 4/5 vertebre fuse tra loro.
La colonna vertebrale, nel suo insieme, presenta fisiologicamente una serie di curvature sul piano sagittale denominate lordosi e cifosi a seconda del verso della concavità.
In particolare se la concavità è rivolta in avanti la curvatura è denominata cifosi, se è rivolta in dietro lordosi.
In questo modo si hanno:
- Lordosi cervicale
- Cifosi dorsale
- Lordosi lombare
- Cifosi sacro-coccigea
Pertanto i termini cifosi e lordosi non indicano delle patologie ma semplicemente le normali curvature della colonna vertebrale.
Come si misura la cifosi dorsale
Per comprendere meglio che cosa che cosa sia l'ipercifosi è necessario capire come il grado di curvatura dorsale venga misurato e quali siano i limiti considerati fisiologici per detta curvatura.
Il grado di curvatura della cifosi dorsale è basato sul calcolo dell'angolo di Cobb, lo standard di misurazione internazionale maggiormente utilizzato nella misurazione delle curvature del rachide. Questo metodo è molto utilizzato anche in caso di scoliosi.
Per quanto riguarda la misurazione dell'angolo di Cobb della cifosi, il calcolo viene effettuato a partire da una proiezione radiografica della colonna vertebrale sul piano sagittale.
Sull'immagine radiografica si tracciano due rette, una parallela al piano superiore di D1 e l'altra parallela al piano inferiore di D12. Le due rette, incrociandosi, formano un angolo: l'angolo di Cobb.
Classificazione della cifosi dorsale
Sulla base della misurazione dell'angolo Cobb, si hanno diverse possibilità, schematicamente riassunte nella tabella sottostante.
Gradi Cobb | Condizione clinica |
---|---|
< 20° | Dorso piatto |
20° - 35° | Valori normali |
35° - 45° | Atteggiamento cifotico |
> 45° | Ipercifosi |
È comunque importante comprendere che l'ipercifosi non è sempre patologica, come del resto neanche la riduzione della cifosi dorsale.
In alcuni casi, per esempio, è necessario valutare le connotazioni di familiarità, che molto spesso rappresentano un fattore piuttosto incisivo per quanto riguarda la conformazione della colonna vertebrale.
Questo vale soprattutto nei dismorfismi lievi, come gli atteggiamenti cifotici o il dorso piatto.
Per questo motivo il valore della misura della cifosi deve essere contestualizzato in una visione più ampia, al fine di interpretare il fenomeno in maniera più obiettiva. Tali valutazioni sono comunque di competenza ortopedica.
Vediamo comunque a seguire le principali casistiche.
Dorso piatto
Un valore inferiore ai 20° Cobb indica la presenza di un dorso piatto, cioè una condizione clinica diametralmente opposta all'ipercifosi.
Il dorso piatto non rappresenta un condizione grave ma è spesso segno di alterazioni funzionali per cui merita un interesse da un punto di vista osteopatico.
Range di normalità
Un valore di Cobb compreso fra 20° e 35° è considerato un grado di curvatura normale.
Atteggiamento ipercifotico
Valori Cobb compresi fra i 35° e i 45° indicano la presenza di atteggiamento ipercifotico.
In questi casi le vertebre dorsali presentano una conformazione normale e la curvatura eccessiva dipende dalla presenza di tensioni interne che impediscono al Paziente di mantenere un assetto posturale corretto.
Si tratta di una situazione potenzialmente reversibile poiché le vertebre non hanno subito deformazioni.
Un atteggiamento ipercifotico può essere infatti facilmente corretto per mezzo di un'attivazione volontaria da parte del Paziente o per mezzo di un raddrizzamento passivo da parte di un operatore: per questo motivo l'atteggiamento ipercifotico è definito anche cifosi mobile.
Tuttavia, in questi casi, è necessario monitorare il quadro globale nel tempo a causa della natura potenzialmente evolutiva di tali situazioni.
Ipercifosi
Quando il grado di cifosi supera i 45° Cobb, allora si ha un'ipercifosi conclamata.
In questi casi spesso vi è in presenza di deformazioni vertebrali per cui non è possibile riportare la curvatura dorsale a livelli normali, né attivamente né passivamente: si parla in questi casi di cifosi rigida.
L'ipercifosi rappresenta una condizione clinica di interesse ortopedico poiché, oltre un certo livello di curvatura gli organi interni possono subire compressioni o essere costretti a malposizioni in grado di alternarne la funzione.
In caso di ipercifosi molto accentuate l'intervento osteopatico rappresenta un elemento essenziale del protocollo terapeutico e del percorso riabilitativo.
Cause
Per quanto riguarda il soggetto anziano, l'ipercifosi è spesso causata da deformazioni a cuneo delle vertebre dorsali; tali deformazioni sono quasi sempre secondarie a processi osteoporotici in fase avanzata.
Nel Paziente giovane, ad esclusione di connotazioni ereditarie o conformazioni congenite, la presenza di un'alterazione della curvatura cifotica può avere una base sia funzionale che patologica.
Una causa funzionale è sempre presente poiché gli adattamenti della colonna vertebrale dipendono sempre dalla presenza di forze anomale che agiscono contro la fisiologia.
Cause patologiche, al contrario, possono essere presenti o meno per cui, soprattutto in caso di ipercifosi rigide di una certa entità, è necessario effettuare indagini mirate.
Le cause patologiche più comunemente ricercate sono:
- Morbo di Scheuermann
- Spondilite anchilosante
- Osteogenesi imperfetta
- Sindrome di Ehlers-Danlos
- Sindrome di Marfan
- Traumi vertebrali
A questo possono aggiungersi particolari condizioni sfavorevoli al contorno che tuttavia non possono essere considerate vere e proprie cause di ipercifosi ma piuttosto elementi aggravanti.
Tra esse consideriamo:
- Posture prolungate in flessione dorsale (studenti, impiegati)
- Lavori pesanti con carichi eccessivi
- Scarso esercizio fisico
- Sovrappeso
Segni e sintomi
L'ipercifosi è asintomatica, come del resto tutte le curvature dismorfiche della colonna vertebrale e la stessa scoliosi.
In molti casi, tuttavia, l'ipercifosi può essere associata a specifiche sintomatologie, alcune delle quali sono più ricorrenti:
- Dorsalgia
- Cervicale
- Mal di schiena
- Dolore al petto
- Asma
- Disfagia
- Reflusso gastroesofageo
- Dispnea
- Rigidità dorsale
Diagnosi
La diagnosi di ipercifosi o atteggiamento ipercifotico si basa su:
- Esame ortopedico
- Esame neurologico
- Esami strumentali: RX, RMN, MOC.
La diagnosi di ipercifosi è di competenza ortopedica.
Rimedi tradizionali
Il trattamento dell'ipercifosi è finalizzato a ridurre l'ampiezza della curvatura cifotica, quando possibile, e ridurre i sintomi, quando presenti.
Le soluzioni proposte sono basate essenzialmente sulla fisioterapia e sull'esercizio fisico, finalizzati sia ad allungare la muscolatura che a rinforzarla.
Sono quindi consigliati nuoto, yoga, pilates, palestra o comunque ginnastica posturale specifica per la colonna vertebrale.
Non è esclusa la terapia farmacologica in caso di dolori importanti.
Trattamento osteopatico dell'ipercifosi
Il trattamento osteopatico dell'ipercifosi è finalizzato a:
- Ridurre il dolore e i sintomi associati
- Ridurre il grado di evolutività dell'ipercifosi
La possibilità di ridurre la curva cifotica, al contrario, dipende dal suo livello di strutturazione per cui la riduzione completa dell'ipercifosi non rappresenta un obiettivo sempre perseguibile.
In caso di atteggiamenti cifotici è effettivamente possibile poiché lo scioglimento delle tensioni interne spesso facilita il riequilibrio del rachide dorsale, non di rado anche sotto il profilo anatomico.
Al contrario, in presenza di patologie conclamate o in caso di ipercifosi rigide, la riduzione della curvatura dorsale non è conseguibile per mezzo delle tecniche osteoptiche.
In ogni caso il trattamento osteopatico porta sempre un grande vantaggio generale al Paziente il quale va comunque sempre incontro a un miglioramento della qualità della vita.
Il trattamento osteopatico non si limita al riequilibrio selettivo del tratto dorsale ma è orientato, più in generale, al riequilibrio funzionale dell'intero asse.
Vediamo a seguire come si sviluppa l'intervento osteopatico in caso di ipercifosi.
Adattamenti osteopatici cranio-sacrali
Molti adattamenti funzionali presenti a livello dorsale dipendono da squilibri dinamici della base del cranio.
Le tensioni della base del cranio, infatti, si riflettono direttamente sull'osso sacro: in questo modo fra cranio e sacro si crea una linea di tensione che coinvolge l'intera colonna vertebrale.
In questo modo il tratto dorsale, proprio come un arco con la corsa troppo tesa, tende a piegarsi su se stesso.
Per questo motivo, in caso di ipercifosi, l'intervento osteopatico a livello del sistema cranio-sacrale è assolutamente prioritario.
Devono essere quindi sottoposti a revisione non solo le ossa della base e della volta del cranio, ma anche le fasce craniche e i muscoli masticatori.
Queste tensioni, attraverso il sistema della meninge esterna, si riflettono a livello dell'osso sacro creando restrizioni meccaniche di notevole entità.
Adattamenti osteopatici cervicali
La maggior parte delle strutture muscolo fasciali del tratto cervicale è connessa al torace e al tratto dorsale, in maniera diretta o indiretta.
I muscoli posteriori del collo originano in gran parte a livello dorsale, almeno fino a D6. Le tensioni di questi muscoli provocano spesso dolore dorsale e irrigidimento del tratto dorsale.
Ma soprattutto le tensioni delle strutture muscolo fasciali anteriori, come i muscoli ioidei e la fascia cervicale media, hanno un ruolo importante nella genesi di un'ipercifosi.
Questi muscoli, infatti, tendono ad avvicinare il mento alla gabbia toracica provocando un'anteriorizzazione del capo e una flessione del tratto dorsale alto.
Le tensioni della zona ioidea e delle fasce del collo, pertanto, devono essere trattate in maniera completa e selettiva.
Adattamenti osteopatici del torace
Il torace deve essere naturalmente revisionato a fondo poiché molto spesso gli adattamenti funzionali presenti a questo livello hanno un ruolo decisivo nello sviluppo di un'ipercifosi.
Innanzitutto possono essere presenti adattamenti funzionali di natura muscolo tensiva, come per esempio contratture intercostali o paravertebrali.
Tensioni di questo tipo, specie se diffuse in maniera massiva, portano sempre a un irrigidimento notevole di tutta la gabbia toracica e del tratto dorsale.
Inoltre, qualora si presentino in maniera asimmetrica, spesso tendono a creare deformazioni della gabbia toracica creando gibbi e adattamenti scoliotici che vanno a complicare il quadro di ipercifosi.
A livello toracico bisogna considerare anche gli adattamenti viscerali, vale a dire le tensioni delle fasce del mediastino e del diaframma.
Per esempio le tensioni dell'esofago possono portare a un incurvamento del dorso in avanti, oltre che potenzialmente a problemi di reflusso gastroesofageo.
Anche le tensioni del diaframma e del pericardio possono provocare un avvicinamento al torace del tratto cervicale basso con conseguente anteroflessione del tratto dorsale alto.
Adattamenti osteopatici dell'addome
Le tensioni del tratto addominale incidono pesantemente sulla dinamica torace, creando alterazioni di grande entità.
I muscoli addominali, infatti, sono numerosi, ampi e, nel complesso, esercitano una forza notevole sulla parte anteriore della gabbia toracica.
La presenza di adattamenti muscolo fasciali o contratture a questo livello porta molto spesso allo sviluppo di un'ipercifosi: infatti le tensioni addominali flettono il busto in avanti provocano l'incurvamento del dorso.
Per questo motivo le tensioni del tratto addominale devono essere assolutamente intercettate e risolte.
Molto spesso, per esempio si riscontano tensioni a livello del terzo superiore del muscolo retto dell'addome che si scaricano direttamente sul processo xifoideo dello sterno.
In generale, comunque, anche le tensioni dei muscoli obliqui hanno spesso un ruolo decisivo nell'incurvamento cifotico per cui deve essere effettuata un'ispezione completa di tutta la zona addominale.
Casi reali
Riferisco il caso di un ragazzo di 14 anni recante atteggiamento ipercifotico fin dalla scuola primaria.
Il giovane Paziente presentava una curvatura dorsale non eccessivamente pronunciata ma un atteggiamento posturale in costante flessione, anche in stazione eretta, non del tutto compatibile con la sua età o con il suo stato di salute, tutto sommato buono.
Inoltre il ragazzo lamentava un senso di rigidità generale della schiena e anche l'insegnante di Educazione Fisica aveva rilevato un certo impaccio nei movimenti del tronco.
I genitori, su consiglio del Pediatra, avevano sottoposto il ragazzo a visite ortopediche e ad accertamenti radiografici da cui fortunatamente non erano emerse patologie specifiche a carico del rachide.
Il ragazzo era stato quindi sottoposto ad un programma di ginnastica correttiva, per circa un paio d'anni, che aveva contribuito ad elasticizzare la colonna vertebrale e a rinforzare i muscoli dorsali.
L'atteggiamento in flessione, tuttavia, continuava sostanzialmente a persistere, come anche la rigidità generale, e, nel corso dell'ultimo anno, si era aggiunto anche un lieve dolore dorso-lombare.
Il ragazzo è giunto all'Osteopatia su consiglio dell'Ortopedico.
All'esame osteopatico la situazione era piuttosto compromessa poiché era presente una notevole compressione a livello della base del cranio associata a una contrattura del diaframma e a una contrattura della muscolatura delle docce vertebrali sul lato destro.
Il trattamento osteopatico si è sviluppato in cinque sedute in tre mesi, al termine del quale il quadro generale è variato in maniera notevole.
L'ipercifosi è stata ridotta solo parzialmente, vista l'età del Paziente e le connotazioni familiari del paramorfismo (padre e zio avevano una conformazione dorsale simile), ma il senso di rigidità è completamente scomparso e la mobilità generale del rachide è notevolmente migliorata: il ragazzo, per esempio, è riuscito per la prima volta a toccare il pavimento con le mani senza flettere le ginocchia.
Sopratutto però il Paziente ha avuto un guadagno inaspettato da un punto di vista della vitalità generale, nel senso che da quasi subito è apparso più energico, più reattivo e, a detta degli insegnanti, meno assonnato e più concentrato durante le lezioni.
Questo caso aiuta a comprendere come l'intervento osteopatico, pur partendo da una problematica settoriale, sia comunque sempre orientato a riequilibrare la persona nella sua globalità.