Reflusso gastroesofageo
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta il reflusso gastroesofageo.

In molti casi questa patologia ha anche una causa funzionale per cui l'Osteopatia rappresenta una valida soluzione.

Attraverso le tecniche osteopatiche è possibile correggere completamente il problema o ridurre la sintomatologia in maniera significativa.

Cenni anatomici

L'esofago è un organo tubolare che collega la faringe (la gola) allo stomaco e si trova nel torace, davanti alla colonna vertebrale.

È lungo circa 25 centimetri e largo 2 – 3 centimetri ed ha consistenza muscolare, vale a dire è formato da due strati di muscolatura liscia.

Nell'atto della deglutizione le contrazioni peristaltiche della parete dell'esofago spingono il bolo alimentare verso lo stomaco.

L'esofago è separato dallo stomaco da una valvola muscolare denominata cardias: il cardias si apre nel momento in cui il bolo penetra nello stomaco, dopodiché si richiude per impedire la risalita del contenuto gastrico verso l'alto.

Dal momento che l'esofago si trova nel torace e lo stomaco nell'addome e torace e addome sono separati dal diaframma, l'esofago, a livello del cardias, attraversa il diaframma passando attraverso il forame esofageo del diaframma, un forame costituito da fibre muscolari.

La parete interna dell'esofago è tappezzata da una mucosa che nella parte inferiore, similmente allo stomaco, resiste all'attacco delle sostanze acide mentre nella parte superiore, similmente alla bocca, non presenta questa caratteristica.

Definizione

Il reflusso gastroesofageo è un fenomeno patologico per cui i succhi gastrici risalgono dallo stomaco attraverso l'esofago fino alla zona faringea. Il tutto avviene in maniera automatica e involontaria.

Il problema è che, nella parte alta dell'esofago e della faringe, la mucosa sia danneggia poiché in questo tratto non è concepita per contenere materiale acido.

Inoltre l'acidità, attraverso le tube di Eustachio, può raggiungere l'orecchio medio.

Si stima che il 10% – 20% della popolazione occidentale sia affetta da questa condizione.

Malattia da reflusso gastroesofageo

Quando il reflusso gastroesofageo si manifesta con un'intensità importante, in termini di frequenza e durata, allora si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.

La malattia da reflusso gastroesofageo è una patologia benigna ma può essere molto fastidiosa nella vita quotidiana e, inoltre, può dare origine a sua volta ad altre patologie fra cui esofagite, ulcere, emorragie, stenosi, esofago di Barret, ecc.

Segni e sintomi

Il reflusso gastroesofageo presenta sintomi tipici, cioè specifici di questa condizione, e sintomi atipici, cioè sintomi presenti non solo in questa particolare situazione ma che però molto spesso sono correlati.

Sintomi tipici

I sintomi tipici e il rigurgito in particolare si verificano soprattutto:

Sintomi atipici

Cause

Il reflusso gastroesofageo può avere diverse cause, fra cui:

In molti casi a questi fattori sono associate cause osteopatiche.

L'esofago e lo stomaco, infatti, possono essere soggetti sia a tensioni mio-fasciali che a stress di tipo neurovegetativo e, in entrambi i casi, vi sono sempre coinvolgimenti osteopatici.

Da un punto di vista miotensivo l'esofago e lo stomaco possono subire tensioni sia a partire dall'alto che dal basso.

Dall'alto le tensioni della base del cranio possono generare tensioni direttamente sull'esofago a partire dalla faringe, che origina parzialmente dal tubercolo faringeo dell'osso occipitale.

Dal basso l'esofago può subire potenti trazioni da parte del diaframma, le cui contratture spingono verso il basso lo stomaco: questo meccanismo è alla base dello sviluppo dell'ernia iatale che, nella maggior parte dei casi, ha appunto una base osteopatica.

Per quanto riguarda lo stress neurovegetativo, adattamenti osteopatici a livello dorsale possono perturbare i gangli ortosimpatici diretti all'esofago e allo stomaco mentre tensioni della base del cranio possono perturbare il decorso dei nervi vaghi.

I problemi osteopatici, pertanto, sono largamente responsabili delle distonie funzionali dell'esofago e dello stomaco e possono essere causa di reflusso gastroesofageo.

Diagnosi

L'esame obiettivo e la presenza dei sintomi tipici sono già sufficienti a formulare una diagnosi di reflusso gastroesofageo.

Altri esami utili sono: RX tubo digerente, gastroscopia, manometria esofagea, pH-impedenziometria delle 24 ore (per monitorare la quantità di materiale refluito).

La diagnosi di reflusso gastroesofageo generalmente è di competenza del Gastroenterologo.

Terapia

La terapia del reflusso gastroesofageo parte innanzitutto da una prevenzione, basata su un'educazione alimentare corretta. Pertanto è consigliabile ridurre o evitare cibi come cioccolata, caffè, alcolici, fritti, pomodoro, agrumi, menta.

Inoltre è importante seguire corretti stili di vita, evitando per esempio di assumere una posizione sdraiata dopo i pasti o consumando pasti leggeri alla sera.

In realtà, però, in caso di reflusso gastroesofageo conclamato o in caso di malattia da reflusso gastroesofageo, la soluzione proposta è soprattutto una terapia farmacologica.

I farmaci utilizzati hanno una funzione antiacida o procinetica: questi ultimi servono a favorire lo svuotamento dell'esofago.

Infine esiste anche la terapia chirurgica, finalizzata a ristabilire la continenza del cardias.

Trattamento osteopatico del reflusso gastroesofageo

Da un punto di vista osteopatico, il trattamento del reflusso gastroesofageo prevede essenzialmente il riequilibrio funzionale del tratto digerente dalla faringe allo stomaco.

A tale scopo è necessario revisionare e trattare non solo la zona faringea, l'esofago e lo stomaco ma anche le strutture adiacenti.

Vediamo a seguire i principali settori di interesse osteopatico.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

Le tensioni del siatema cranio-sacrale hanno un'influenza diretta sull'esofago poiché a livello del tubercolo faringeo dell'osso occipitale trova inserzione la faringe, a cui segue appunto l'esofago.

Nella maggior parte dei casi l'esofago riceve una tensione a partire dall'alto a cui si adatta sia da un punto di vista meccanico che da un punto di vista riflesso.

In altri termini è come se le tensioni craniali tirassero l'esofago verso l'alto.

La muscolatura esofagea, in questo modo, non lavora in maniera ottimale e questo tipo di distonia influisce sulla fisiologia della deglutizione e sul contenimento delle valvole.

Il cardias, peraltro, non ha una struttura anatomica a sé stante ma si tratta piuttosto di un tratto di 2 – 4 cm di muscolatura esofagea con funzioni sfinteriali, cioè si tratta di un gruppo di fibre esofagee che contraendosi chiudono l'esofago.

Quindi il cardias non ha una propria identità ma risente delle distonie generali dell'intero esofago.

Gli adattamenti della base del cranio, inoltre, possono influenzare anche la funzionalità del nervo vago che sovrintende la funzionalità dei visceri dell'apparato digerente.

Pertanto le tensioni cranio-sacrali possono creare distonie neurovegetative a livello dell'esofago e dello stomaco e provocare o esacerbare un reflusso gastroesofageo.

Adattamenti osteopatici cervicali

A livello cervicale si trovano la faringe e il primo tratto dell'esofago. Queste strutture sono circondate da numerosi altri elementi anatomici di cui possono subire le tensioni e le disfunzioni.

Innanzitutto le fasce cervicali, soprattutto la fascia cervicale media e profonda, presentano connessioni dirette con i primi tratti dell'apparato digerente.

Inoltre la zona ioidea presenta connessioni molto strette con la faringe poiché la maggior parte dei muscoli faringei origina dall'osso ioide: le tensioni della faringe si riflettono in discesa direttamente sull'esofago.

La mandibola presenta anch'essa un interesse specifico poiché anche da qui partono fasci verso la faringe.

Infine anche le tensioni dei muscoli del collo, molto numerosi, e le disfunzioni delle vertebre cervicali possono riflettersi su faringe ed esofago.

Quindi i disordini funzionali della zona cervicale possono compromettere la funzione della deglutizione e dare origine a reflusso gastroesofageo.

Adattamenti osteopatici del torace e del mediastino

L'esofago transita profondamente alla zona dorsale, aderente ai corpi vertebrali dorsali fino a un certo livello per poi deviare leggermente in avanti.

Gli adattamenti osteopatici del tratto dorsale, pertanto, hanno innanzitutto un'influenza meccanica sull'esofago.

Ma soprattutto, in corrispondenza delle teste costali, sono localizzati i gangli ortosimpatici da cui parte l'innervazione autonoma dell'esofago e dello stomaco.

Pertanto le disfunzioni dorsali hanno soprattutto un interesse neurovegetativo nei confronti di questi organi.

Le distonie neurovegetative provocate da questi meccanismi disfunzionali possono dare origine a difficoltà di transito o reflusso gastroesofageo.

Adattamenti osteopatici del diaframma

Il diaframma, il principale muscolo respiratorio, ha un interesse diretto nella genesi del reflusso gastroesofageo.

Innanzitutto una contrattura del diaframma trascina lo stomaco verso il basso creando una componente tensiva sull'esofago.

Ancora, le tensioni a livello del forame esofageo possono condizionare in maniera significativa il transito esofageo nei due sensi.

Inoltre le contratture del diaframma in molti casi possono provocare un'ernia iatale, creando quindi le condizioni per lo sviluppo di una malattia da reflusso gastroesofageo.

Adattamenti osteopatici dello stomaco

Lo stomaco, da un punto di vista funzionale, è collegato alle strutture adiacenti, a cominciare dal diaframma, per mezzo di legamenti sierosi.

In alcuni casi a livello di tali legamenti o sulla parete da dove essi hanno origine si creano tensioni che limitano la mobilità dello stomaco.

In questi casi si generano tensioni che possono alterare la funzionalità dello stomaco e, di riflesso, la funzionalità dell'esofago.

Molti problemi di reflusso gastroesofageo possono derivare proprio da alterazioni dinamiche dello stomaco.

Queste alterazioni sono risolvibili con l'Osteopatia.

Casi reali

Riferisco il caso di un impiegato di 37 anni sofferente di reflusso gastroesofageo da circa due anni.

Il problema era iniziato con un dolore retrosternale saltuario che si manifestava prevalentemente dopo i pasti e in alcuni momenti della giornata.

La situazione è peggiorata col passare del tempo nel senso che l'intensità e la frequenza degli attacchi sono aumentati e inoltre è comparso un dolore alla bocca dello stomaco.

Il Paziente è stato visitato da un Gastroenterologo il quale ha somministrato un piano terapeutico essenzialmente farmacologico con associati importanti accorgimenti alimentari.

In seguito a tali indicazioni i sintomi del reflusso gastroesofageo sono molto diminuiti, in particolare il dolore retrosternale si è ridotto notevolmente.

Il Paziente, tuttavia, dopo circa un anno è stato costretto ad abbandonare la terapia a causa di effetti collaterali di alcuni farmaci per cui i sintomi sono ripresi.

La variazione del piano terapeutico non ha più prodotto gli stessi risultati per cui il Paziente ha deciso di intraprendere vie alternative fra cui l'Osteopatia.

All'esame osteopatico presentava restrizioni craniali e mediastiniche con importanti adattamenti su un gruppo di coste sul lato destro e sul diaframma.

Tutta questa componente tensiva si rifletteva sulla parete toracica e sul primo tratto dell'apparato digerente restituendo sintomi dolorosi toracici e deficit di mobilità viscerali, in particolare allo stomaco, che procuravano un reflusso gastroesofageo da incontinenza cardiale.

Il dolore retrosternale in effetti aveva una doppia origine: da un lato l'acidità da reflusso e dall'altro le contratture intercostali, localizzate anteriormente. Il dolore alla bocca dello stomaco dipendeva invece da una contrattura del diaframma, oltre che dalle restrizioni gastriche.

Ridotte le tensioni la sintomatologia è notevolmente diminuita in tempi relativamente brevi, vale a dire in tre sedute distribuite in un mese.

Il Paziente è stato ancora rivisto a distanza di due mesi per un controllo ma il reflusso gastroesofageo era completamente risolto.

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