Metatarsalgia
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la metatarsalgia o dolore all'avampiede.

La metatarsalgia ha sempre una base funzionale per cui, per mezzo delle tecniche osteopatiche, è risolvibile con un ampio margine di successo.

Cenni anatomici

Lo scheletro del piede è costituito da un insieme di ossa suddivisibili in tre grosse sezioni:

Le ossa del piede offrono inserzione a numerosissimi muscoli, alcuni dei quali fanno parte del piede (muscoli intrinseci) mentre altri originano dalla gamba (muscoli estrinseci) e inviano al piede i propri tendini.

Infine il tutto è circondato da robuste fasce muscolari che hanno il compito di stabilizzare l'intera struttura del piede. In particolare ricordiamo la fascia plantare, talvolta sede di problemi.

Cause

La metatarsalgia ha quasi sempre una causa osteopatica.

Il dolore all'avampiede, infatti, nella maggior parte dei casi dipende da problemi meccanici del piede e dell'arto inferiore e tali problemi sono risolvibili con l'Osteopatia.

In alcune situazioni accade che il piede o l'arto inferiore possano acquisire restrizioni di mobilità e quindi subire alterazioni dinamiche delle strutture anatomiche.

Il piede, muovendosi su assi non fisiologici, incomincerà a sviluppare sintomi la cui esatta localizzazione e la cui intensità dipenderanno dalla configurazione dell'adattamento dinamico da cui dipendono.

La metatarsalgia può dipendere anche da altre cause, in parte sempre osteopatiche, in parte mediche, in parte legate ad abitudini:

Segni e sintomi

Il sintomo caratteristico della metatarsalgia è il dolore all'avampiede che può manifestarsi come:

La metatarsalgia può essere a insorgenza graduale, in caso di condizioni patologiche croniche (obesità, deformità, ecc.) o a insorgenza improvvisa, in chi cambia improvvisamente stile di vita o abitudini, per esempio iniziando un'attività sportiva dopo tanto tempo di inattività.

Il dolore può presentarsi in forma acuta, sorda o con una sensazione di bruciore sotto la pianta.

Inoltre aumenta con lo sforzo o con l'attività prolungata mentre si attenua a riposo.

Per questo motivo fra i Pazienti che soffrono di metatarsalgia vi è un'alta percentuale di sportivi, soprattutto praticanti di calcio, corsa o atletica leggera, tennis, pallacanestro, pallavolo e, in generale, sport che prevedono corse e stacchi, in particolare su terreni duri.

Se trascurata, la metatarsalgia può arrivare a impedire la deambulazione trasformandosi così in un problema invalidante.

Sintomi locali correlati possono essere:

Sintomi associati possono essere:

Rimedi tradizionali

Il trattamento della metatarsalgia è sempre di tipo conservativo, nel senso che la soluzione chirurgica è molto rara, a parte casi di deformità podalica o neuroma di Morton.

Le soluzioni proposte generalmente sono:

Trattamento osteopatico della metatarsalgia

La metatarsalgia viene trattata con tecniche osteopatiche con un ampio margine di successo.

Nella quasi totalità dei casi, infatti, la metatarsalgia da cause funzionali per cui l'Osteopatia rappresenta una soluzione di prima scelta.

Allo scopo di trattare efficacemente la metatarsalgia è necessario intervenire non solo sul piede ma sul bacino e tutto l'arto inferiore.

Questo perché molto spesso le catene adattative che portano la zona metatarsale fuori equilibrio hanno origine a monte, a livello dei tratti prossimali dell'arto inferiore o addirittura dal bacino.

Pertanto, in caso di metatarsalgia, è necessario procedere a un riequilibrio globale dell'apparato locomotore.

Adattamenti osteopatici a livello cranio-sacrale

Il trattamento del sistema cranio-sacrale ha un'importanza fondamentale.

Gli adattamenti della base del cranio si riflettono verso il basso in maniera estremamente diretta, innanzitutto all'osso sacro e poi all'arto inferiore.

Le catene adattative di origine craniale possono facilmente portare il piede a lavorare in maniera non fisiologica, compromettendone quindi la funzionalità.

Per questo motivo il cranio deve essere trattato prima di intraprendere qualsiasi lavoro di riequilibrio a valle.

Certamente chi non è abituato a ragionare in termini osteopatici troverà questa procedura piuttosto originale.

Tuttavia bisogna considerare che la mancata correzione degli adattamenti osteopatici cranio-sacrali è incompatibile con la possibilità di riequilibrare un piede in maniera efficace.

Adattamenti osteopatici del bacino

Il bacino deve essere assolutamente revisionato prima di intraprendere una correzione a livello del piede.

Un disequilibrio a questo livello si ripercuote sempre sull'arto inferiore e quindi sul piede in maniera molto diretta.

Una volta eliminata la componente tensiva in arrivo dal cranio, è necessario revisionare le strutture articolari e miofasciali del bacino, oltre che gli organi interni.

È possibile infatti riscontrare adattamenti funzionali a livello non solo delle articolazioni sacro-iliache ma anche a livello dei muscoli extrarotatori dell'anca, dei muscoli glutei e del pavimento pelvico.

Inoltre è opportuno valutare lo stato tensivo del legamenti della vescica poiché una tensione a questo livello si riflette spesso sul piede, in particolare sulla parte esterna.

Adattamenti osteopatici dell'arto inferiore

L'arto inferiore può essere sede di adattamenti miofasciali di un certo rilievo, anche perché a questo livello sono presenti muscoli potenti.

È necessario analizzare tutte le logge muscolari sia della coscia che soprattutto del polpaccio. A livello del polpaccio infatti originano i muscoli diretti al piede, in particolare i muscoli flessori del piede e delle dita.

I tendini di questi muscoli si inseriscono sotto la pianta in prossimità dell'avampiede e hanno un ruolo fondamentale nella flessione del piede.

Le tensioni di questi muscoli sono spesso responsabili di metatarsalgia per cui le contratture del polpaccio devono essere trattate massivamente.

I muscoli generalmente più coinvolti sono il muscolo tricipite surale, il muscolo tibiale posteriore e il muscoli flessori delle dita e dell'alluce.

Adattamenti osteopatici del piede

I muscoli intrinseci del piede devono essere trattati con la massima attenzione.

In particolare le tensioni dei muscoli interossei, localizzati fra le ossa metatarsali, hanno un ruolo fondamentale nella genesi della metatarsalgia poiché sono sempre molto dolorose.

Molto spesso queste tensioni danno origine al neuroma di Morton.

Anche le tensioni della fascia plantare, spesso presenti, devono essere trattate con cura poiché la fascia plantare si inserisce proprio sotto alle teste delle ossa metatarsali per cui una tensione a questo livello si ripercuote sull'avampiede in maniera diretta.

Infine è necessario trattare le dita, molto spesso sede di adattamenti funzionali importanti in grado di procurare problemi all'avampiede.

Le dita dei piedi presentano dimensioni anatomiche ridotte per cui molto spesso sono ignorate o prese in poca considerazione nel trattamento del piede.

Questa omissione rappresenta un grave errore poiché molto spesso se non si trattano le dita dei piedi non è possibile risolvere una metatarsalgia.

Inoltre, a livello delle dita dei piedi, molto spesso originano catene adattative ascendenti in grado di arrivare fino al bacino e alla colonna vertebrale.

Casi reali

La metatarsalgia è un problema piuttosto diffuso per cui gli esempi sono molti.

Riferisco il caso di una casalinga di 65 anni recante una metatarsalgia al piede destro da circa un anno e mezzo.

Il dolore era insorto gradatamente e senza un motivo apparente e, nel corso del tempo, era andato aumentando fino a trasformarsi in un problema piuttosto invalidante.

Negli ultimi mesi la Paziente non riusciva più a camminare, al punto che aveva difficoltà a uscire di casa anche per andare a fare la spesa.

Su consiglio dell'Ortopedico si era rivolta a un Podologo il quale le aveva confezionato un plantare che inizialmente le aveva dato un po' di sollievo ma, col passare del tempo, il dolore è comunque aumentato.

La Paziente effettuava ciclicamente sedute fisioterapiche e, nei momenti di maggiore difficoltà, ricorreva a una terapia farmacologica antidolorifica.

Questa Paziente è approdata all'Osteopatia quasi per caso, su consiglio di conoscenti.

All'esame osteopatico presentava importanti restrizioni a livello della base del cranio e un adattamento del bacino sul lato destro. L'arto inferiore presentava qualche adattamento ma soprattutto erano presenti tensioni e contratture a livello dei muscoli interossei e delle dita del piede.

In seguito a un ciclo osteopatico di tre sedute spalmate in un mese, il problema si è ridotto quasi completamente.

La Paziente ha potuto riprendere a condurre una vita normale e, sentita a distanza di qualche mese per altri problemi, ha riferito di non aver più avuto alcun dolore in zona metatarsale.

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