Dolore e infiammazione del tendine di Achille
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta dolore e infiammazione del tendine di Achille.

Per mezzo dell'Osteopatia è possibile raggiungere almeno due obiettivi:

I problemi del tendine di Achille hanno sempre una base funzionale e sono trattabili con l'Osteopatia: la percentuale di successo è altissima.

Cenni anatomici

Il tendine di Achille è un breve ma robusto tendine che si trova dietro la caviglia.

È facilmente percepibile al tatto poiché, tastando la caviglia da dietro, sembra una grossa corda tesa che va dal polpaccio al calcagno, l'osso del tallone.

Il tendine di Achille è il tendine del muscolo tricipite surale: questo robusto muscolo si trova dietro al polpaccio ed è in grado, da solo, di sollevare il peso dell'intera persona. è proprio il muscolo tricipite surale a permetterci di stare in equilibrio sulla punta di un piede.

Bisogna inoltre considerare che il tendine di Achille, per motivi biomeccanici, insiste su una leva svantaggiosa per cui, per sollevare una persona di 80 Kg, il muscolo tricipite surale dovrà esercitare una forza di almeno il doppio.

In questo modo possiamo capire che il tendine di Achille è sottoposto a sforzi enormi: tensioni di decine di kilogrammi, se non addirittura dell'ordine del quintale, protratte per tutto il giorno, specialmente se la persona svolge una vita dinamica.

Cause

La causa principale del dolore al tendine di Achille è un malfunzionamento dell'arto inferiore.

Quando l'arto inferiore e la caviglia si trovano in difficoltà da un punto di vista dinamico, il tendine di Achille lavora in maniera anomala.

Il problema è che, considerate le tensioni in gioco, un disguido anche minimo ha ripercussioni importanti sulla funzionalità del tendine.

Se, per esempio, le ossa del retropiede (compreso il calcagno) presentano una mobilità alterata a causa di un incastro meccanico, allora il tendine di Achille eserciterà tensioni lungo assi non fisiologici.

Questo, nel corso del tempo, provocherà un'infiammazione alle strutture in gioco poiché si troveranno a esercitare sforzi di decine di kili lungo assi e piani non idonei.

In breve tempo si svilupperanno dolore e infiammazione e, solitamente, non solo al tendine di Achille ma in generale a tutte le strutture a esso collegate, vale a dire il piede e la gamba, come minimo.

Dal momento che la causa è sempre funzionale, dolore e infiammazione del tendine di Achille è sempre risolvibile con l'Osteopatia.

È importante capire che la causa non è lo sforzo, ma il disguido meccanico già presente: una struttura che lavora in maniera corretta può esercitare qualsiasi sforzo senza alcun problema.

Del resto qualsiasi sforzo viene sempre esercitato con entrambi gli arti, ma il dolore al tendine di Achille colpisce quasi sempre un solo arto: quello in disfunzione.

Altre cause più rare possono essere:

In realtà queste ultime sono per lo più concause o fattori predisponenti.

Segni e sintomi

Il sintomo caratteristico di un problema al tendine di Achille è un dolore acuto dietro alla caviglia.

Spesso il dolore è acuto al punto tale da impedire di flettere il piede verso il basso o caricare il peso sul piede.

Nai casi più severi può arrivare a impedire la deambulazione, trasformandosi quindi in motivo di invalidità importante.

In caso di infiammazione del tendine di Achille, solitamente si ha dolore intenso al mattino, soprattutto con i primi passi, che tende ad attenuarsi man mano che la zona si riscalda.

Si ha ancora un dolore acuto sotto sforzo, per esempio salendo le scale oppure facendo scatti o salti, in particolare su superfici dure o con calzature inadeguate.

Per questo motivo il dolore al tendine di Achille colpisce soprattutto i maschi, in particolare gli atleti o chi pratica attività lavorative particolarmente dinamiche.

Gli sport più a rischio sono: calcio, atletica leggera, basket, tennis, pallavolo e in generale gli sport che impegnano le caviglie.

Il dolore regredisce a riposo, anche se tende a ripresentarsi nelle situazioni sopra descritte.

Anche le manovre di stiramento e di compressione sono molto dolorose: per esempio pinzare il tendine con le dita evoca sempre un dolore acuto.

Da un punto di vista della localizzazione si distinguono:

Il tratto interessato dal dolore è spesso caratterizzato anche da altri sintomi: gonfiore, dolore al polpaccio, debolezza della gamba e crepitii alla mobilizzazione del tendine.

Inoltre il dolore al tendine di Achille può essere associato a:

Rischio di rottura del tendine di Achille

In alcuni casi il tendine di Achille è soggetto a:

In questi casi lo stress sul tendine è molto accentuato per cui, nel corso del tempo, è possibile che il tendine si indebolisca fino al punto di subire una rottura.

In caso di rottura del tendine, l'unica soluzione perseguibile è la soluzione chirurgica.

Al fine di evitare una rottura del tendine e quindi al fine di evitare un intervento chirurgico, una revisione osteopatica è altamente consigliata.

Rimedi tradizionali

Il dolore e l'infiammazione al tendine di Achille sono affrontati e combattuti a diversi livelli, a seconda dell'intensità e della gravità della situazione:

Trattamento osteopatico del tendine di Achille

Allo scopo di trattare efficacemente il dolore e l'infiammazione del tendine di Achille, è necessario effettuare una revisione globale dell'intero sistema osteo articolare o, per lo meno, l'arto inferiore.

Questo perché molto spesso i problemi meccanici della caviglia possono avere origine a livello dei tratti più prossimali dell'arto inferiore, se non addirittura a livello del bacino o della colonna vertebrale.

Il solo trattamento locale del tendine di Achille, di per sé, non è sufficiente: agendo in maniera settoriale è possibile ottenere risultati al massimo solo temporanei.

Invece, per effettuare un lavoro efficace e ottenere risultati stabili, è necessario effettuare una revisione completa dell'intero apparato locomotore.

L'Osteopatia agisce appunto seguendo quest'ultimo paradigma.

Adattamenti osteopatici del sistema cranio-sacrale

Chi non è abituato a ragionare in termini osteopatici troverà strana l'idea che per correggere un problema a livello della caviglia sia necessario partire dal cranio.

Tuttavia le restrizioni del sistema cranio-sacrale provocano facilmente catene discendenti che possono raggiungere il bacino e l'arto inferiore in maniera molto diretta.

Le restrizioni della base del cranio si riflettono direttamente sull'osso sacro creando, come in una sorta di domino, una catena adattativa discendente fino al tendine di Achille.

Tali restrizioni sono in gradi di precludere la corretta mobilità dell'arto inferiore e del piede per cui vanno corrette in via prioritaria, prima di intraprendere un qualsiasi altro lavoro su distretti localizzati a valle.

Adattamenti osteopatici della colonna vertebrale

La colonna vertebrale deve essere revisionata in toto ma soprattutto a livello lombare.

Questo in considerazione del fatto che a partire dal tratto lombare origina il muscolo psoas, un potente muscolo che si inserisce in prossimità dell'anca.

La mobilità dell'anca influisce in maniera determinante sulla mobilità del ginocchio, della gamba e quindi del piede.

Inoltre gli adattamenti della colonna vertebrale possono influenzare gli adattamenti funzionali del bacino nella sua globalità, con tutte le conseguenze a valle.

Adattamenti osteopatici del bacino

Il bacino può essere soggetto a diverse problematiche di tipo funzionale.

Innanzitutto, come già esposto, riceve tensioni dalla base del cranio.

Ma può anche essere sede di adattamenti intrinseci, soprattutto a carico dei muscoli extrarotatori dell'anca e del pavimento pelvico.

Inoltre il bacino ospita strutture viscerali fra cui la vescica, il tratto terminale del colon, nelle donne l'utero e offre appoggio alla matassa intestinale del tenue.

Questi organi possono presentare tensioni in grado di portare il bacino ad assumere atteggiamenti non fisiologici. Soprattutto la vescica rappresenta un elemento piuttosto problematico in questo senso.

Adattamenti osteopatici dell'arto inferiore

La coscia, soprattutto per quanto riguarda la loggia posteriore dei muscoli ischio crurali, può essere sede di contratture e tensioni fasciali in grado di influenzare il ginocchio e la gamba.

Ma soprattutto il muscolo tricipite surale, a livello del polpaccio, presenta sempre tensioni importanti che devono essere riequilibrate.

Bisogna considerare che il tendine di Achille rappresenta proprio il tendine terminale di questo muscolo per cui una revisione a questo livello deve essere condotta in maniera approfondita.

È necessario valutare la tensione dei tre capi separatamente. I due gemelli sono più facilmente raggiungibili, essendo superficiali, mentre il soleo, vale a dire la porzione profonda, può essere raggiunto sia posteriormente che lateralmente.

Adattamenti osteopatici del tendine di Achille

Infine, naturalmente, deve essere trattato il tendine di Achille.

Il trattamento a questo livello avviene con tecniche molto leggere dal momento che qualsiasi compressione produce dolore e retrazione.

Si procede quindi in maniera cauta e progressiva, analizzando con cura le varie sezioni e cercando di insistere sulle zone maggiormente interessate dal dolore e dal gonfiore.

Il lavoro a questo livello è generalmente abbastanza impegnativo in termini di tempo poiché quasi sempre ridurre il dolore rappresenta un procedimento piuttosto lungo.

Normalmente infatti la sintomatologia locale è molto intensa, per cui la riduzione delle tensioni richiede sempre un lasso di tempo piuttosto importante: la singola sessione può arrivare a durare anche un'ora abbondante.

È importante comunque sottolineare che, prima di trattare il tendine di Achille, è necessario effettuare tutto il lavoro preparativo sopra descritto.

In caso contrario si rischia di vanificare il lavoro di riequilibrio del tendine.

Infatti se prima non si eliminano le cause che hanno generato il problema, il problema tenderà a riproporsi.

Adattamenti osteopatici della caviglia e del piede

Non bisogna dimenticare di trattare il piede, che si trova a valle del tendine di Achille.

Infatti a partire dal piede, in particolare dall'avampiede, possono partire catene ascendenti in grado di compromettere la normale mobilità della caviglia e del calcagno e quindi del tendine di Achille.

Molto spesso sono presenti adattamenti a livello dei metatarsi e delle dita, che devono sempre essere trattate con molta attenzione.

Casi reali

Riferisco il caso di un calciatore dilettante di 36 anni recante un dolore acuto al tendine di Achille del piede destro da circa sei mesi.

Il dolore in realtà era insorto in maniera blanda ma era andato aumentando sempre di più.

Nelle ultime settimane il dolore era diventato così acuto da impedire l'attività sportiva e addirittura da impedire di camminare.

Il Paziente era ormai costantemente a riposo ma, nonostante questo, il dolore al mattino era lancinante e, verso sera, il Paziente era costretto a sedersi più volte per avere un po' di tregua.

Il Paziente aveva provato a effettuare un ciclo di fisioterapia e del pilates ma, negli ultimi tempi, era stato costretto a fare massiccio uso di antinfiammatori per poter almeno lavorare.

Da un punto di vista osteopatico il problema era localizzato su tutto il lato destro a partire dal cranio.

In effetti il Paziente aveva anche sempre lamentato un'emicrania destra associata a un dolore alla spalla destra: questi sintomi erano blandi per cui non li aveva mai presi in seria considerazione ma erano presenti da anni.

Questo significa che il quadro adattativo alla base del dolore al tendine di Achille era attivo da molto più di sei mesi.

Con un ciclo di quattro sedute distribuite in due mesi il Paziente ha avuto una remissione totale del dolore e ha potuto riprendere l'attività sportiva.

Certamente il tempo di recupero non è stato breve ma bisogna considerare che il quadro adattativo era molto strutturato.

Per inciso, in seguito al trattamento osteopatico, questo Paziente non ha neanche più lamentato dolore alla spalla e alla testa.

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