Diplopia o visione doppia
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la diplopia.

La diplopia, o visione doppia, classicamente è un problema di competenza oculistica ma, in un’alta percentuale di casi, questo disturbo ha anche una base funzionale.

Attraverso il trattamento osteopatico è possibile correggere le restrizioni funzionali presenti a livello del cranio andando a ridurre l'intensità della diplopia talvolta in maniera importante.

Anatomia e fisiologia della visione

Il sistema visivo è costituito dagli occhi, dai nervi ottici e dalla corteccia visiva.

Gli occhi sono organi in grado di trasformare le immagini visive in segnali nervosi. Al pari di una macchina fotografica, innanzitutto catturano l’immagine da un punto di vista ottico e, al pari di un computer, trasformano l’immagine in impulsi nervosi.

Da un punto di vista anatomico l’occhio è costituito da:

Dalla retina parte il nervo ottico che trasporta il segnale dell’immagine al cervello, o meglio, alla corteccia cerebrale.

Il cervello riceve quindi le immagini in arrivo da entrambi gli occhi. Noi tuttavia non vediamo due immagini distinte ma una sola poiché il cervello integra le due immagini e le trasforma in un’unica immagine.

Questa integrazione può avvenire solo se le due immagini sono più o meno identiche, cioè se entrambi gli occhi sono direzionati correttamente verso la medesima immagine.

Quando questo non avviene, cioè quando i due occhi non puntano esattamente nella stessa direzione, allora il cervello riceve due immagini non congruenti e la normale visione degenera in diplopia.

Con il termine diplopia, o visione doppia, si identifica quindi un disturbo oculare che porta alla percezione di due immagini di un unico oggetto. In altri termini, puntando lo sguardo verso un oggetto, si vedono due immagini del medesimo oggetto.

Segni e sintomi della diplopia

La diplopia si manifesta con sintomi principali e con sintomi associati.

Sintomi principali

La visione doppia può manifestarsi secondo diverse modalità, sulla base di diversi parametri.

Coinvolgimento oculare

A seconda del coinvolgimento o meno di entrambi gli occhi, la diplopia si distingue in:

Andamento temporale

Sulla base della manifestazione sintomatica nel corso del tempo, la diplopia si può distinguere in:

Movimenti di testa e occhi

La diplopia può essere influenzata o meno dai movimenti della testa e degli occhi. Si hanno diverse possibilità:

Direzione dello sdoppiamento

La diplopia può essere classificata sulla base del tipo di sdoppiamento dell’immagine. La diplopia può quindi essere:

Sintomi associati

In molti casi la diplopia si manifesta solo attraverso i suoi sintomi principali ma talvolta può essere associata ad altre manifestazioni sintomatiche:

Cause della diplopia

La diplopia può avere diverse cause, soprattutto in relazione al fatto che si tratti di una diplopia binoculare o una diplopia monoculare.

Diplopia binoculare

La causa della diplopia binoculare è un difetto di convergenza degli occhi, cioè i due occhi non riescono a dirigere lo sguardo contemporaneamente sullo stesso oggetto.

La causa principale della diplopia bilaterale è una mancata coordinazione dei muscoli oculomotori. Tale difetto nella maggior parte dei casi ha una base osteopatica poiché un adattamento funzionale della base del cranio porta ad una dislocazione o ad una messa in tensione dei punti di inserzione di tali muscoli.

Certamente tali disallineamenti sono sempre minimi ma bisogna considerare che una deviazione anche minima dell’asse ottico può provocare, su una media o lunga distanza, un disassamento del punto di convergenza addirittura di diversi centimetri.

Considerando che la diplopia binoculare rappresenta quasi il 90% delle diplopie e che la sua causa è quasi sempre osteopatica, si può affermare che la maggior parte delle diplopie ha una base osteopatica.

Altre cause di diplopia binoculare possono essere:

In realtà queste evenienze sono statisticamente poco incidenti mentre le cause funzionali sono, al contrario, molto più frequenti.

Diplopia monoculare

La diplopia monoculare, che rappresenta circa il 10% delle casistiche, generalmente dipende da problemi intrinseci dell’occhio. Le cause principali sono:

Rimedi tradizionali per la diplopia

Se la diplopia è ricollegata dal Medico ad una causa o ad una patologia, allora l’intervento terapeutico sarà orientato alla patologia originaria.

Nel momento in cui la diplopia non dipende da cause apparenti ma si manifesta in maniera spontanea, allora l’intervento terapeutico mira semplicemente a ridurre o ad annullare gli effetti della diplopia.

I principali rimedi per la diplopia sono:

Trattamento osteopatico della diplopia

La diplopia, nella maggior parte dei casi, presenta una grossa componente funzionale per cui l’Osteopatia rappresenta un rimedio efficace per questo tipo di disturbo.

L’approccio osteopatico non si limita a riequilibrare l’assetto dinamico dell’apparato oculare ma prende in considerazione anche l’assetto dinamico della testa e del tratto cervicale, se non addirittura dei settori inferiori.

Le tensioni che si ripercuotono sui muscoli oculomotori, infatti, molto spesso dipendono da un disequilibrio funzionale globale che coinvolge non solo l’orbita ma anche la base del cranio, il massiccio facciale, le fasce craniche, i muscoli estrinseci del cranio, i muscoli masticatori, il tratto cervicale e le strutture alla base del collo.

Tutti questi distretti possono generare catene tensive capaci di influenzare la mobilità e quindi la coordinazione dei muscoli oculomotori e, in definitiva, causare diplopia.

La riprova di ciò è che il trattamento osteopatico di queste strutture molto spesso porta ad un annullamento della visione doppia e ad un ripristino della corretta visione in maniera stabile.

Vediamo a seguire nel dettaglio la modalità di intervento osteopatico in caso di diplopia.

Adattamenti osteopatici di tipo cranio sacrale

Gli adattamenti del sistema cranio sacrale rappresentano la principale causa di diplopia.

Osservando l’anatomia dell’occhio, è possibile constatare come tutti i muscoli oculomotori originano dalle ossa craniche, in particolare l’osso sfenoide, l’osso mascellare e l’osso frontale. Non solo, ma anche i nervi oculomotori, le vene e le arterie dell’occhio e lo stesso nervo ottico passano attraverso i forami intracranici.

Una restrizione o comunque una tensione a questo livello, anche di entità minima, mette facilmente in difficoltà queste strutture, in particolare i muscoli oculomotori, i quali finiscono per sviluppare tensioni in direzioni anomale e non lavorano più sui propri assi fisiologici.

Il risultato finale è un malfunzionamento dell’apparato visivo con conseguente compromissione della funzione di convergenza ottica.

Allo scopo di riequilibrare questo problema è possibile intervenire con le tecniche osteopatiche di tipo cranio sacrale. L’intervento osteopatico mira infatti a ristabilire i corretti rapporti dinamici fra i vari elementi ossei del cranio e soprattutto riesce a sciogliere quelle tensioni muscolo connettivali delle strutture superficiali del cranio che tendono a riflettersi in profondità.

In questo modo si interviene non solo sul rispristino della dinamica delle singole ossa ma anche sul rilassamento della muscolatura temporale, delle fasce craniche e di specifiche zone dell’orbita, per esempio in prossimità della puleggia tendinea del muscolo obliquo superiore e sull’inserzione mascellare del muscolo obliquo inferiore.

A tale scopo sono utilizzate manovre lievi ma ad azione penetrante in modo tale da raggiungere le strutture profonde e riequilibrarne la funzione.

Adattamenti osteopatici dei muscoli masticatori

I muscoli masticatori, in conseguenza dei rapporti anatomici che contraggono con la base del cranio, sono spesso fonte di tensione endocranica.

I principali muscoli masticatori interessati sono il muscolo temporale, che si trova lateralmente alla testa, il muscolo massetere, sotto la guancia, il muscolo pterigoidei interno, all’interno della mandibola, e il muscolo pterigoideo esterno, nella zona posteriore del cavo orale.

Le contratture di questi muscoli portano sempre a una tensione intracranica, le cui espressioni sintomatiche possono variare da persona a persona ma che comunque sono sempre fonte di problemi.

In alcuni casi, oltre che a visione doppia, le tensioni di questi muscoli portano anche a sintomatologie associate come malocclusione dentale, masticazione, bruxismo o cefalea.

I muscoli masticatori possono essere trattati per mezzo di tecniche osteopatiche al fine di scioglierne le contratture e liberare la base e la volta del cranio da tensioni anomale.

Adattamenti osteopatici del tratto cervicale

A livello cervicale possono essere presenti adattamenti funzionali importanti in grado di pregiudicare la normale funzionalità della dinamica intracranica. Gli elementi maggiormente coinvolti sono i muscoli del tratto cervicale e le vertebre cervicali.

I muscoli del tratto cervicale, sia a livello sotto occipitale che a livello del collo, portano spesso tensioni alla base del cranio.

I muscoli sotto occipitali, localizzati sotto la nuca, sono causa di tensioni nucali responsabili non solo di cefalee e vertigini ma soprattutto di restrizioni generali della base del cranio che si trasferiscono facilmente al massiccio facciale e all’orbita.

Tutti i muscoli del collo, anteriori, laterali e posteriori, in generale provocano restrizioni sulla base del cranio in conseguenza delle loro inserzioni anatomiche non solo a livello occipitale e temporale ma anche, attraverso il sistema ioideo, sulla mandibola e sul massiccio facciale.

Inoltre anche le vertebre cervicali possono essere coinvolte nella genesi di una diplopia poiché adattamenti somatici del tratto cervicale, a qualsiasi livello, si riflettono sulla tensione dei muscoli del collo, con tutte le conseguenze già descritte.

Le tecniche osteopatiche permettono di ripristinare le funzioni di tutte queste strutture in maniera indolore, sicura e stabile.

Adattamenti osteopatici del tratto dorsale alto

Le fibre del nervo ciliare, responsabile della dilatazione della pupilla, emergono a livello dorsale alto, cioè fra C7 e D2, e passano in prossimità della testa della prima costa, proprio alla base del collo. Disfunzioni presenti a livello dorsale possono quindi facilmente riflettersi a livello della funzionalità oculare.

Proprio in virtù di dette connessioni anatomiche, alcuni specifici problemi che coinvolgono il tratto dorsale alto (paralisi ostetriche di Dejerine-Klumpke, sindrome di Pancoast) possono facilmente influenzare la funzione oculare dando origine al quadro clinico conosciuto come sindrome di Bernard-Horner.

Da un punto di vista funzionale si osservano quadri analoghi, nel senso che una restrizione osteopatica a livello dorsale alto può riflettersi sulla funzione oculare, oltre che essere alla base di cervicalgie o brachialgie.

Per questo motivo, in caso di diplopia, il tratto dorsale alto deve essere sempre sottoposto ad un accertamento ed eventualmente riequilibrato.

Da un punto di vista tecnico, l’intervento osteopatico a livello dorsale alto è molto simile all’intervento a livello cervicale, quindi utilizzando tecniche blande e rivolte prevalentemente alle strutture muscolo fasciali.

Adattamenti osteopatici dei distretti caudali

In linea di massima le principali tensioni responsabili della diplopia sono sempre localizzate a livello della testa e del collo.

Tuttavia un disguido funzionale localizzato a livello cefalico non può prescindere da una revisione generale anche dei distretti caudali, cioè situati più in basso, a partire dalla colonna vertebrale per arrivare al bacino e agli arti.

La colonna vertebrale deve essere certamente revisionata in toto. Come già esposto il tratto dorsale alto può essere coinvolto in maniera diretta nella genesi di una diplopia, per cui l’intero dorso come anche la zona lombare devono essere attentamente revisionati.

E, sulla base di un principio di continuità anatomica, la revisione si estende necessariamente anche al bacino e all’arto inferiore.

L’arto superiore può essere coinvolto in maniera talvolta anche molto diretta poiché tensioni a livello del cingolo scapolare (scapola e clavicola) e della spalla si riflettono facilmente sulle strutture cefaliche in virtù di connessioni anatomiche molto dirette.

I distretti caudali, pertanto, sono sempre revisionati in caso di diplopia, coerentemente seguendo il principio osteopatico di unità del corpo. Tale principio, ricordiamo, ha una base tecnica e non filosofica.

Casi reali

Riferiamo il caso risolto con successo di un operaio quarantenne recante diplopia binoculare laterale di tipo orizzontale da più di un anno. Questo Paziente, volgendo lo sguardo a destra, riferiva una visione doppia.

La diplopia in sé era relativamente poco invalidante, nel senso che non costituiva un ostacolo significativo alle funzioni di base, compresa la guida, ma si era trasformato in un fastidio importante poiché, nel corso del tempo, aveva costretto il Paziente ad assumere abitudini innaturali. Per esempio questo Paziente, tutte le volte che si girava a destra, si era ormai abituato a chiudere un occhio per evitare di vedere doppio.

Oltre a questo il Paziente lamentava una cefalea importante e un dolore piuttosto accentuato alla spalla destra. Tali sintomi erano associati alla diplopia ma erano forse anche più invalidanti della stessa diplopia

Questo complesso quadro sintomatico durava da più di un anno e si era ormai trasformato in un problema piuttosto invalidante.

Per quanto riguarda la diplopia, il Paziente aveva effettuato a più riprese sedute di ginnastica oculare e gli erano state prescritte anche lenti prismatiche che tuttavia, pur riducendo in parte la diplopia laterale, portavano problemi alla visione in direzione anteriore, oltre che nausea.

A questo Paziente era stato infine proposto un intervento chirurgico che tuttavia, per motivi di indecisione e perplessità, continuava a rimandare.

In altri termini, dopo più di un anno, il problema della visione doppia era completamente irrisolto e il Paziente era ormai rassegnato.

Il Paziente è quindi approdato all’Osteopatia su consiglio di un conoscente non tanto per il problema della diplopia quanto piuttosto per il dolore alla spalla e alla testa.

All’esame osteopatico questo Paziente presentava restrizioni importanti a livello cranio sacrale, prevalentemente a destra, soprattutto a livello frontale e parietale. In particolare erano presenti restrizioni dinamiche non solo a livello delle singole ossa ma anche della fascia della volta cranica in settori specifici.

Inoltre era presente una restrizione a livello della seconda costa destra che provocava, oltre che sintomatologie alla spalla, anche una catena ascendente che si proiettava sulla base del cranio.

Nel corso del trattamento il Paziente ha potuto constatare, con suo stesso stupore, come la diplopia abbia progressivamente cominciato a diminuire fino alla totale scomparsa parallelamente ai problemi presentati in sede di consultazione.

Di fatto l’intero quadro sintomatico, cioè diplopia, cefalea e dolore alla spalla, dipendeva dal medesimo quadro disfunzionale.

L’iter dell’intero ciclo di trattamento è stato piuttosto lungo, nel senso che la scomparsa totale della visione doppia è avvenuta non prima di tre mesi per un totale di quattro o cinque sedute ma bisogna considerare che tale sintomo era presente da più di un anno.

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