Vaginismo
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta le Pazienti affette da vaginismo.

Il vaginismo rappresenta un disagio di competenza ginecologia e sessuologica ma in molti casi presenta anche importanti componenti osteopatiche e funzionali che ne amplificano l'espressione sintomatica.

L'Osteopata aiuta quindi a ridurre lo spasmo vaginale con tecniche esterne e rappresenta un valido supporto alle terapie mediche.

Cenni anatomici

La vagina è un organo appartenente all'apparato genitale femminile.

Ha una forma tubolare, è lunga circa 8 cm – 12 cm ed è molto elastica per cui le sue dimensioni variano a seconda della situazione.

Presenta un andamento obliquo sul piano sagittale per cui, vista di profilo, va da alto-dietro a basso-avanti.

Superiormente la vagina è connessa all'utero che, con la sua parte inferiore, protrude in vagina: la porzione che protrude è denominata muso di tinca.

Inferiormente la vagina si apre esternamente nella vulva, l'ostio vaginale, che presenta una struttura anatomica complessa, costituita da diversi elementi anatomici (piccola labbra, clitoride, grandi labbra, ecc.).

La vagina anteriormente presenta la vescica e posteriormente il retto.

Il canale vaginale transita attraverso il pavimento pelvico, un piano muscolare che, nella parte anteriore, si apre ad anello proprio per ospitare uretra, vagina e retto.

Cosa è il vaginismo

Il vaginismo rappresenta un disturbo a carico dell'apparato riproduttivo femminile tale per cui la vagina si trova in uno stato di costrizione tale da impedire i rapporti sessuali.

Si stima che il vaginismo interessi il 1% - 2% della popolazione femminile in età fertile ma tali valori sono probabilmente sottostimati poiché bisogna considerare che in molti casi le Pazienti tacciono tale problematica per motivi di imbarazzo.

Il vaginismo non deve essere confuso con la vaginite che rappresenta invece un'infiammazione della vagina.

Cause

Il vaginismo ha cause spesso nascoste, in buona parte cause psicologiche o, in una percentuale estremamente bassa, cause legate a dismorfismi anatomici.

In ogni caso la causa osteopatica o funzionale direttamente responsabile del vaginismo è una contrattura dei muscoli circostanti la vagina.

Abbiamo visto che la vagina si trova in un ostio muscolare della porzione anteriore del pavimento pelvico per cui un restringimento o una costrizione di tale ostio provoca una costrizione del canale vaginale che non riesce più ad allargarsi.

In particolare i fasci muscolari responsabili del vaginismo sono soprattutto due (bulbo-cavernoso e pubo-vaginale), i quali danno origine ad altrettante varianti di vaginismo.

Vaginismo inferiore

Il vaginismo inferiore è causato dalla contrattura del muscolo bulbo-cavernoso, cioè il muscolo più esterno che circonda l'imbocco della vagina ad anello.

La sua contrattura è responsabile della chiusura completa della vagina che diventa completamente impenetrabile a partire dalla sua porzione più inferiore.

Il vaginismo inferiore è senz'altro la variante più grave.

Vaginismo superiore

Il vaginismo superiore è causato dalla contrattura del muscolo pubo-vaginale, in realtà un fascio muscolare appartenente al muscolo elevatore dell'ano, situato più profondamente rispetto al muscolo bulbo-cavernoso, quindi più interno.

Anche questo muscolo circonda la vagina come una sorta di laccio e la sua contrattura ne impedisce la penetrazione.

Tuttavia la costrizione avviene più profondamente per cui la vagina può essere penetrata per qualche centimetro.

Si tratta di una variante meno grave della precedente ma pur sempre causa di impedimento ai rapporti sessuali.

Segni e sintomi

Il sintomo principale del vaginismo è rappresentato dalla difficoltà alla penetrazione o dal dolore alla penetrazione, a seconda del livello di contrattura della muscolatura peri-vaginale.

Pertanto, in base all'intensità dello spasmo muscolare, si hanno diverse tipologie di risposte sintomatiche. Lo spasmo muscolare può quindi essere:

Quest'ultimo caso rappresenta un problema grave, poiché non rappresenta soltanto un problema psicologico individuale o di coppia ma può trasformarsi in un ostacolo ad un'eventuale gravidanza.

Il vaginismo è spesso accompagnato da alcuni sintomi associati fra cui:

Diagnosi

La diagnosi di vaginismo viene generalmente formulata dal Ginecologo il quale tuttavia in questi casi si rifà anche ai pareri dello Psicologo o del Sessuologo.

Il vaginismo è infatti una problematica trasversale che coinvolge non solo l'aspetto fisico ma anche psico-emotivo.

Terapia

La terapia per il vaginismo si articola essenzialmente in due tipologie di interventi:

In caso di instaurazione di stati depressivi non è esclusa una terapia farmacologica antidepressiva mentre la possibilità di intervento chirurgico finalizzato all'allargamento dell'ostio vaginale non sembra rappresentare un'alternativa valida.

Infine, in caso di desiderio di maternità, l'impossibilità di risolvere il vaginismo può costringere le Pazienti a ricorrere a fecondazione artificiale.

Trattamento osteopatico del vaginismo

L'Osteopatia rappresenta un valido aiuto per le Pazienti con diagnosi di vaginismo poiché in molti casi consente di ridurre i sintomi del vaginismo.

Come sopra esposto, il vaginismo è strettamente legato alle contratture del pavimento pelvico, in particolare dei muscoli bulbo-cavernoso e pubo-vaginale.

L'Osteopatia aiuta a sciogliere le contratture muscolari in maniera indolore, tramite tecniche esterne e in maniera stabile nel tempo.

Certamente è possibile che in alcune situazioni possano essere presenti anche cause non osteopatiche per cui il successo del trattamento varia da caso a caso.

In molti casi, tuttavia, è possibile arrivare ad una riduzione significativa delle tensioni vaginali per cui una valutazione osteopatica è sempre consigliata.

Vediamo a seguire un protocollo di intervento osteopatico in caso di vaginismo.

Adattamenti osteopatici peri-vaginali

La vagina è un organo profondo per cui, allo scopo di alleggerire le tensioni di questo organo, è necessario lavorare alla periferia della vagina.

La vagina posteriormente è affiancata al retto, da cui è separata da una recessione peritoneale (cavo del Douglas), e il retto è direttamente appoggiato al sacro, assegnato al bacino.

Anteriormente presenta la vescica, i cui legamenti sono strettamente connessi alla zona pubica, assegnata sempre al bacino.

Inferiormente la vagina presenta il pavimento pelvico, la sezione maggiormente coinvolta in caso di vaginismo.

Inoltre la zona pelvica e inguinale riceve afferenze nervose a partire dalla zona lombare per cui è necessario indagare a questo livello per escludere la presenza di adattamenti osteopatici ed eventualmente correggerli.

Gli adattamenti funzionali di questi settori sono tutti di competenza osteopatica per cui è necessario valutare ciascuno di essi separatamente.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

Il sistema cranio-sacrale deve essere riequilibrato in via prioritaria in caso di vaginismo.

Le restrizioni dinamiche craniali, infatti, si ripercuotono a livello del bacino in maniera molto diretta e rappresentano anzi la principale causa di blocco sacro-iliaco.

La piena libertà delle articolazioni sacro-iliache è un prerequisito indispensabile per risolvere un vaginismo poiché i muscoli del pavimento pelvico trovano inserzione proprio a livello sacrale e iliaco, oltre che coccigeo.

Il cranio può presentare restrizioni su tutti i settori, quindi a livello della base, della volta ma spesso a che a livello del massiccio facciale.

Le restrizioni craniali si trasferiscono poi al sacro attraverso l'intermediazione della meninge esterna.

Il lavoro osteopatico sul cranio è sempre molto delicato ma estremamente efficace e sempre necessario.

Adattamenti osteopatici del tratto lombare

Il tratto lombare presenta un grande interesse da un punto di vista funzionale poiché può coinvolgere la zona perineale in maniera molto diretta.

A livello del tratto lombare alto, cioè L1 – L3, originano innanzitutto i nervi ileoipogastrico, ileoinguinale e genitofemorale che innervano la zona pelvica e inguinale.

Restrizioni a questo livello possono quindi portare perturbazioni a livello perineale e a livello vulvare.

Soprattutto è necessario verificare la piena libertà dei muscoli delle docce vertebrali e del muscolo quadrato dei lombi, oltre che i muscoli diaframma e psoas, che si inseriscono direttamente a livello lombare; inoltre deve essere garantita la piene libertà degli elementi vertebrali.

Il tratto lombare basso, vale a dire L4 – L5, è strettamente collegato al bacino per mezzo dei legamenti ileo-lombari per cui anche questi elementi devono essere attentamente revisionati.

Adattamenti osteopatici del bacino

Il bacino, soprattutto il piccolo bacino, ospita la vagina e il pavimento pelvico per cui la piena libertà suoi elementi costituenti, ovvero il sacro, le ossa iliache e il coccige, deve essere assolutamente garantita.

Le articolazioni sacro-iliache, come sopra esposto, sono strettamente vincolate al cranio per cui, allo scopo di garantirne la piena libertà, è necessario intervenire a monte.

Tuttavia a livello del bacino è necessario eliminare le componenti tensive locali, presenti in quantità sempre molto abbondante.

Innanzitutto è necessario eliminare le tensioni muscolari, soprattutto dei muscoli extrarotatori dell'anca.

Questi elementi rappresentano, nel loro complesso, un gruppo muscolare molto potente, le cui contratture sono in grado di destabilizzare la dinamica pelvica in maniera importante.

Soprattutto i muscoli glutei, piriforme, tensore della fascia lata, otturatori, quadrato del femore sono gli elementi maggiormente destabilizzanti, in presenza di adattamenti osteopatici.

Inoltre, a livello del piccolo bacino, deve essere garantita la piena libertà degli organi interni, fra cui rientra la vagina.

Da un punto di vista funzionale, tuttavia, è necessario intervenire soprattutto a livello della vescica che si trova anteriormente alla vagina.

La vescica presenta importanti connessioni con le ossa pubiche, i legamenti pubo-vescicali, che spesso si trovano in tensione e impediscono la corretta dinamica di questo organo.

Gli adattamenti della vescica devono essere corretti poiché si riflettono non solo sulla vescica stessa, provocando per esempio incontenenza urinaria, ma possono influenzare anche l'assetto dinamico della vagina.

Adattamenti osteopatici del pavimento pelvico

Il pavimento pelvico rappresenta la zona di maggior interesse in caso di vaginismo poiché a questo livello sono presenti quelle contratture muscolari direttamente responsabili di questo specifico disturbo.

I muscoli coinvolti sono essenzialmente il muscoli bulbo-cavernoso e pubo-vaginale ma in realtà il pavimento pelvico deve essere revisionato in tutte le sue sezioni.

Sul pavimento pelvico viene sempre effettuato un lavoro esterno poiché le tensioni muscolari responsabili del vaginismo i trovano esternamente alla vagina mentre l'intervento interno è generalmente doloroso e improduttivo.

Inoltre vengono sempre utilizzate manovre molto delicate e completamente indolori e la zona interessata è tutta la zona periferica della vagina, oltre che la zona peri-anale.

Adattamenti osteopatici dell'addome

I muscoli addominali non devono essere sottovalutati poiché essi prendono inserzione a livello pubico e inguinale per cui eventuali contratture di questi elementi possono portare a tensioni importanti a livello del bacino.

Il muscolo retto dell'addome, in particolare, presenta inserzioni dirette a livello pubico per cui le tensioni del retto anteriore tendono a traslare la zona pubica verso l'alto andando a creare tensioni sottostanti.

Un discorso analogo vale anche per i muscoli obliqui e per il muscolo trasverso, anche se in misura minore.

In ogni caso l'addome deve essere revisionato attentamente anche perché le tensioni a questo livello sono spesso asintomatiche ma, quando presenti, molto destabilizzanti.

Adattamenti osteopatici degli arti inferiori

Gli arti inferiori devono essere revisionati poiché le tensioni muscolari di questo settore si ripercuotono direttamente sul bacino.

Il gruppo dei muscoli adduttori, per esempio, origina dalla branca ischio-pubica per cui una contrattura di questi elementi destabilizza il bacino e la zona pubica in maniera importante.

Anche il gruppo dei muscoli ischio-crurali, cioè dei muscoli posteriori della coscia, ha un ruolo importante nella genesi delle disfunzioni pelviche.

Questi muscoli, infatti, originano dalla zona ischiatica per cui le loro tensioni tendono a imprimere alle ali iliache componenti rotatorie.

Casi reali

Riferisco il caso di una Paziente di 35 anni affetta da vaginismo importante da circa due anni.

Questa Paziente, dai trascorsi depressivi, ha incominciato a sviluppare una forma di vaginismo a partire da circa cinque anni prima della consultazione ma inizialmente in maniera lieve.

Nelle fasi iniziali, infatti, il disturbo si presentava sotto forma di leggera dispareunia ed era tutto sommato piuttosto compatibile con una vita di relazione.

Tuttavia, in seguito ad eventi psicologicamente piuttosto destabilizzanti soprattutto sul piano affettivo, la sintomatologia ha subito un incrementato fino a trasformarsi in un problema cronico.

La Paziente ha affrontato il problema per via tradizionale, vale a dire effettuando sedute di psicoterapia e training autogeno e assumendo farmaci miorilassanti.

Grazie a questi interventi il vaginismo si è leggermente attenuato ma la Paziente continuava a lamentare problemi sulla sfera sessuale.

Su consiglio della stessa Ginecologa la Paziente ha infine tentato la via osteopatica.

A livello funzionale erano presenti tensioni peri-vaginali, come prevedibile, ma oltre a queste erano presenti importanti adattamenti a livello del cranio, del bacino, del tratto lombare e dell'addome.

Il lavoro su questa Paziente non è stato semplice poiché il quadro generale era molto strutturato per cui il trattamento si è protratto per alcuni mesi.

La fase iniziale si è sviluppata in quattro sedute spalmate in un mese e mezzo.

Al termine di questa prima fase il problema è stato risolto all'ottanta per cento, nel senso che era ancora presente una dispareunia ma per lo meno è stata riacquisita la possibilità di avere rapporti penetrativi.

Nel corso dei mesi successivi sono state effettuate alcune sedute integrative distanziate alcune settimane l'una dall'altra grazie alle quali la dispareunia si è ulteriormente ridotta fino quasi a scomparire.

Questo caso illustra la complessità del problema che, essendo spesso collegato a particolari vissuti emozionali, spesso non presenta decorsi terapeutici lineari né tanto meno rapidi.

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