Spondilolistesi
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta la spondilolistesi.

La spondilolistesi ha quasi sempre una base osteopatica e funzionale per cui il trattamento osteopatico è molto efficace.

Il trattamento osteopatico è utile soprattutto sui Pazienti giovani poiché la spondilolistesi origina spesso in età puberale.

Definizione di spondilolistesi

La spondilolistesi
La spondilolistesi

La spondilolistesi interessa il 7% della popolazione.

Si definisce spondilolistesi lo scivolamento patologico di una vertebra sulla vertebra sottostante.

Lo scivolamento può avvenire in avanti, in dietro o lateralmente per cui si parla di anterolistesi, retrolistesi o laterolistesi.

Normalmente la vertebra soprastante tende a scivolare in avanti per cui generalmente la spondilolistesi si manifesta come anterolistesi.

La spondilolistesi interessa principalmente il tratto L5 - S1, cioè l'ultima vertebra lombare tende a scivolare in avanti rispetto all'osso sacro.

Fisiopatologia della spondilolistesi

La spondilolistesi origina frequentemente in età puberale iniziando come spondilolisi.

La spondilolisi è una frattura dell'istmo vertebrale, cioè di quella porzione della vertebra che le permette di agganciarsi alla vertebra sottostante e di non scivolare in avanti.

In questo modo, una volta lesionato il punto di ancoraggio, la vertebra incomincia a scivolare progressivamente in avanti rispetto alla sottostante.

La spondilolistesi presenta il massimo rischio evolutivo in età puberale: la scoperta di una spondilolistesi avviene soprattutto fra i 6 e i 20 anni e presenta un'incidenza del 50% fra i due sessi.

Inoltre la spondilolistesi colpisce in maggior misura gli sportivi.

In età adulta e avanzata la spondilolistesi si sviluppa invece su base degenerativa, soprattutto a partire da assottigliamenti del disco intervertebrale e cuneizzazioni vertebrali.

Segni e sintomi della spondilolistesi

Nel 90% dei casi la spondilolistesi è asintomatica.

In alcuni casi la spondilolistesi può presentarsi associata a:

In realtà questi sintomi possono essere riconducibili solo in parte alla spondilolistesi in quanto, nella maggior parte dei casi, essi si presentano anche in assenza di spondilolistesi.

In ogni caso il sintomo maggiormente associato alla spondilolistesi è il mal di schiena.

Cause della spondilolistesi

La spondilolistesi ha cause osteopatiche e biomeccaniche.

Una vertebra infatti scivola sulla sottostante in una direzione se viene trazionata verso quella direzione da forze ben precise.

In caso di spondilolistesi si riscontrano sempre disequilibri funzionali osteopatici a livello della colonna vertebrale e del bacino.

Queste disfunzioni sono in grado di generare forze notevoli che si scaricano sulle singole vertebre trazionandole verso direzioni diametralmente opposte.

Soprattutto il problema è che queste forze vengono esercitate in maniera costante nel tempo.

Uno squilibrio osteopatico, infatti, rimane attivo in maniera continuativa non concedendo mai momenti di ristoro ai tessuti, neanche nelle ore notturne.

La continua tensione per mesi, se non anni, crea infine una rottura degli istmi ossei che tengono ancorate le vertebre e i corpi vertebrali, trattenuti solo dal disco intervertebrale e dai muscoli, cominciano a scivolare verso la direzione di spinta.

Al di là dell'aspetto meccanico, anche la conformazione del bacino sembra essere correlata alla spondilolistesi.

In paricolare l'inclinazione dell'osso sacro sembra essere piuttosto indicativa in questo senso:

Altri fattori vengono a volte identificati come cause della spondilolistesi ma spesso si tratta di concause se non addirittura di falsi bersagli.

Sovrappeso

Il sovrappeso corporeo non è causa di spondilolistesi.

Innanzitutto si riscontrano spondilolistesi anche in persone molto magre.

Inoltre la forza peso, orientata verso il basso, non spiegherebbe le retrolistesi e le laterolistesi, per quanto meno numerose.

Traumi

I traumi diretti non sono causa di spondilolistesi.

Molte persone che presentano spondilolistesi riferiscono di non avere mai subito traumi significativi.

Un'ipotesi maggiormente convincente si basa piuttosto sui microtraumi ripetuti.

Ereditarietà

Il 30% - 50% degli individui appartenenti a popoli inuit o eschimesi presenta spondilolistesi.

Tuttavia, al di fuori di questa particolare situazione, la spondilolistesi non sembra avere origini ereditarie.

Aspetti degenerativi

La spondilolistesi su base degenerativa si osserva frequentemente in età adulta.

Spesso l'assottigliamento del disco provoca un'avanzata del corpo vertebrale soprastante.

Esami diagnostici per la spondilolistesi

La spondilolistesi può essere evidenziata chiaramente ed esaustivamente da un'indagine RX a cui, comunque, possono fare da complemento altri esami supplementari.

RX in proiezione laterale

Il Paziente viene esaminato di profilo.

Questo tipo di indagine permette di ottenere alcuni dati significativi:

RX in proiezione sui ¾

Questo tipo di proiezione permette di evidenziare la presenza di una spondilolisi, quella particolare situazione patologica che normalmente accompagna lo scivolamento vertebrale.

La spondilolisi è una frattura dell'istmo vertebrale, cioè quella porzione posteriore dell'arco vertebrale che collega le due superfici articolari.

In questo modo la vertebra superiore, priva di ancoraggio a quella inferiore, tende a scivolare in avanti dando origine ad una spondilolistesi.

Il reperto radiologico tipico è il cosiddetto cagnolino di Lachapelle: si tratta di un'immagine radiologica evocativa che ricorda un cane in cui il muso è costituito dall'apofisi trasversa, l'occhio corrisponde al peduncolo, l'orecchio alla superficie articolare superiore, la zampa anteriore all'apofisi articolare inferiore, il corpo alla lamina e il collo all'istmo.

In caso di spondilolisi il cagnolino appare appunto decapitato in quanto l'istmo (il collo) risulta fratturato.

Altri esami

Questi esami sono necessari in qualche caso per approfondimenti più specifici.

Rimedi tradizionali per la spondilolistesi

Tradizionalmente la spondilolistesi viene trattata per via sintomatica, vale a dire che la terapia somministrata dipende dall'intensità del sintomo percepito.

Dal momento che nella maggior parte dei casi la spondilolistesi è asintomatica, nella maggior parte dei casi in effetti non si interviene.

Nel momento in cui il Paziente lamenta sintomi allora si interviene con rimedi via via proporzionali.

In caso di sintomi lievi viene prescritto il riposo, per lo meno fino al termine dell'episodio acuto.

In situazioni di maggior intensità o di maggior frequenza sintomatica è spesso indicata la rieducazione posturale o la ginnastica correttiva al fine di rinforzare i muscoli posteriori della colonna vertebrale.

Associate alla rieducazione posturale possono essere prescritte sedute di terapia fisica come tecarterapia, laserterapia, magnetoterapia, ultrasuonoterapia o altro ancora.

Naturalmente non è esclusa la soluzione farmacologica sotto controllo medico.

Un'ulteriore rimedio è costituito dal corsetto ortopedico che può essere indossato anche in caso di pratica sportiva, a livelli non intensi.

Come estremo rimedio è possibile ricorrere ad una fissazione artrodesica per mezzo di un intervento chirurgico.

La soluzione chirurgica è riservata ai casi gravissimi.

Trattamento osteopatico della spondilolistesi

Da un punto di vista osteopatico si interviene riduzione delle disfunzioni meccaniche responsabili della spondilolistesi.

Con l'Osteopatia non si interviene mai sulla vertebra in sé, in quanto le forze che ne determinano lo slittamento solitamente originano da lontano.

È necessario quindi individuare con precisione le catene disfunzionali primarie e destrutturarle.

Una volta eliminate le grandi tensioni meccaniche che si scaricano sulla vertebra, allora è possibile lavorare sul tessuto connettivo locale, circostante la vertebra.

Le tecniche utilizzate sono sempre di tipo miofasciale e cranio sacrale, non si utilizzano mai in nessun caso tecniche manipolative.

Una volta ristabilita la situazione fisiologica è necessario lasciar passare un certo periodo di tempo in modo da far lavorare le correzioni.

Eliminando le tensioni il processo di slittamento si interrompe e, nei casi meno gravi, la vertebra tende a addirittura a retrocedere verso la propria posizione originaria, anche se difficilmente si riesce a tornare ad un riadattamento completo.

Nei casi più gravi, come già specificato, le lisi ossee vengono ridotte per via chirurgica.

Tuttavia, anche in questi casi, è comunque necessario eliminare le catene disfunzionali originarie.

Se si riducono chirurgicamente le lisi ossee senza correggere le disfunzioni a monte, le forze meccaniche ancora attive troveranno senz'altro nuove direzioni verso cui dirigersi, andando così a generare nuovi problemi altrove.

Pertanto, in caso di spondilolistesi, un intervento osteopatico è assolutamente necessario indipendentemente dai rimedi sintomatici comunque intrapresi.

Da un punto di vista osteopatico si interviene a diversi livelli.

Adattamenti osteopatici di tipo cranio sacrale

In caso di spondilolistesi è sempre presente una disfunzione di tipo cranio sacrale.

Anzi si può dire che le restrizioni osteopatiche di tipo cranio sacrale siano largamente responsabili dello sviluppo di tensioni meccaniche interne che, sui lunghi tempi, favoriscono lo sviluppo di una spondilolistesi.

In effetti, come visto in precedenza, la spondilolistesi nasce da uno squilibrio interno della colonna vertebrale.

Tale squilibrio molto spesso origina dalla base del cranio e tende a proiettarsi verso l'osso sacro in maniera diretta.

Sono proprio gli squilibri della cerniera lombo sacrale a generare quel particolare adattamento di L5 in anterolistesi.

Il trattamento della base del cranio pertanto è assolutamente necessario e non deve essere sottovalutato se si intende riportare il tratto lombo sacrale in uno stato di equilibrio.

L'Osteopatia interviene a livello cranio sacrale con opportune tecniche sempre soft e non invasive.

Per maggiori informazioni puoi consultare la pagina sul sistema cranio sacrale.

Adattamenti osteopatici di tipo miofasciale

Gli adattamenti osteopatici muscolo fasciali costituiscono un altro importante settore meritevole di attenzione.

Il lavoro muscolo fasciale è orientato prevalentemente ai sistemi anteriori cioè vengono trattati soprattutto quei gruppi muscolari che tendono a trazionare verso il basso la colonna lombare e il bacino.

In particolare il lavoro osteopatico è rivolto a tre grossi settori:

Bisogna considerare che, in caso di spondilolistesi, la muscolatura paravertebrale posteriore non viene decontratturata: questo tipo di intervento rappresenterebbe un errore metodico.

I muscoli paravertebrali posteriori infatti costituiscono l'unico vero ancoraggio che impedisce alla vertebra lesionata di scivolare in avanti.

Qualora dette contratture venissero ridotte, nel momento in cui il Paziente torna in stazione eretta si riformerebbero immediatamente.

La vertebra infatti, privata del suo naturale ancoraggio istmico, si troverebbe nuovamente costretta a reclutare la muscolatura posteriore che tornerebbe a contrarsi impedendo alla vertebra di scivolare in avanti.

Per portare sollievo alla zona posteriore pertanto bisogna agire in maniera indiretta, cercando di eliminare le tensioni interne che trazionano la vertebra in avanti.

L'Osteopatia interviene proprio seguendo questo tipo di paradigma.

Adattamenti osteopatici di tipo viscerale

I visceri possono qualche volta fornire un contributo importante alla genesi di una spondilolistesi.

Innanzitutto i visceri del piccolo bacino possono creare tensioni capaci di riflettersi sul pavimento pelvico oltre che sulla zona pubica.

Tensioni a questo livello contribuiscono quasi sempre a squilibrare l'assetto del bacino portandolo in antiversione o in retroversione, a seconda dei casi, con tutte le conseguenze.

Inoltre anche i reni, situati in zona retroperitoneale, possono portare adattamenti funzionali a livello dei muscoli grande psoas e piccolo psoas con sviluppo di tensioni anomale a livello del tratto lombare.

Il contributo viscerale, per la verità, non è così frequente ma le disfunzioni osteopatiche viscerali, quando presenti, possono trasformarsi in un elemento di restrizione importante per cui è necessario indagare anche a questo livello.

Le disfunzioni viscerali vengono trattate dall'Osteopatia con apposite tecniche indolori e non invasive.

Adattamenti osteopatici di tipo vertebrale

A livello vertebrale raramente si riscontrano adattamenti di tipo primario.

Molto spesso le vertebre, in effetti, si trovano in restrizione di mobilità ma non per cause strutturali, vale a dire non per colpa loro.

Spesso si hanno blocchi vertebrali causati da disfunzioni craniali, miofasciali o viscerali.

Pertanto è perfettamente inutile, nella maggior parte dei casi, trattare la vertebra in maniera diretta poiché le vere cause di restrizione sono localizzate altrove.

Inoltre bisogna considerare che, in caso di spondilolistesi, spesso si è in presenza di una spondilolisi, cioè la vertebra è strutturalmente danneggiata per cui in caso di spondilolistesi manovre a thrust diretto sulla vertebra sono sempre escluse.

Il trattamento osteopatico vertebrale è sempre indiretto ed è prevalentemente rivolto ai sistemi periferici.

Casi reali

Riferisco il caso di un giovane calciatore dilettante di 16 anni che presentava anterolistesi di L5 su S1 di circa 1 cm.

Il problema è emerso in seguito ad un episodio di mal di schiena acuto in seguito ad una partita piuttosto movimentata.

Per la verità il giovane Paziente riferiva lombalgia già da più di un anno ma la sintomatologia era lieve e gli episodi poco frequenti.

In seguito all'ultimo episodio tuttavia sono stati eseguiti accertamenti radiografici da cui è emersa un'anterolistesi con associata lisi istmica di livello non importante ma comunque ben evidente.

All'indagine radiografica ha fatto seguito un periodo di riposo e un ciclo di massoterapia lombare con qualche seduta di tecarterapia.

Dopo circa una settimana il dolore era scomparso ma è subito ricomparso dopo qualche allenamento, anche se con intensità minore.

Il Paziente ha ripetuto l'iter terapeutico precedente con un certo successo ma, nuovamente, dopo i primi sforzi, il dolore tendeva a ricomparire.

Dopo qualche mese di terapie locali il Paziente si è rivolto all'Osteopatia, indirizzato allo Studio dalla stessa Società Sportiva.

All'esame osteopatico il Paziente presentava uno squilibrio globale del bacino su base craniale e adattamenti miofasciali locali.

L'intero iter osteopatico si è esaurito in tre sedute spalmate in un mese circa al termine delle quali il Paziente non ha più riferito alcun dolore in seguito all'allenamento.

Una volta riequilibrata in maniera stabile la funzione meccanica del bacino il Paziente ha potuto tornare a svolgere la propria attività sportiva senza alcun tipo di problema.

Ad un controllo radiografico eseguito quattro mesi dopo l'intervento osteopatico la spondilolistesi era invariata, vale a dire era ancora presente ma non aveva subito evoluzioni.

Il Paziente tuttavia non ha più riferito dolori ed ha potuto riprendere l'attività calcistica.

Per quanto riguarda questo specifico Paziente è stato possibile concludere con certezza che l'anterolistesi non poteva essere la causa del mal di schiena.

Il mal di schiena, e probabilmente la stessa anterolistesi, erano gli effetti di un disguido meccanico del bacino probabilmente presente da tempo.

Con il trattamento osteopatico è stata ripristinata la situazione dinamica con ottimi risultati.

Non è stato possibile accertare le ulteriori evoluzioni della listesi vertebrale dal momento che il Paziente, non riferendo più sintomi, non ha più avuto motivo di effettuare ulteriori indagini.

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