Trattamento delle cicatrici
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi effettua il trattamento delle cicatrici chirurgiche post-operatorie e traumatiche.

Il trattamento osteopatico delle cicatrici è finalizzato ai seguenti obiettivi:

Il trattamento osteopatico è finalizzato non solo a trattare la cicatrice ma anche a restituire una maggiore funzionalità e una maggiore mobilità alle parti sottostanti la cicatrice.

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Cenni anatomici

Per capire che cosa sia una cicatrice è necessario avere qualche nozione basilare di anatomia e di fisiologia dell'apparato tegumentario, detto anche cute o pelle.

La cute è l'organo che riveste il corpo umano, ha molteplici funzioni ma soprattutto presenta caratteristiche fisiche del tutto particolari.

La pelle, infatti, deve continuamente adattarsi ai continui cambiamenti di forma e posizione del corpo, per cui non rimane immobile ma si adatta via via a seconda delle esigenze.

Per esempio, quando flettiamo un ginocchio la pelle della gamba si adatta alla posizione flessa: per fare questo non solo si allunga elasticamente ma, entro certi limiti, subisce torsioni e slittamenti sul piano orizzontale.

Allo scopo di garantire questo genere di prestazione, l'apparato tegumentario è organizzato a strati.

Gli strati non presentano ancoraggi fissi fra loro ma godono della libertà di scivolare l'uno sull'altro: in questo modo la cute riesce a modificare la propria forma continuamente senza rovinarsi.

Gli strati cutanei, a partire dalla superficie esterna, sono:

Il processo di cicatrizzazione

Nel momento in cui la cute e il sottocute subiscono un'interruzione di continuità in seguito a una lesione, l'organismo si attiva per tentare di riparare il danno.

Se l'evento lesivo coinvolge solo lo strato superficiale, allora la riparazione avrà un impatto minimo: in questi casi si forma semplicemente la comune "crosta" che tende a cadere senza lasciare tracce significative.

Se invece la lesione coinvolge anche gli strati cutanei sottostanti o addirittura la fascia muscolare, allora il processo riparativo agirà più in profondità e si avrà lo sviluppo di una cicatrice.

La fase di cicatrizzazione si sviluppa in diverse fasi:

La durata dell'intero processo di cicatrizzazione è largamente condizionata dalla durata dell'ultima fase, cioè la fase di epitelizzazione, che può svilupparsi anche in molti mesi.

Gli esiti funzionali del processo di cicatrizzazione

Il processo di cicatrizzazione provoca essenzialmente due problemi principali: aderenze e retrazioni.

Aderenze cicatriziali

Abbiamo visto che la cute è costituita da diversi strati che scorrono l'uno sull'altro.

In fase di cicatrizzazione, i vari strati del tessuto cutaneo vengono sostituiti con tessuto fibroso il quale tuttavia non rispetta l'interruzione fra uno strato e l'altro ma presenta una continuità.

Le zone fibrotizzate, quindi attraversano la cute perpendicolarmente, creando dei punti di fissità fra uno strato e l'altro: tali zone sono denominate aderenze cicatriziali.

Le aderenze cicatriziali limitano moltissimo lo scorrimento degli strati di tessuto cutaneo e, di conseguenza, limitano i movimenti dei tratti anatomici sottostanti.

Retrazioni cicatriziali

Il tessuto di cicatrizzazione, essendo tessuto di natura fibrosa, presenta un grado di elasticità minore rispetto al normale tessuto cutaneo.

I tratti di cute che hanno perso elasticità in seguito a processi di cicatrizzazione prendono il nome di retrazioni cicatriziali che possono avere forme allungate a cordoncino o piatte a seconda del tratto interessato.

Le retrazioni non solo limitano la mobilità cutanea in maniera talvolta importante ma spesso limitano anche la mobilità degli elementi anatomici sottostanti.

L'entità della limitazione naturalmente dipende dall'entità della ferita, e quindi dall'entità della cicatrice: in questo modo una piccola cicatrice andrà a creare limitazioni minime mentre una grande cicatrice limitazioni consistenti.

Classificazione delle cicatrici

Le cicatrici possono essere classificate in base a diversi parametri.

Conformazione anatomica

A seconda della conformazione anatomica, le cicatrici si distinguono in:

Modalità di acquisizione

A seconda della modalità di acquisizione le cicatrici si distinguono in:

Grado di limitazione funzionale

A seconda del grado di limitazione funzionale le cicatrici si distinguono in:

Trattamento tradizionale delle cicatrici

Il trattamento delle cicatrici è basato su due tipologie di rimedi:

In entrambi i casi è possibile agire mediante diverse metodiche di intervento:

Le varie forme di intervento sono spesso integrate e la scelta da parte del Dermatologo del protocollo da seguire dipende dalla fase del processo cicatriziale, dall'entità e dal tipo di cicatrice e dagli obiettivi del Paziente.

Trattamento osteopatico delle cicatrici

Le tecniche osteopatiche sono particolarmente utili per:

La tecnica osteopatica, rispetto ad altri metodi manuali, agisce in maniera più completa poiché permette di ridurre le tensioni non solo del derma ma anche dei tessuti sottostanti.

Allo scopo di ammorbidire una cicatrice, infatti, non è sufficiente trattare il tessuto epidermico e il derma ma è necessario agire in profondità fino all'ipoderma, alla fascia muscolare e addirittura fino al muscolo.

Allo scopo quindi di sciogliere queste tensioni è necessario effettuare un lavoro di riequilibrio che coinvolge non solo la cicatrice ma anche l'intero settore anatomico su cui essa si impianta e, se necessario, anche le zone limitrofe.

L'intervento osteopatico, agendo in profondità nei tessuti, garantisce risultati a lungo termine in misura maggiore rispetto ad altri metodi.

La tecnica osteopatica

Le tecniche osteopatiche sono molto leggere: il tocco leggero, infatti, a differenza di una manovra energica, non scatena reazioni difensive nel tessuto e permette all'informazione dinamica di arrivare maggiormente in profondità.

Il lavoro sulle parti strutturali, al contrario, talvolta è un po' più intenso ma comunque mai doloroso né invasivo.

Allo scopo di ottenere i risultati migliori, inoltre, è importante valutare le tempistiche dell'intervento osteopatico.

Bisogna considerare infatti che la cicatrice, col passare del tempo, tende a strutturarsi in maniera sempre più compatta.

La fase di epitelizzazione o di rigenerazione, come già esposto, può durare mesi o anche anni e, nel corso di tutto questo periodo, il tessuto si arricchisce di fibre collagene.

Per questo motivo, intervenire su una cicatrice strutturata da anni non è semplice poiché generalmente il tessuto connettivo è molto addensato.

Al contrario, l'intervento precoce è molto più efficace poiché, nelle fasi cicatriziali intermedie, il tessuto cicatriziale non è ancora eccessivamente fibrotizzato.

Trattamento osteopatico specifico

Vediamo a seguire come si applica la tecnica osteopatica nelle varie casistiche cicatriziali.

Cicatrici chirurgiche o post-operatorie

Le cicatrici chirurgiche rappresentano la maggioranza delle cicatrici trattate.

Tali cicatrici, a seconda del distretto coinvolto, possono presentare problemi sia funzionali che estetici per cui devono essere sempre trattate.

Molto spesso le cicatrici chirurgiche sono aggravate dalla presenza di punti di sutura, per quanto le tecniche chirurgiche più moderne si avvalgono ormai di metodiche di sutura avanzate che non sfruttano l'utilizzo di fili.

Una cicatrice chirurgica si trasforma spesso in un problema quando, essendo localizzata in prossimità di un'articolazione, limita il movimento articolare.

Per esempio in seguito a un intervento di protesi di ginocchio, la cicatrice, localizzata anteriormente, rappresenta un fattore limitativo molto importante, soprattutto per quanto riguarda i movimenti di flessione.

Nella chirurgia della mano le cicatrici chirurgiche rappresentano fattori ancora più limitativi, in considerazione del fatto che, a questo livello, esiste una mobilità molto fine e facilmente alterabile.

Le cicatrici chirurgiche vengono trattate con successo dall'Osteopatia: tuttavia bisogna considerare che, in questi casi, il trattamento della sola cicatrice non può essere scollegato dal riequilibrio funzionale dell'intero distretto.

Non sarebbe possibile, per esempio, trattare una cicatrice chirurgica di una protesi di ginocchio senza trattare anche il ginocchio d un punto di vista meccanico.

L'Osteopatia, in questi casi, si pone come soluzione di eccellenza poiché è permette di riequilibrare sia le tensioni cicatriziali che le limitazioni funzionali mio-fasciali e scheletriche associate alla cicatrice.

La cicatrice da taglio cesareo

La cicatrice da taglio cesareo è una cicatrice chirurgica che merita uno speciale interesse.

La cicatrice cesarea, innanzitutto, rappresenta un motivo di consultazione piuttosto frequente poiché il taglio cesareo in Italia viene effettuato nel 38% dei casi, con punte intorno al 50% in alcune regioni.

Inoltre, in virtù della sua localizzazione anatomica, la cicatrice cesarea presenta un interesse funzionale importante.

Il taglio cesareo, infatti, viene effettuato in prossimità della vescica per cui questo tipo di intervento, per quanto eseguito correttamente, non di rado lascia qualche strascico di tipo funzionale a livello della vescica, come per esempio incontinenza urinaria.

La presenza di una cicatrice con retrazioni e aderenze spesso complica il quadro clinico poiché limita l'elasticità della zona pubica e della zona pelvica.

In questi casi il trattamento osteopatico della cicatrice da taglio cesareo è utile a rielasticizzare la cute e le fasce sottostanti.

Naturalmente il trattamento della cicatrice è sempre accompagnato, anzi preceduto, da un riequilibrio del bacino e del pavimento pelvico.

Non infatti sarebbe possibile riequilibrare una struttura superficiale senza prima aver riequilibrato le parti in profondità.

Cicatrici traumatiche

In alcuni casi le cicatrici possono derivare da traumi lesivi di diversa natura, quindi traumi fisici, chimici o ustori.

A seconda della tipologia e dell'entità del trauma, la forma e la consistenza di tali cicatrici possono essere molto differenti, al punto che non è possibile delineare caratteristiche distintive precise per tali esiti cicatriziali.

In questi casi è quindi necessario effettuare una valutazione specifica di volta in volta al fine di stabilire i margini di intervento e le possibilità concrete di apportare una miglioria.

Generalmente una cicatrice ipertrofica o un cheloide presentano una resistenza al trattamento molto maggiore rispetto ad una cicatrice normale o addirittura atrofica.

Questo perché una grande quantità di tessuto fibroso presenta una resistenza maggiore al trattamento rispetto alla situazione opposta. Questo anche in considerazione del fatto che una cicatrice abbondante spesso è anche piuttosto datata.

In ogni caso il trattamento osteopatico alle cicatrici traumatiche è sempre consigliato al fine di ammorbidire ed elasticizzare il tessuto il più possibile.

Cicatrici sintomatiche

Le cicatrici, sia chirurgiche che traumatiche, normalmente sono asintomatiche ma, in alcuni casi, presentano manifestazioni dolorose o parestesiche.

Al fine di inquadrare con precisione il sintomo, bisogna tuttavia considerare in quale fase di cicatrizzazione si trovi la ferita.

Nella fase iniziale la presenza di sintomi è normale: nella prima fase, cioè nella fase infiammatoria, la presenza di prurito o dolore è fisiologica, come anche la presenza di calore e rossore.

In questa fase qualsiasi intervento osteopatico risulta del tutto inutile poiché, durante la fase infiammatoria, tali sintomatologie sono assolutamente fisiologiche e non rappresentano un'anomalia: al limite è possibile tentare di lenire l'intensità del disturbo con terapie antinfiammatorie.

La presenza di sintomi nelle fasi avanzateè anomala poiché non è più compatibile con la presenza di una reazione infiammatoria, che normalmente è già terminata, per cui, in questi casi, è necessario indagare.

Ad esclusione di patologie mediche conclamate, in queste situazioni molto spesso si è in presenza di un quadro osteopatico attivo.

Le fibre nervose destinate alla cute, infatti, transitano nel sottocute: se a questo livello sono presenti tensioni anomale, tali tensioni andranno a irritare i terminali nervosi con conseguente sviluppo di sintomi.

In tali situazioni possono quindi svilupparsi formicolii, parestesie, zone di anestesia e dolore che tendono a perdurare nel tempo.

In questi casi un intervento osteopatico è molto utile poiché, attraverso le tecniche osteopatiche, è possibile ridurre tali tensioni e liberare così le fibre nervose.

Il tempo di recupero della funzionalità della fibra dipende dal tempo di permanenza nello stato di tensione: mediamente comunque le tempistiche non sono rapidissime.

Vantaggi e limiti del trattamento osteopatico

Rispetto ad altre metodiche, l'Osteopatia garantisce risultati funzionali molto stabili nel tempo e permette di trattare le aderenze sottocutanee in maniera molto più efficace.

Uno dei punti di forza dell'Osteopatia, infatti, al di là del risultato immediato, è soprattutto la tenuta a lungo termine delle correzioni effettuate.

Per quanto riguarda i limiti del trattamento osteopatico, è necessario considerare che l'Osteopatia è una terapia manuale per cui, attraverso le tecniche osteopatiche, non è possibile ridurre fisicamente le cicatrici né modificarle sotto il profilo anatomico.

Questo può essere considerato l'unico vero limite dell'Osteopatia.

Bisogna tuttavia considerare che l'eliminazione delle tensioni sottostanti talvolta permette comunque una lieve riduzione dell'emergenza delle cicatrici ipertrofiche.

Questo perché, pur non eliminando fisicamente il tessuto cicatriziale, talvolta è possibile appianare leggermente la cute semplicemente rilassando le strutture sottocutanee.

Casi reali

Riferisco il caso di una Paziente di 65 anni con grave limitazione funzionale a livello di un ginocchio in seguito a intervento di protesi di ginocchio.

La Paziente non era in grado di flettere il ginocchio oltre i 100° a causa di una forte retrazione anteriore alla rotula che le impediva di procedere oltre col movimento.

Questo limite le impediva di sedersi in maniera comoda e di procedere agevolmente in salita, in particolare la Paziente aveva difficoltà a salire sui mezzi di trasporto a causa dell'impossibilità di salire sul gradino di accesso del bus.

L'intervento era stato effettuato diversi mesi prima e comunque aveva portato indiscutibili vantaggi, ma purtuttavia rimaneva una tensione cicatriziale anteriore piuttosto limitativa.

All'esame osteopatico la Paziente presentava limitazioni funzionali non solo a livello della cicatrice ma su tutto l'arto inferiore a partire dal bacino e dalla zona lombare.

Per questo motivo il trattamento è stato orientato, in via prioritaria, al riequilibrio generale delle parti scheletriche e muscolo fasciali che presentavano blocchi funzionali e contratture importanti.

Solo successivamente è stato possibile trattare la cicatrice che presentava una consistenza piuttosto rigida per tutto il suo decorso.

Il trattamento osteopatico completo, compreso il trattamento cicatriziale, si è svolto in quattro sedute distribuite in circa un mese.

Al termine del ciclo osteopatico la Paziente è stata in grado di flettere il ginocchio oltre i 90° e non ha più riferito tensioni sulla parte anteriore del ginocchio.

In considerazione della situazione generale non è stato possibile permettere al ginocchio una flessione maggiore ma, in ogni caso, il guadagno netto in flessione ha superato i 20°.

In buona parte tale limitazione era dovuta a una retrazione cicatriziale.

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