Morbo di Osgood-Schlatter
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta il morbo di Osgood-Schlatter con un buon margine di successo.

Nella maggior parte dei casi il morbo di Osgood-Schlatter è un problema passeggero, non grave e si risolve spontaneamente con la crescita: tuttavia il dolore può persistere anche mesi.

Mediante le tecniche osteopatiche è invece possibile accelerare la remissione del dolore andando a ripristinare la corretta mobilità del ginocchio.

Che cosa è il morbo di Osgood-Schlatter

Il morbo di Osgood-Schlatter è detto anche sindrome di Osgood-Schlatter, osteocondrosi dell'apofisi tibiale anteriore o apofisite del tubercolo tibiale.

È una sindrome dolorosa che riguarda il ginocchio e colpisce gli adolescenti fra gli 8 e i 15 anni, soprattutto i maschi e specialmente se praticano sport.

Generalmente coinvolge un solo ginocchio ma nel 30% dei casi riguarda entrambe le ginocchia.

Cenni di anatomia del ginocchio

L'articolazione del ginocchio, fra il femore e la tibia, permette all'arto inferiore di eseguire movimenti di flessione e di estensione.

Ginocchio, Osteopatia Genova

Il movimento di estensione, cioè il movimento che porta la gamba a raddrizzarsi per reggere il peso del corpo, viene realizzato grazie all'azione di un potente muscolo situato sulla parte anteriore della coscia: il muscolo quadricipite femorale.

I fasci del muscolo quadricipite convergono sulla rotula, un osso piatto e rotondo situato davanti al ginocchio. La rotula, a sua volta, presenta un robusto tendine, detto tendine rotuleo, che si inserisce sulla faccia anteriore e superiore della tibia, più precisamente su una zona denominata tuberosità tibiale.

Quindi, quando il quadricipite si contrae per raddrizzare la gamba, tutta la forza si concentra sulla tuberosità tibiale.

Segni e sintomi

La sindrome di Osgood-Schlatter si manifesta con dolore e gonfiore a livello della tuberosità tibiale. Come abbiamo visto, è proprio in questa zona che trova inserzione il tendine rotuleo, cioè il tendine che viene messo in azione quando si distende la gamba.

Il dolore compare soprattutto sotto sforzo poiché, quando si aziona il muscolo quadricipite che fa estendere la gamba, il tendine rotuleo viene subito messo in tensione e dà origine a una tensione enorme sulla tuberosità tibiale.

Per questo motivo il dolore peggiora con l'attività fisica e lo sforzo e migliora con il riposo.

Il morbo di Osgood-Schlatter non deve essere confuso con il generico dolore al ginocchio o con la sindrome femoro rotulea, vale a dire si tratta di una situazione clinica molto specifica.

Cause

L'esperienza insegna che il normale movimento di estensione della gamba non è doloroso.

Tuttavia, durante il periodo della crescita, l'osso è ancora immaturo, cioè non è completamente calcificato: se in questa fase si instaurano disfunzioni meccaniche a livello dell'arto inferiore, allora il ginocchio comincerà a muoversi secondo assi non fisiologici.

Un'anomalia meccanica che insiste su un tessuto ancora immaturo crea, a livello del ginocchio, uno stress non fisiologico che si esprime con dolore e gonfiore.

Quando, in seguito alla crescita, si ha una maturazione ossea, allora il dolore tende a calare: notoriamente dopo diverso tempo le sintomatologie del morbo di Osgood-Schlatter tendono a regredire.

Tuttavia la disfunzione meccanica del ginocchio, se non viene corretta, tende a permanere e a strutturarsi.

Diagnosi

La diagnosi del morbo di Osgood-Schlatter solitamente è basata sull'analisi semeiotica e sull'esame obiettivo, oltre che sull'anamnesi clinica.

Spesso vengono prescritte indagini radiologiche (RX) soprattutto per valutare lo stato della tuberosità tibiale, che a volte si ispessisce.

Anche l'indagine ecografica può essere utile a individuare la sindrome di Osgood Schlatter agli esordi, quando i sintomi non sono ancora presenti.

Anche la risonanza magnetica (RM) è utile a valutare la situazione del ginocchio in generale.

Rimedi tradizionali

Il morbo di Osgood-Schlatter normalmente tende a regredire spontaneamente senza bisogno di particolari terapie.

Tuttavia i tempi di risoluzione sono piuttosto lunghi, a volte il dolore può durare mesi.

I rimedi tradizionali, pertanto, sono orientati generalmente a ridurre il dolore e a evitare che la tensione anomala del quadricipite possa provocare l'insorgenza di fratture spontanee a livello tibiale, eventualità fortunatamente molto rara.

A seguire un elenco dei principali rimedi tradizionali, detti anche conservativi:

Trattamento osteopatico del morbo di Osgood-Schlatter

Contrariamente ai rimedi tradizionali, prevalentemente finalizzati a ridurre il dolore, il trattamento osteopatico è orientato a riequilibrare l'assetto meccanico del ginocchio.

Questo innanzitutto accelera i tempi di risoluzione del dolore in maniera significativa.

Ma soprattutto la correzione osteopatica ha un significato preventivo poiché mette al sicuro dall'insorgenza di problemi in futuro.

Infatti, anche se il dolore comunque tende a regredire spontaneamente, la disfunzione meccanica, se non corretta, resta attiva e può creare problemi in futuro.

Per questo motivo non è consigliabile attendere la remissione spontanea del sintomo senza procedere parallelamente a un lavoro di riequilibrio funzionale.

Da un punto di vista osteopatico, in caso di un quadro riferibile a Osgood-Schlatter, non è mai opportuno incominciare a lavorare direttamente sul ginocchio.

Questo perché il ginocchio, molto spesso, subisce l'influenza di adattamenti meccanici presenti a monte e a valle mentre raramente presenta adattamenti primari locali.

In altri termini è necessario revisionare il Paziente nella sua globalità e comunque, in ogni caso, riequilibrare integralmente l'arto inferiore.

Adattamenti osteopatici a livello cranio-sacrale

Come già esposto in altre sezioni, gli adattamenti del sistema cranio-sacrale si riflettono sempre in maniera molto diretta sul bacino per cui, per prima cosa, è necessario assicurarsi che la base del cranio e l'osso sacro siano in perfetto equilibrio.

È necessario sapere che la presenza di adattamenti funzionali a livello craniale provoca restrizioni di mobilità a livello sacro-iliaco.

Chi non ha dimestichezza con concetti di tipo osteopatico potrebbe trovare un po' strano questo tipo di approccio.

Tuttavia se le articolazioni sacro-iliache non si muovono in maniera corretta, non è possibile procedere a un riequilibrio efficace dell'arto inferiore. Quindi il sistema cranio-sacrale deve essere revisionato prima di intraprendere qualsiasi intervento a livello dell'arto inferiore.

Adattamenti osteopatici a livello del bacino

Una volta garantita la libertà delle articolazioni sacro iliache, è necessario revisionare il sistema muscolo fasciale dell'intero bacino.

Si revisionano pertanto il compartimento laterale, soprattutto le inserzioni glutee lungo tutta la cresta iliaca, il compartimento anteriore, con il legamento inguinale e le inserzioni delle fasce addominale e femorale, la parte posteriore, in corrispondenza delle articolazioni sacro iliache e la parte inferiore con il pavimento pelvico.

Adattamenti osteopatici a livello della coscia

A livello della coscia è necessario effettuare un lavoro molto approfondito, soprattutto per quanto riguarda la loggia anteriore, dove ha sede il muscolo quadricipite femorale.

In caso di Osgood-Schlatter, infatti, le tensioni anomale si riscontrano soprattutto a livello quadricipitale. Questo grosso muscolo, composto da quattro sezioni distinte, presenta generalmente una moltitudine adattamenti selettivi che interessano precise e limitate zone di tessuto muscolare e connettivale.

Molto spesso, per esempio, si riscontrano adattamenti fasciali in corrispondenza delle inserzioni femorali del muscolo vasto mediale, in corrispondenza delle inserzioni del muscolo grande adduttore, sulla faccia mediale del femore.

Ancora si riscontrano spesso adattamenti sulla fascia lata e sulle inserzioni laterali del muscolo vasto laterale. O ancora adattamenti sui fasci anteriori, soprattutto a livello distale, in prossimità del ginocchio.

In altri termini il muscolo quadricipite femorale deve essere revisionato in toto.

Naturalmente anche il compartimento posteriore non deve essere trascurato, soprattutto a livello distale.

Adattamenti osteopatici a livello del ginocchio

Per quanto riguarda la sezione anatomica del ginocchio, le parti che assolutamente non devono essere trascurate sono la rotula e il tendine rotuleo, per i motivi sopra esposti.

La rotula deve essere attentamente revisionata, sia sulla faccia anteriore che sui margini laterali, possibilmente cercando di raggiungere anche la faccia posteriore per mezzo di traslazioni laterali. Anzi a questo livello si riscontrano spesso restrizioni.

Il tendine rotuleo viene trattato sulla faccia anteriore e sui margini laterali, in corrispondenza del corpo di Hoffa, in prossimità del quale spesso si riscontrano tensioni.

Naturalmente anche le sezioni laterale, mediale e posteriore devono essere revisionate con attenzione, soprattutto in corrispondenza dei legamenti collaterali e della zona poplitea.

Adattamenti osteopatici a livello della gamba

Per quanto riguarda la gamba (in anatomia con il termine "gamba" si intende la sezione di arto inferiore sotto il ginocchio), la zona certamente più sensibile è la tuberosità tibiale, sede elettiva del dolore caratteristico della sindrome di Osgood-Schlatter.

A questo livello si interviene solitamente con tecniche di tipo fasciale molto delicate, finalizzate ad ammorbidire la zona in maniera approfondita. Il lavoro sulla tuberosità tibiale può avere anche una notevole durata, talvolta anche mezz'ora piena.

È però necessario capire che un lavoro selettivo sulla tuberosità tibiale non sarebbe sufficiente senza il lavoro preparatorio descritto in precedenza. Infatti è perfettamente inutile agire sull'ultimo anello della catena se prima non si correggono le cause a monte.

A livello della gamba è necessario comunque anche revisionare a fondo l'intera tibia, oltre che il perone e i compartimenti muscolari anteriore, laterale e posteriore.

Adattamenti osteopatici a livello del piede

Il piede non deve essere assolutamente sottovalutato poiché in alcuni casi a questo livello sono presenti adattamenti capaci di proiettarsi verso l'alto lungo catene ascendenti.

In particolare deve essere valutata la situazione dinamica del retropiede (astragalo e calcagno), della coppia scafoide-cuboide e dell'avampiede a partire dalle ossa cuneiformi fino alle dita.

Casi reali

Riferisco il caso di un Paziente di 12 anni, calciatore, con una diagnosi di Osgood-Schlatter al ginocchio destro. Il ragazzo giocava a calcio con una frequenza di due allenamenti a settimana e la partita alla domenica; oltre a questo praticava comunque attività calcistica a tempo perso in contesti amatoriali con gli amici.

Il dolore al ginocchio aveva cominciato a manifestarsi già verso gli 11 anni in maniera lieve ma ha subito un'acutizzazione con l'inizio della nuova annata calcistica, al punto che il ragazzo era stato costretto a interrompere l'attività calcistica dopo poche settimane.

Il dolore si manifestava non solo durante gli allenamenti ma anche nei giorni successivi; in qualche occasione era così acuto da precludere addirittura la possibilità di deambulare.

Da un punto di vista radiografico la situazione non era ancora compromessa, nel senso che era emersa una ipertrofia della tuberosità tibiale, un'infiammazione diffusa al corpo di Hoffa e un modico versamento a livello del ginocchio ma le strutture anatomiche portanti erano integre.

Era stato consigliato il riposo, era stato intrapreso un ciclo di riabilitazione ed erano state messe in atto le misure di contenimento ordinarie (ghiaccio, antidolorifici, ecc.).

I genitori si sono rivolti infine all'Osteopatia sotto consiglio dell'ortopedico.

Da un punto di vista osteopatico il ragazzo presentava adattamenti funzionali diffusi su tutto il lato destro. Lo schema adattativo era organizzato dall'alto, a partire dalla base del cranio, in particolare intorno all'orbita destra. Per inciso il ragazzo soffriva anche di emicrania cronica: questo era stato taciuto dai genitori ma è emerso in sede di consultazione proprio sulla base della valutazione osteopatica.

Per quanto riguarda il ginocchio, gli adattamenti maggiori erano localizzati soprattutto a livello del muscolo quadricipite femorale, soprattutto a livello del vasto mediale. La tuberosità tibiale presentava una consistenza rigida e una dolorabilità viva soprattutto sul versante interno.

Nel corso di tre sedute spalmate in un mese il dolore non era ancora scomparso ma era ridotto al punto che il ragazzo è stato in grado di riprendere gli allenamenti. Nel corso delle settimane a seguire il dolore è andato ulteriormente diminuendo. Ho perso di vista il Paziente dopo circa tre mesi ma il dolore all'epoca era praticamente ormai scomparso.

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