Dolore al seno
Osteopatia Genova
Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta le Pazienti con dolore al seno.
Il dolore al seno, in termini medici mastodinia o mastalgia, è un sintomo di competenza senologica ma in molti casi è il risultato di adattamenti osteopatici della gabbia toracica.
In questi casi l'Osteopatia rappresenta un valido aiuto poiché permette di ridurre il dolore al seno in maniera talvolta importante.
È comunque importante precisare che il trattamento osteopatico per il dolore al seno può essere effettuato solo dopo aver escluso la presenza di patologie mediche in atto.
Cenni anatomici
La mammella, comunemente chiamata seno, è un annesso cutaneo presente in numero pari in entrambi i sessi ma maggiormente sviluppata nella donna, in cui ha anche valenza di carattere sessuale secondario.
La mammella è una struttura in parte ghiandolare in parte adiposa ed è finalizzata a produrre latte nel periodo successivo al parto.
La sua origine è localizzata fra la terza e la settima costa mentre il suo volume e la sua estensione verso il basso variano da soggetto a soggetto.
Da un punto di vista anatomico la mammella è costituita da:
- Componente ghiandolare: la ghiandola mammaria è costituita da 15 – 20 lobi. Il latte prodotto è convogliato verso il capezzolo.
- Componente adiposa: riempie gli spazi fra i lobi ghiandolari.
- Componente fibrosa: di sostegno.
La mammella è irrorata dall'arteria mammaria esterna (parte laterale) e dall'arteria mammaria interna (parte mediale) ed è innervata dai rami cutanei anteriore e laterale del IV, V e VI nervo intercostale.
Segni e sintomi
Il dolore al seno è un sintomo comune che si presenta in diverse forme e talvolta in alcune specifiche fasi della vita.
Da un punto di vista generale i sintomi più comuni sono:
- Pesantezza
- Dolore
- Bruciore
Tali sintomi possono essere soggetti a variazioni sulla base di:
- Forma e intensità: i sintomi possono sordi o acuti e possono aumentare in concomitanza di alcuni fattori aggravanti fra cui soprattutto contatto, con la palpazione o con determinati movimenti.
- Distribuzione temporale: i sintomi possono essere ciclici, intermittenti o costanti.
- Localizzazione: i sintomi possono essere unilaterali, bilaterali o coinvolgere solo alcuni settori della mammella.
- Irradiazione: i sintomi possono rimanere localizzati alla mammella o irradiarsi al collo alle braccia e al torace.
La presenza di noduli, che sia o meno associata a fuoriuscita di liquido o sangue dai capezzoli, deve essere sempre segnalata al Medico.
Cause
Il dolore al seno può avere numerosissime cause che sommariamente possono essere raggruppate in quattro categorie principali: fisiologiche, farmacologiche, patologiche e funzionali.
Cause fisiologiche
Il dolore al seno può innanzitutto avere una causa fisiologica, cioè non è l'espressione di una patologia o di una disfunzione ma rappresenta la manifestazione di un normale processo biologico.
Rientrano in questa categoria quelle tipologie di dolore al seno dovute prevalentemente alla variazione dei tassi ormonali.
Questo tipo di dolore al seno rappresenta sempre un fenomeno temporaneo per cui generalmente non viene trattato.
Ciclo mestruale
L'aumento di estrogeni provoca l'ingrossamento della ghiandola mammaria che tende a dolere, soprattutto a livello del quadrante supero-esterno già in fase pre-mestruale.
In questi casi può essere presente una sensazione di pesantezza associata a un dolore sordo e continuo o possono manifestarsi fitte pungenti e trafittive come stilettate.
Il dolore può permanere anche durante il ciclo e talvolta a ciclo concluso.
Gravidanza e allattamento
Durante la gravidanza l'assestamento ormonale provoca un aumento progressivo del volume delle mammelle con dolore dovuto a senso di pienezza o anche dolore pulsante talvolta associato a prurito e formicolio.
In fase di allattamento possono verificarsi arrossamenti cutanei, sanguinamenti del capezzolo, bruciore e soprattutto ragadi, queste ultime estremamente dolorose.
Menopausa
dopo i quarant'anni e in menopausa può insorgere un dolore sordo e continuo definito mastodinia non ciclica.
Anche questa tipologia di dolore al seno presenta una base ormonale.
Cause farmacologiche
In alcuni casi il dolore al seno rappresenta l'effetto collaterale di alciuni farmaci.
Le terapie ormonali sostitutive o l'assunzione di farmaci anticoncezionali rappresentano le cause più frequenti.
In alcuni casi anche farmaci antidepressivi o antipsicotici possono presentare, fra gli effetti collaterali, dolore al seno.
Cause patologiche
In alcuni casi il dolore al seno è l'espressione di una patologia per cui è di stretta competenza medica.
Vediamo a seguire le principali patologie causa di dolore al seno:
- Mastite: dolore unilaterale, molto intenso, associato a rossore, alterazioni cutanee o del capezzolo e segni di malessere generale.
- Mastopatia fibrocistica: presenza di noduli benigni ma molto dolorosi soprattutto in prossimità del ciclo.
- Ascesso mammario: dolore associato a un nodulo.
- Ascesso delle ghiandole areolari
- Ectasia duttale: dilatazione dei dotti galattofori.
- Traumi diretti
- Tumore al seno: il dolore è raro in questo casi.
Cause funzionali
In molti casi il dolore al seno ha una causa funzionale cioè una causa osteopatica.
In questi casi, per la verità, si è in presenza di una falsa mastodinia o di una mastodinia extramammaria.
Il dolore percepito a livello del seno, cioè, non dipende dal seno ma dalla presenza di adattamenti funzionali delle strutture sottostanti al seno.
Nella maggior parte dei casi si tratta di adattamenti dinamici della gabbia toracica e dei muscoli del torace che causano dolori profondi in corrispondenza del seno interpretati appunto come dolore al seno.
Peraltro in questi casi molto spesso sono presenti anche irradiazioni cervico-brachiali.
Queste situazioni sono statisticamente molto frequenti e sono correggibili per mezzo dell'Osteopatia.
Diagnosi e terapia
In caso di dolore al seno la principale figura di riferimento è il Senologo, generalmente un Oncologo specializzato in senologia, e questo soprattutto per valutare in via prioritaria l'eventuale presenza di patologie gravi.
La visita senologica prevede un esame obiettivo e una serie di accertamenti specialistici fra cui:
- Ecografia mammaria
- Mammografia
- Ago aspirato
Certamente, una volta esclusa la presenza di cause oncologiche, il Paziente viene instradato allo Specialista di competenza che procede in base alla natura del problema.
Dal momento che il dolore al seno può dipendere da più di una causa, non esiste una terapia univoca per questo tipo di problema, per cui è necessario valutare di volta in volta.
Trattamento osteopatico del dolore al seno
L'Osteopatia non interviene su tutte le tipologie di dolore al seno ma solo su quelle che hanno una causa funzionale.
In particolare la tecnica osteopatica interviene sulle false mastodinie, cioè su quel particolare dolore al seno che non dipende da problemi del seno ma da adattamenti dinamici della gabbia toracica sottostante.
Questa tipologia di dolore al seno rappresenta una grande percentuale dei casi totali, soprattutto in caso di dolore cronico.
In questi casi l'Osteopatia rappresenta un rimedio di eccellenza poiché permette di riequilibrare tali situazioni in maniera molto stabile.
È comunque importante sottolineare che la presenza di eventuali patologie al seno non esclude la presenza di un adattamento osteopatico: i due problemi possono coesistere.
Tuttavia una eventuale patologia specifica della ghiandola mammaria deve essere trattata in via prioritaria per cui il trattamento osteopatico può essere effettuato solo dopo aver escluso o trattato le eventuali patologie.
Anzi l'Osteopatia è molto indicata nel trattamento degli esiti di mastectomia e mastoplastica, soprattutto per quanto riguarda il trattamento delle cicatrici e il recupero delle funzioni motorie dell'arto superiore.
Vediamo a seguire una tipica procedura di intervento osteopatico in caso di dolore al seno.
Adattamenti osteopatici cranio-sacrali
In caso di dolore al seno il sistema cranio-sacrale deve essere revisionato prima di ogni altra cosa.
A livello craniale innanzitutto originano le fasce cervicali e importanti muscoli diretti al cingolo scapolare e al torace.
In particolare la fascia superficiale, che si inserisce sul cingolo scapolare (scapola e clavicola) e la fascia cervicale media, che influenza la mobilità della scapola attraverso l'intermediazione dei muscoli omo-ioidei.
Per quanto riguarda le connessioni muscolari, a livello craniale originano i muscoli trapezio e sternocleidomastoideo, oltre che i muscoli ioidei che, indirettamente, si riflettono sul torace.
Oltre a questo le restrizioni della base del cranio creano tensioni anche all'interno del torace in virtù delle connessioni fasciali interne.
A partire dal tubercolo faringeo dell'osso occipitale origina il tendine centrale, un potente sistema di fasce che raggiunge il diaframma e prosegue anche oltre.
In questo modo le tensioni del cranio, ripercuotendosi verso il basso in maniera piuttosto diretta, creano una rigidità generale su tutta la gabbia toracica
Per questo motivo il cranio deve essere sempre revisionato in caso di dolore al seno e, più in generale, in caso di sintomi relativi alla gabbia toracica.
Adattamenti osteopatici del tratto cervicale
Il tratto cervicale è direttamente coinvolto nella dinamica toracica poiché, a partire da questo settore, originano catene adattative che si scaricano sul torace.
Innanzitutto a livello delle vertebre toraciche originano i muscoli scaleni, diretti alle prime coste, e i muscoli elevatori della scapola, diretti alla scapola.
Inoltre a livello cervicale sono presenti le già citate fasce cervicali che contraggono rapporti con le vertebre e con i muscoli del collo.
Infine in posizione anteriore è presente l'osso ioide con i relativi muscoli sopraioidei e sottoioidei: l'apparato ioideo connette il cranio alla parte alta del torace, coinvolgendo il tratto cervicale, per cui le tensioni di questa struttura si ripercuotono sul torace.
Il tratto cervicale deve essere quindi attentamente revisionato, soprattutto da un punto di vista vertebrale e muscolo fasciale.
Adattamenti osteopatici del cingolo scapolare
Il cingolo scapolare, costituito da scapola e clavicola, unisce l'arto superiore al torace.
I due elementi ossei sono pertanto strettamente vincolati al torace e ne influenzano la dinamica, soprattutto nella parte alta.
La principale via di trasmissione delle tensioni è rappresentata da connessioni muscolari, soprattutto attraverso i muscoli succlavio e piccolo pettorale che originano rispettivamente da clavicola e scapola e si inseriscono nella parte anteriore del torace.
Il muscolo piccolo pettorale, in particolare presenta inserzioni proprio in corrispondenza del seno per cui le contratture di questo elemento sono spesso interpretate come dolore al seno.
La dinamica del cingolo scapolare, come già esposto, è influenzata dal cranio e dal tratto cervicale ma la scapola e la clavicola possono ricevere tensioni dall'arto superiore e possono presentare adattamenti propri.
Le tensioni dall'arto superiore sono veicolate soprattutto dai muscoli bicipite brachiale, coracobrachiale e tricipite brachiale mentre localmente sono spesso coinvolte le articolazioni sterno-costo-claveare, sopra lo sterno, e acromion-claveare, sopra la spalla.
Adattamenti osteopatici del tratto dorsale
In caso di dolore al seno, a livello dorsale si riscontrano spesso restrizioni a livello delle articolazioni costo-vertebrali.
Tali articolazioni connettono la colonna vertebrale alle coste, gli elementi ad arco che costituiscono la gabbia toracica.
In questo modo un blocco posteriore provoca una restrizione di mobilità su tutto l'arco costale, compresa la parte anteriore.
Inoltre, a livello delle vertebre dorsali, emergono i nervi intercostali che decorrono negli spazi intercostali, fra una costa e l'altra.
Infine, sempre a livello intercostale, sono presenti i muscoli intercostali le cui contratture provocano dolori acuti a pugnale, tipo stilettata, o dolori a barra.
In virtù di queste connessioni, le restrizioni del tratto dorsale danno origine molto frequentemente a sintomatologie anteriori, molte delle quali sono localizzate nella parte alta del torace in corrispondenza del seno.
A livello dorsale devono essere revisionate non solo le già citate articolazioni costo-vertebrali ma anche e soprattutto i muscoli paravertebrali superficiali a dette articolazioni che molto spesso presentano contratture in grado di limitare notevolmente la mobilità costale.
Adattamenti osteopatici del torace
La dinamica del torace, come appena esposto, risente degli adattamenti funzionali del torace ma, oltre a questo, può essere influenzata anche da adattamenti intrinseci del torace.
Innanzitutto a livello toracico possono essere presenti contratture muscolari locali molto dolorose in corrispondenza del seno o delle zone limitrofe.
Oltre ai già citati adattamenti a livello dei muscoli intercostali e del muscolo piccolo pettorale, spesso si riscontrano contratture del muscolo grande pettorale, un elemento muscolare ampio e voluminoso localizzato in corrispondenza del seno.
Inoltre possono essere presenti tensioni a livello del muscolo grande dentato o dentato anteriore, che origina dalla parte anteriore delle prime dieci coste e si inserisce sotto alla scapola.
Questo muscolo abbraccia letteralmente il torace per cui le sue contratture, spesso selettive, possono provocare sintomi anteriori anche al di fuori dell'area della ghiandola mammaria.
Un muscolo di grande interesse per il torace è il muscolo diaframma, che si inserisce inferiormente alla gabbia toracica e ne condiziona la dinamica forse in maniera maggiore di qualsiasi altro elemento muscolare.
La revisione del diaframma è sempre necessaria in caso di adattamenti dinamici che coinvolgono il torace.
Infine è necessario valutare la presenza di tensioni a livello dello sterno e delle articolazioni sterno-costali, cioè le articolazioni fra sterno e gabbia toracica.
Lo sterno, in particolare, è spesso influenzato dalle tensioni endotoraciche, per esempio di origine craniale, e dalle tensioni dei muscoli diaframma e retto dell'addome, che si inseriscono inferiormente.
Casi reali
Riferisco il caso di una impiegata di 37 anni con dolore bilaterale al seno da diversi mesi.
Il dolore al seno per la verità si inseriva in un più complesso quadro sintomatico che coinvolgeva il tratto cervicale e il torace.
La Paziente soffriva infatti di una forma di cervicale cronica con coinvolgimenti cervico-brachiali, soprattutto nelle ore notturne, talvolta peggiorata da attacchi di emicrania.
Su questo quadro generale si era instaurata da qualche mese una dolorabilità al seno che si manifestava soprattutto nei movimenti e alla pressione.
Contrariamente alla sintomatologia cervico-brachiale, a cui era ormai abituata e che creava disagi ma non preoccupazioni, la sintomatologia riferita al seno aveva invece destato da subito un certo stato di allarme.
La Paziente si era rivolta pertanto al Medico ed era stata conseguentemente avviata ad una serie di accertamenti specialistici da cui era emersa la natura non maligna del problema.
In particolare era stata esclusa la presenza di patologie ed era stata avanzata l'ipotesi che il dolore al seno potesse dipendere da problemi muscolo-scheletrici a carico del torace.
La Paziente era stata quindi avviata a percorsi di riabilitazione a cui peraltro era già avvezza a causa delle problematiche cervicali.
È infine giunta all'Osteopatia si consiglio dello stesso Fisioterapista.
All'esame osteopatico la Paziente presentava adattamenti cervico-craniali e dorsali di forte intensità e strutturati da tempo con contratture intercostali diffuse su tutta la gabbia toracica.
Risolto il quadro adattativo, il dolore toracico riferito al seno è scomparso piuttosto rapidamente mentre la sintomatologia cervico-brachiale, più inveterata, ha richiesto tempi leggermente più lunghi.
È necessario notare che, in questo caso, il dolore al seno e il dolore cervicale erano parte dello stesso problema.
Molto probabilmente le tensioni toraciche, presenti da tempo, si sono semplicemente intensificate ed estese per contiguità alla componente fibrosa, sempre riccamente innervata, della ghiandola mammaria.
In queste condizioni un semplice movimento della massa mammaria provocava una messa in tensione di parti già in difficoltà andando a scatenare sintomi dolorosi.
La destrutturazione di tali tensioni ha portato pertanto ad una remissione della sintomatologia.
L'intero ciclo di trattamento si è svolto in quattro sedute spalmate su sei settimane, considerando tuttavia che il dolore al seno è regredito già a partire dalla seconda seduta.