Morbo di Perthes
Osteopatia Genova

Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta il morbo di Perthes.

L'Osteopatia contribuisce a:

Come tutte le osteocondrosi, anche il morbo di Perthes in moltissimi casi è associato a quadri adattativi di tipo osteopatico, quindi i sintomi e il quadro evolutivo possono essere molto amplificati da problemi osteopatici.

Cenni anatomici

L'articolazione dell'anca, o coxartrosi, è una grande articolazione che permette alla coscia di muoversi rispetto al bacino.

Anca, Osteopatia Genova
L'articolazione dell'anca
Testut-Latarget, Anatomia Umana
UTET, Vol.I, pag.631

L'articolazione dell'anca è costituita essenzialmente da due porzioni:

Il giunto articolare è quindi costituito dalla testa del femore inserita nell'acetabolo. Le due superfici a contatto sono entrambe rivestite da cartilagine articolare e la cavità articolare contiene liquido sinoviale, che facilita il movimento di scorrimento fra i due capi articolari.

Le due parti sono unite da potenti legamenti e da numerosi muscoli.

Definizione di morbo di Perthes

Il morbo di Perthes, o morbo di Calvé-Legg-Perthes, è una forma di osteocondrosi, cioè un'affezione benigna delle ossa, che, nello specifico, riguarda la testa del femore e si manifesta tipicamente nell'età evolutiva.

Si definisce quindi morbo di Perthes la condizione in cui, per motivi di ordine vascolare, la testa del femore riceve meno sangue del normale e quindi va incontro prima a osteonecrosi e successivamente a frattura. Le fratture possono presentare un andamento recidivante anche per anni.

La diagnosi viene effettuata mediante RX o scintigrafia ossea.

Il morbo di Perthes interessa soprattutto i maschi in età dello sviluppo e sembrerebbe avere connotazioni ereditarie.

Segni e sintomi

Il morbo di Perthes si manifesta con una serie di sintomi tipici:

Il morbo di Perthes si manifesta normalmente in maniera unilaterale ma raramente può presentarsi bilateralmente.

Se non trattato adeguatamente il morbo di Perthes può dare origine a complicanze, soprattutto legate al fatto che, manifestandosi in età pediatrica, può compromettere la normale crescita ossea.

Una saldatura ossea non fisiologica, per esempio, potrebbe costringere il femore ad assumere una conformazione anomala in modo permanente.

Cause

Il processo patogenetico che provoca il morbo di Perthes è una mancata vascolarizzazione della testa del femore ma il motivo per cui si verifichi questo deficit vascolare al momento non è conosciuto.

In concomitanza col problema vascolare, tuttavia, possono essere presenti anche cause osteopatiche.

Questo significa che, per esempio, il dolore all'anca o la rigidità del bacino, come anche la limitazione funzionale della mobilità possono essere il risultato non solo del Perthes ma anche di un adattamento meccanico del bacino.

Questo aspetto non va sottovalutato poiché, in caso di diagnosi di morbo Perthes, qualsiasi sintomo presente all'anca viene automaticamente ricondotto a questa patologia.

Invece in molti casi sussistono anche cause funzionali che, se non corrette, vanno ad aggravare i sintomi e la funzionalità dell'anca.

Un'anca obbligata a lavorare in maniera non fisiologica finisce inevitabilmente per logorarsi in maniera permanente, a maggior ragione se è già affetta dal morbo di Perhes.

Rimedi tradizionali

Se l'età del Paziente è inferiore ai 6 – 7 anni e il livello di gravità della malattia non è elevato, allora è sempre proposta una soluzione terapeutica di tipo conservativo.

Le soluzioni normalmente proposte sono:

In caso di gravi alterazioni anatomiche e funzionali non è possibile escludere un intervento chirurgico.

Trattamento osteopatico del morbo di Perthes

Il morbo di Perthes ha quasi sempre una prognosi benigna per cui, nella maggior parte dei casi, non è necessario effettuare interventi terapeutici di grossa portata.

Tuttavia la manifestazione del Perhes è costantemente accompagnata da una serie di adattamenti osteopatici a livello del bacino e dell'anca che contribuiscono a mantenerne attivi i sintomi se non addirittura a peggiorarli.

Blocchi sacro-iliaci, contratture diffuse, tensioni muscolo fasciali e altri adattamenti osteopatici simili sono sempre presenti in concomitanza col morbo di Perhes e gli adattamenti osteopatici aumentano notevolmente l'intensità dei sintomi.

Quindi, in caso di morbo di Perthes, una revisione osteopatica è altamente consigliata.

L'approccio osteopatico prevede non solo un trattamento mirato all'anca ma una revisione delle strutture assili e dell'arto inferiore: in altri termini una revisione completa dell'apparato locomotore.

Vediamo a seguire i principali settori di intervento.

Adattamenti osteopatici cranio-sacrali

In caso di morbo di Perthes, è necessario prima di tutto garantire la buona funzionalità del sistema cranio-sacrale.

A partire dal cranio, infatti, si sviluppano tensioni che raggiungono l'osso sacro e il bacino e proseguono lungo gli arti inferiori.

Gli adattamenti cranio-sacrali sono quindi in grado di compromettere la funzionalità meccanica dell'anca in maniera molto diretta.

Bisogna infatti considerare che la testa del femore, interessata dal morbo di Perthes, è allocata nell'acetabolo dell'osso dell'anca e i muscoli che muovono il femore partono sia dall'osso dell'anca che dall'osso sacro.

Dal momento, quindi, che un adattamento funzionale del bacino di origine cranio-sacrale ha un'influenza molto diretta sull'articolazione coxo-femorale, il trattamento del sistema cranio-sacrale è fondamentale in caso di morbo di Perthes.

Adattamenti osteopatici della colonna lombare

La colonna vertebrale lombare riveste uno speciale interesse nei confronti dell'anca a causa della presenza di un'importante connessione anatomica costituita dal muscolo grande psoas.

Il muscolo grande psoas origina dalla colonna lombare e si inserisce, insieme al muscolo iliaco, sul piccolo trocantere del femore.

Questo muscolo contribuisce essenzialmente a flettere l'anca oltre che a rivestire altre importanti funzioni dinamiche e statiche.

Le contratture o le tensioni anomale del muscolo psoas provocano serie difficoltà all'anca, soprattutto in considerazione del fatto che tale muscolo presenta una forza notevole.

Gli adattamenti funzionali della colonna lombare, quindi, attraverso l'intermediazione dello psoas, si riflettono sull'articolazione coxo-femorale in maniera molto diretta.

Pertanto la colonna vertebrale lombare deve essere attentamente revisionata.

Adattamenti osteopatici del bacino e dell'anca

Al di là delle restrizioni sacro-iliache, quasi sempre di origine cranio-sacrale e delle catene discendenti veicolate dal muscolo psoas, il bacino presenta spesso anche adattamenti intrinseci.

Innanzitutto è necessario valutare lo stato tensivo dei muscoli extra-rotatori dell'anca, che si inseriscono tutti in prossimità dell'anca, sono molto numerosi e molto potenti.

Le contratture e le tensioni dei muscoli extra-rotatori sono molto nocive all'anca poiché ne provocano una compressione eccessiva contro l'acetabolo.

In presenza di un morbo di Perthes, questa componente compressiva accentua parecchio i sintomi dolorosi e rischia di indurre un dismorfismo sulla testa del femore.

Un altro ambito piuttosto importante è rappresentato dalle tensioni anomale del pavimento pelvico, soprattutto per quanto riguarda il muscolo elevatore dell'ano, un muscolo largo e potente in grado di alterare sensibilmente la dinamica del bacino.

Il pavimento pelvico deve essere quindi attentamente revisionato poiché può influenzare la funzionalità dell'anca in maniera piuttosto diretta.

Infine è necessario valutare la corretta dinamica dei visceri pelvici, in particolare utero e vescica, i cui legamenti e mezzi di fissazione trovano inserzione nel piccolo bacino.

Adattamenti osteopatici dell'arto inferiore

L'arto inferiore deve essere revisionato nella sua interezza.

I muscoli della coscia, suddivisi nei compartimenti anteriore, mediale e posteriore, possono influenzare la funzionalità dell'anca in maniera significativa, soprattutto considerando la loro potenza. Le catene mediali e laterali, soprattutto, devono essere ispezionate con attenzione.

Il ginocchio deve essere revisionato in tutte le sue sezioni poiché la presenza di un adattamento meccanico a questo livello si ripercuote sull'anca in maniera immediata.

Le parti più frequentemente coinvolte sono i legamenti collaterali, il tendine rotuleo, la rotula, la zona poplitea e i menischi.

Il polpaccio e il piede devono essere esaminati ed eventualmente riequilibrati poiché un'instabilità di questi settori costringe l'anca a forme di compenso molto impegnative.

Casi reali

Riferisco il caso di uno studente di 8 anni, con una diagnosi di morbo di Perthes all'anca destra da circa un anno e mezzo e uno strascico sintomatico importante.

Il ragazzo aveva riferito un primo episodio di dolore all'anca destra e zoppia un anno prima, in seguito a un trauma calcistico. La situazione sembrava rientrata ma, un mese dopo, si sono riproposti i medesimi sintomi in maniera più accentuata, con dolore dopo esercizio fisico e al mattino al risveglio.

In seguito ad accertamenti radiografici, l'Ortopedico ha infine diagnosticato un Perthes non grave. Il Paziente è stato messo a riposo e successivamente inviato verso un percorso riabilitativo fisioterapico a cui ne sono seguiti altri due.

Nel corso dell'anno il dolore ha subito una regressione ma l'anca continuava a presentare una limitazione funzionale che costringeva il ragazzo a una vistosa zoppia durante il corso della giornata e, soprattutto, gli impediva di giocare a calcio.

Non riuscendo in nessun modo a trovare una soluzione al deficit motorio, i genitori si sono rivolti all'Osteopatia in seguito a ricerche personali.

Al momento della prima consultazione, il Paziente presentava un lieve dolore all'anca ma soprattutto una severa limitazione articolare antalgica in intra-rotazione e abduzione.

All'esame osteopatico presentava un adattamento dei quadranti craniali di destra e una restrizione sacro-iliaca destra. Inoltre erano presenti contratture diffuse su tutto l'arto inferiore, soprattutto a livello dei muscoli adduttori.

In seguito a un ciclo osteopatico di quattro sedute in due mesi, il Paziente ha avuto una regressione completa della sintomatologia funzionale.

L'articolazione dell'anca ha riacquistato una mobilità normale e la zoppia è completamente scomparsa.

Il ragazzo ha ripreso a giocare a calcio senza lamentare più alcun disagio.

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