Dispnea
Osteopatia Genova
Lo Studio di Osteopatia di Paolo Saccardi tratta i Pazienti affetti da dispnea.
Talvolta la dispnea dipende dalla presenza di tensioni interne alla gabbia toracica.
In questi casi l'Osteopatia aiuta a migliorare la funzione respiratoria, poiché permette di liberare il torace restituendogli la capacità di espandersi.
Quindi, in caso di difficoltà respiratorie, una revisione osteopatica è sempre consigliata.
- Trattamento osteopatico
- Casi reali
- Cenni anatomici
- Cenni di fisiologia respiratoria
- Cosa è la dispnea
- Classificazione
- Cause
- Trattamento
Cenni anatomici
La respirazione è quella funzione fisiologica per mezzo della quale il corpo effettua uno scambio di gas con l'ambiente.
Normalmente durante la respirazione viene eliminata anidride carbonica e viene assimilato ossigeno, mentre gli altri gas sono molto meno coinvolti nei processi di scambio.
Da un punto di vista anatomico, l'insieme di organi deputati alla funzione respiratoria, costituiscono l'apparato respiratorio che si divide in:
- Vie aeree superiori: naso e faringe.
- Vie aeree inferiori: trachea, bronchi (destro e sinistro) e polmoni (destro e sinistro). Le vie aeree inferiori sono contenute nella gabbia toracica.
L'aria penetra quindi nel corpo dalle vie aeree superiori, cioè dal naso o anche dalla bocca, prosegue nella trachea e si distribuisce ai due bronchi, attraverso i quali giunge infine nei corrispettivi polmoni.
Cenni di fisiologia respiratoria
L'aria entra ed esce dall'apparato respiratorio grazie a un sistema di ventilazione meccanico.
In questo senso l'apparato respiratorio funziona proprio come un mantice, che inspira ed espira aria a seconda del fatto che venga allargato o compresso.
L'allargamento e la compressione della gabbia toracica dipendono dai muscoli respiratori che si dividono in:
- Muscoli respiratori principali: diaframma, intercostali.
- Muscoli respiratori accessori: scaleni, sternocleidomastoideo, muscoli delle docce vertebrali, grande e piccolo pettorale, dentato anteriore, dentati posteriori, trapezio, grande dorsale, per citare i principali.
Il muscolo diaframma, in particolare, presenta un'innervazione sia autonoma che volontaria: in questo modo la respirazione avviene in maniera prevalentemente automatica ma può subire variazioni attraverso interventi volontari.
La funzionalità respiratoria è misurata per mezzo dell'esame spirometrico.
Al di là di esami specifici, un parametro facilmente reperibile e molto indicativo è rappresentato dal valore della frequenza respiratoria che, a riposo, assume valori di circa 12 – 16 atti respiratori al minuto.
Esistono situazioni fisiologiche in cui la frequenza può subire variazioni.
Per esempio quando si compie uno sforzo muscolare significativo la respirazione diventa più rapida, si ha cioè tachipnea, poiché il corpo richiede una maggiore quantità di ossigeno e deve eliminare una maggiore quantità di anidride carbonica.
Esistono altre situazioni associate a tachipnea, per esempio in età pediatrica e in età senile la frequenza respiratoria è più accelerata rispetto a quanto non sia in età adulta, così come anche una forte emozione può provocare un aumento della frequenza respiratoria.
Cosa è la dispnea
In alcune situazioni un'alterazione respiratoria avviene al di fuori di un contesto fisiologico: in questi casi si è in presenza di dispnea.
La dispnea, o "fiato corto", rappresenta pertanto un'alterazione non fisiologica della respirazione.
È importante capire che, con il termine alterazione, si fa riferimento a parametri sia soggettivi che oggettivi.
I parametri soggettivi sono collegati alla sensazione individuale della persona.
Quindi, per esempio, sono considerati parametri soggettivi la sensazione di soffocamento, la "fame d'aria", la sensazione di oppressione toracica o la sensazione di mancanza di ossigeno.
I parametri soggettivi possono essere molto variabili da persona a persona poiché sono collegati non solo a disfunzioni respiratorie reali ma anche alla sfera emozionale.
In questo modo, per esempio, una generica sensazione di soffocamento può gettare il Paziente letteralmente nel panico anche in assenza di un rischio respiratorio reale.
Per questo motivo, in caso di dispnea, è sempre necessario valutare i parametri oggettivi, quindi innanzitutto i parametri vitali generali del Paziente e soprattutto i parametri respiratori, come l'alterazione della frequenza respiratoria, l'alterazione o dei volumi di aria inspirata o espirata o il livello di saturazione del sangue.
Classificazione
Da un punto di vista della manifestazione respiratoria, la dispnea può essere classificata come:
- Accessionale: insorge improvvisamente, per esempio in caso di asma, chiusura della glottide, edema polmonare, ecc.
- Da sforzo: si manifesta durante l'attività fisica e si risolve con il riposo. Generalmente è associata a malattie cardiache o anemia.
- Continua: si manifesta costantemente ed è spesso espressione di scompensi cardiaci o insufficienze respiratorie gravi.
In base alla fase della respirazione in cui si manifesta, la dispnea può essere clessificata:
- Inspiratoria
- Espiratoria
- Mista
Cause
La dispnea può avere innanzitutto cause patologiche.
Avendo tuttavia un carattere molto aspecifico, la dispnea può essere effettivamente espressione di una grandissima quantità di patologie.
L'elenco completo sarebbe lunghissimo e, pertanto, poco indicativo per cui, di volta in volta, la situazione deve essere valutata in maniera specifica dagli Specialisti del settore.
Fra le cause patologiche rientrano anche gli esiti di interventi chirurgici, soprattutto per quanto riguarda la chirurgia toracica.
Generalmente gli Specialisti direttamente coinvolti nei problemi di dispnea sono lo Pneumologo e il Cardiologo ma, a seconda della patologia di base, potrebbero esserne coinvolti anche altri.
Oltre a cause patologiche, la dispnea può avere anche cause funzionali, cioè cause di competenza osteopatica.
Questo significa che una dispnea potrebbe dipendere, per esempio, da una semplice contrattura del muscolo diaframma.
Cause patologiche e funzionali possono coesistere, nel senso che potrebbero essere presenti entrambe o solo una delle due.
Tuttavia, essendo le sintomatologie respiratorie potenzialmente collegate anche a patologie gravi, prima di affrontare il problema in termini funzionali è necessario escludere la presenza di patologie o trattare eventuali patologie in via prioritaria.
Trattamento
La dispnea è sempre un sintomo riconducibile a una situazione patologica o funzionale.
Per questo motivo generalmente non si tratta la dispnea in quanto tale ma la patologia di base che la provoca.
Pertanto il trattamento varia in relazione alla diagnosi.
In questo modo, per esempio, in presenza di un broncospasmo si cercherà di allargare i bronchi, in presenza di un'anemia si cercherà di somministrare del ferro e in presenza di un'ostruzione bronchiale si cercherà di eliminare tale ostruzione.
La lista delle opzioni è naturalmente molto più lunga: da qui l'importanza della formulazione di una diagnosi corretta.
In ogni caso l'intervento osteopatico è sempre indicato poiché, come sopra esposto, la presenza di una causa osteopatica è scollegata dalla presenza di una causa patologica.
Nel caso specifico di intervento di chirurgia toracica l'Osteopatia ha un ruolo essenziale nel ridurre gli adattamenti meccanici della gabbia toracica e delle cicatrici, sempre presenti nel post-operatorio.
Il lavoro osteopatico velocizza il recupero delle funzionalità respiratoria e facilita enormemente il lavoro del Fisioterapista che solitamente si occupa della riabilitazione respiratoria in senso generico.
Trattamento osteopatico della dispnea
Il trattamento osteopatico della dispnea è orientato a intercettare ed eliminare quelle restrizioni dinamiche in grado di limitare la funzionalità respiratoria.
Questo significa che se, per esempio, la meccanica respiratoria è compromessa da una serie di contratture intercostali, allora l'Osteopata andrà a rimuovere tali contratture restituendo così alla gabbia toracica una piena libertà di espansione.
Il lavoro osteopatico è semplice ed efficace: le tecniche utilizzate sono penetranti ma leggere, quindi alla portata di tutti, e le correzioni effettuate sono molto stabili.
Inoltre l'intervento osteopatico è indispensabile poiché le restrizioni funzionali non regrediscono in maniera spontanea per cui, se non vengono corrette, condizionano la respirazione a tempo indeterminato.
Come sopra esposto, le restrizioni funzionali possono presentarsi da sole o coesistere ad una patologia: in quest'ultimo caso il trattamento della patologia ha la precedenza sul trattamento osteopatico.
Vediamo a seguire i principali settori di intervento osteopatico.
Adattamenti osteopatici cranio-sacrali
Il sistema cranio-sacrale, da un punto di vista osteopatico, è considerato il meccanismo respiratorio primario.
Questo significa che, ai fini dello svolgimento delle funzioni vitali, l'attività cranio-sacrale presenta un'importanza addirittura maggiore della respirazione polmonare.
Il blocco delle funzionalità cranio-sacrale non è compatibile con lo svolgimento dei processi vitali e, dopo la morte fisica, il ritmo cranio-sacrale può essere percepito successivamente all'ultimo respiro per ancora qualche istante.
Per quanto riguarda il collegamento con la funzione respiratoria, il sistema cranio-sacrale è collegato al diaframma per mezzo del "tendine centrale", cioè il sistema delle fasce che dal tubercolo faringeo dell'occipite giunge, attraverso più diramazioni, al centro frenico, la zona centrale del diaframma.
A questo bisogna anche aggiungere che l'attività cranio-sacrale ha importanti ripercussioni neurovegetative, soprattutto per quanto riguarda la funzione respiratoria autonoma.
Inoltre a livello craniale hanno sede le cavità nasali, dalla cui fisiologia dipendono la vascolarizzazione e l'innervazione del naso.
In altri termini una buona dinamica craniale garantisce il buon funzionamento della mucosa nasale e quindi la pervietà delle fosse nasali.
Adattamenti osteopatici cervicali
Il tratto cervicale ha un ruolo centrale nella dinamica della respirazione, per cui è necessario assicurarsi della buona funzionalità di questo settore anatomico.
Innanzitutto il tratto cervicale dà supporto e ospita la laringe e la porzione superiore della trachea, quindi a buona parte delle vie aeree superiori.
In particolare, a questo livello, ha un ruolo importante l'apparato ioideo, costituito dall'osso ioide e dai muscoli ioidei.
L'osso ioide è un piccolo osso localizzato sotto e dietro al mento che offre inserzione a un numeroso gruppo di muscoli, i muscoli ioidei, disposti a raggiera e finalizzati a garantire la buona funzionalità delle strutture sottostanti.
Inoltre, a livello cervicale, hanno origine i muscoli scaleni, importanti muscoli respiratori accessori.
Adattamenti osteopatici del dorso e della gabbia toracica
Il tratto dorsale e la gabbia toracica hanno un ruolo centrale nella funzionalità respiratoria.
La gabbia toracica innanzitutto ospita le vie respiratorie inferiori, quindi trachea, bronchi e polmoni.
Ma soprattutto a livello toracico prendono inserzione a tutti i muscoli respiratori, sia i muscoli principali che i muscoli accessori.
Quindi i muscoli diaframma, intercostali, docce vertebrali, dentati, trapezio, grande dorsale, pettorali presentano tutti inserzione a livello delle coste, dello sterno e delle vertebre dorsali.
Pertanto è necessario non solo decontratturare a fondo tutti questi gruppi muscolari ma è necessario anche garantire la piena libertà delle articolazioni costo vertebrali, sterno costali e costo claveari.
Il lavoro sul torace è pertanto molto impegnativo poiché tutti i settori devono essere analizzati e trattati a fondo.
Adattamenti osteopatici dell'addome
I muscoli addominali hanno una funzione espiratoria, servono cioè a espellere l'aria.
In realtà l'espirazione avviene in maniera generalmente passiva, cioè il semplice rilascio dei muscoli inspiratori permette al torace di retrarsi spontaneamente, in virtù delle sue componenti elastiche: in questo modo l'aria viene espulsa.
In alcuni casi, tuttavia, è necessario espellere l'aria in maniera forzata, per esempio in presenza di un'ostruzione improvvisa della trachea o dei bronchi.
In questo caso entrano in azione i muscoli addominali che, contraendosi, chiudono forzatamente il torace creando una grossa pressione interna: in questo modo l'aria è eiettata all'esterno con forza.
Questo fa sì che, quando i muscoli addominali per qualche ragione presentano delle centratture, il torace rimane in uno stato di semi-chiusura permanente o, comunque, non riesce ad espandersi del tutto.
Questo provoca una compromissione dell'inspirazione, per cui il Paziente non riesce a inspirare a fondo.
Le contratture del muscolo retto dell'addome, in qualche caso, sono addirittura percepibili poiché creano un senso di pesantezza alla bocca dello stomaco o comunque in zona addominale.
Le tensioni dell'addome devono essere pertanto intercettate e risolte.
Casi reali
Riferisco il caso di una Paziente di 35 anni sofferente di dispnea associata ad attacchi d'ansia da diversi anni.
Questa Paziente presentava una sensazione di "fame d'aria" costante, nel senso che aveva la sensazione di non riuscire mai a inspirare a fondo e quindi di rimanere senz'aria.
Questo tipo di sensazione non era collegato a un deficit respiratorio vero e proprio, nel senso che i valori di saturazione erano normali e i valori spirometrici (FEV1/FVC) erano solo poco sotto la norma.
Tuttavia la sensazione generale era quella di non riuscire a espandere totalmente la gabbia toracica e di non riuscire a incamerare abbastanza aria.
Questo tipo di sensazione le provocava un senso di ansia generale, addirittura a volte si svegliava di notte spaventata con il timore di non respirare.
La Paziente svolgeva regolarmente attività respiratorie come corsi di yoga e lunghe camminate ma la sensazione generale di difficoltà respiratoria era sempre presente.
All'esame osteopatico la Paziente presentava uno stato di compressione a livello craniale, cioè il cranio era pressoché immobile, e tensioni importanti a livello dei muscoli intercostali bassi e dei muscoli retti dell'addome.
Tali tensioni erano così marcate che addirittura lamentava dolorabilità al tatto su quasi tutta la gabbia toracica e alla bossa dello stomaco.
Al termine del ciclo di sedute osteopatiche la Paziente non ha più presentato sensazione di dispnea.
Il problema, in questo caso, è che questa Paziente non presentava una vera patologia ma viveva come ingabbiata in una corazza tensiva che le impediva di espandere completamente il torace.
In effetti le funzioni vitali erano conservate ma l'atto della respirazione aveva assunto una connotazione di innaturalezza ed era diventato faticoso.
In seguito al trattamento la Paziente ha riferito di essersi "dimenticata di respirare" ed ha riferito di essersi sentita più vitale ed energica.
Inoltre anche gli attacchi d'ansia si sono notevolmente ridotti.
Il ciclo si è svolto in tre sedute spalmate in quattro settimane.